CITTÀ DELLA PIEVE (A. T., 24-25-26)
PIEVE Città dell'Umbria, in provincia di Perugia, posta a 508 m. s. m., sulla sommità di una dorsale collinosa costituita di sabbie, ciottoli e argille del Pliocene marino ricchissime di fossili, che domina la valle del Chiani. La sua popolazione (2492 ab. nel 1921) si occupa prevalentemente del commercio dei prodotti agricoli (soprattutto cereali e rinomati vini rossi asciutti) e di qualche piccola industria (fabbricazione di botti e tini). Città della Pieve è a 5,5 chilometri dalla stazione ferroviaria sulla linea Roma-Firenze. Il vasto territorio comunale (111,06 kmq.) è occupato per la metà da seminativi, per il 12% da prati e pascoli, per il 31% da boschi; il resto è improduttivo. La popolazione (8914 abitanti nel 1921) vive per la maggior parte in case sparse.
Bibl.: R. Riccardi, Ricerche sull'insediamento umano nell'Umbria, Roma 1931.
Monumenti. - Dell'antico castello sono conservate per gran parte le mura medievali e la rocca, del sec. XIII, a pianta quadrata con torri angolari. Notevole è il duomo, di forme romanico-ogivali, sorto nel sec. XI-XII, sulle rovine della primitiva costruzione (sec. V) e rimaneggiato verso la fine del sec. XIII; ma l'interno è barocco. La città non ha notevoli edifici, ove si eccettui il palazzo Mazzuoli già dei duchi della Corgna, di bella architettura cinquecentesca, opera forse di Galeazzo Alessi. Nell'interno dell'oratorio di S. Bartolomeo si conserva un interessante affresco figurante la Crocifissione, attribuito a Nicola di Bonifazio senese (1350-1438). Di Pietro Vannucci detto il Perugino, che in Città della Pieve ebbe i natali, si conserva in alcune chiese qualche importante opera: un affresco dell'Epifania, datato 1504, nell'oratorio di S. Maria de' Bianchi; due tavole, la Madonna e Santi, firmata e datata 1513, e il Battesimo nel duomo; un affresco, ora staccato, figurante tre Santi e il Redentore, nella chiesa di S. Pietro; una grande Deposizione, datata 1517, mal conservata, in Santa Maria de' Servi.
Bibl.: A. Baglioni, Città della pieve illustrata, Montefiascone 1845; F. Canuti, Nella patria del "Perugino"; note su Città della Pieve, Città di Castello 1926; id., Città della Pieve, ecc., Città di Castello 1928.
Storia. - Corrisponde all'antico castrum Plebis. Fu municipio romano; nel Medioevo fu contesa più volte da Federico II ai Perugini e fu coinvolta nelle lotte fra Guelfi e Ghibellini e, in seguito, passò di signoria in signoria finché Martino V la sottomise alla Chiesa. Saccheggiata dalle truppe di Carlo V (1527), fu da Clemente VII staccata dalla legazione di Perugia e posta all'immediata dipendenza della Santa Sede. Nel 1602 Clemente VIII le conferì il titolo di città: assunse allora il nome di Città di Castel della Pieve che poi mutò nell'attuale. Nel 1816 fu di nuovo aggregata alla legazione di Perugia e nel 1860 al regno d'Italia. La diocesi di Città della Pieve, di origine antichissima, fu unita a quella di Chiusi nel 1101 e di nuovo ristabilita da Clemente VIII. Città della Pieve diede i natali al Perugino (v.).
Bibl.: A. Baglioni, Città della Pieve illustrata, Montefiascone 1875; F. Canuti, Nella patria del Perugino: note d'arte e di storia su Città della Pieve, Città di Castello 1926; id., Città della pieve, la patria del Perugino, ibid. 1928.