AZILIANA, CIVILTÀ
. Generalità. Negli anni 1887-89 il Piette scoprì nelle caverne del Mas d'Azil dell'Ariège, in Francia - che costituiscono come una grande e spettacolosa galleria naturale scavata dall'Arize - una nuova facies della civiltà primitiva, la quale per la sua singolarità sollevò le più vive discussioni e l'incredulità dei dotti, tanto più che il Piette la presentava come una transizione tra gli strati quaternarî e l'era geologica nostra, mentre era allora generale la convinzione che uno iato fosse avvenuto al finire del Pleistocene, prima dei tempi neolitici. Le ricerche posteriori confermavano e allargavano le scoperte riguardanti l'Aziliano: si trattava in realtà di un deposito formatosi in quei tempi misteriosi che segnano la fine del Pleistocene e l'alba dell'Olocene, qualunque sia la spiegazione che si voglia dare della civiltà oggi detta "aziliana".
Industria. - I tipi peculiari della civiltà aziliana sono gli arpioni piatti e i ciottoli dipinti. Gli arpioni sono di corno di cervo, di rozza fattura, hanno una o due serie laterali di denti, uno o due fori. Non sono decorati e si presentano ben diversi dai begli arpioni a fusto cilindroide, decorati spesso da incisioni, ricavati da corna di renne dell'età magdaleniana. I ciottoli dipinti, della cui autenticità dapprima si dubitò, sono di quarzite o di scisto, hanno segni ora chiari, ora scuri, fatti con ocra rossa. Rari i ciottoli incisi. I segni dipinti sono assai diversi: punti, lineette, linee spezzate, cruciate, a graticolato, ecc. Il Piette vide in essi, ad esempio nei punti, una cifra, o dei segni simbolici e di valore grafico. Qualche esempio poco significativo si trovò a Montfort (Ariège), alla Tourasse e a Gourdan (Alta Garonna), a Bize e alla Cruzade (Aude). La miglior comparazione per i segni suddetti si può oggi fare con le pittografie schematiche dell'arte rupestre spagnola. Un attento studio ne fecero il Breuil, il Wernert, e l'Obermaier che in molti casi vede la stilizzazione ultima della figura umana e pensa che tali segni possano esser legati al culto dei morti.
Tutta la produzione aziliana, studiata nel suo complesso, ha il carattere della decadenza. L'industria della pietra ci dà laminette semplici, laminette-raschiatoi, bulini a punta laterale e, tra le forme minori, le lame con un fianco ritoccato; si hanno i microliti geometrici, triangolari o semilunari, che dovevano essere fissati su un fusto ligneo od osseo, arnesini che sono rari nell'Aurignaciano superiore francese. Più ancora l'impoverimento appare nell'industria dell'osso e del corno, che si riduce a punte e lisciatoi, e agli arpioni piatti: mancano le belle zagaglie e gli svelti arpioni magdaleniani, come mancano le altre manifestazioni artistiche, non potendosi come tali considerare qualche ciottolo inciso (Sorde, Landes), o la rozza pittura della caverna di Mansoulas (Alta Garonna). Se si fanno corrispondere alcuni segni dei ciottoli alle pittografie della Spagna, ultimo grado della degenerazione dell'arte magdaleniana, si ha una nuova prova di questa decadenza aziliana.
Stratigrafia. - Nella stratigrafia riconosciuta dal Piette sulla riva destra del Mas d'Azil, dall'alto in basso, lo strato aziliano segue allo strato contenente gli oggetti neolitici, e precede il Magdaleniano superiore, da cui è diviso da uno strato fangoso proveniente da alluvioni dell'Arize.
Osservazioni stratigrafiche interessanti furono fatte anche nella Spagna settentrionale. Nella caverna di Valle, nella provincia di Santander, lo strato aziliano era ricoperto da uno strato stalagmitico e giaceva sopra lo strato magdaleniano. La fauna concomitante è solo quella di oggi.
Distribuzione geografica. - La sede più significativa è sul versante settentrionale dei Pirenei. Qualche oggetto sporadico, che può rappresentarci l'età, si ebbe da Lourdes (Lortet, Alti Pirenei), Laugerie Basse (Dordogna), dalle caverne di Massat, Montfort, la Vache (Ariège), dalla Tourasse (Saint-Martoy, Alta Garonna): di qui il De Mortillet trasse il nome di turassiano, poiché egli negava l'autenticità dei ciottoli dipinti. Ma cotesta località ha dato scarso materiale e fu scoperta posteriormente, non si può quindi considerare tipicamente caratteristica di questa civiltà. Si ascrisse all'aziliano la caverna di Victoria (Settle, Yorkshire), per aver dato qualche ciottolo con traccia di pittura, ma per vero poco caratteristico: vestigia aziliane apparvero in Scozia a Wilburn (Newcastle upon Tyne), a Kirkendbright, in una caverna di Oban e nei kjökkenmöddinger dell'isola di Oronsay, che ha fornito arpioni piatti di osso. Si possono considerare limiti orientali della civiltà aziliana le Alpi occidentali col giacimento di Bobache (Drôme), che ha dato ciottoli dipinti, e il Reno, ove il giacimento di Birsech (Basilea) ne ha forniti 120 esemplari.
Origine e diffusione della civiltà aziliana. - Si è data grande importanza a questa civiltà, nonostante che fuori della regione pirenaica i materiali ne siano scarsi, ma tutti i depositi del finire del quaternario attirano l'attenzione dei dotti per i gravi problemi che vi si collegano. Il Boule, considerando l'Aziliano nella sua sede classica, con criterî geologici, dichiara che a torto esso viene collocato nel Paleolitico, col nome di Epipaleolitico. Dal punto di vista stratigrafico, come dal punto di vista paleontologico, esso è certo un termine di transizione, poiché la fauna è identica alla fauna selvaggia di oggi. Vi è anche transizione (il Boule non intende dire filiazione) dal punto di vista archeologico, poiché con le selci, richiamanti l'armamentario magdaleniano, si hanno le prime tracce del polimento della pietra. Permangono gli arpioni, derivati da quelli paleolitici, ma i ciottoli dipinti non sono paleolitici, e indicano sicuramente una nuova civiltà.
Donde vennero gli aziliani? Il Breuil porta la sua attenzione sulla distribuzione geografica delle stazioni che contengono l'armamentario microlitico. I microliti del Mas d'Azil non hanno mai forme trapezie: questa forma sorge più tardi e giunge all'epoca dei dolmen. Dalle sue indagini risulta che vi furono intorno al bacino del Mediterraneo parecchi focolari distinti ove appare l'armamentario microlitico con fogge geometriche: i giacimenti che lo contengono appartengono a diverse tappe e si ricollegano, gli uni al Paleolitico superiore, sorto dall'Aurignaciano prolungato o dal Capsiano, gli altri alla prima parte del Neolitico. Per quanto riguarda la regione occidentale dell'Europa, vi è una certa successione cronologica nelle industrie a piccoli elementi, che rappresentano come i flutti successivi, ma ravvicinati, che son dovuti all'avanzarsi in diverse direzioni delle invasioni neolitiche. L'Aziliano ne è il termine più antico, il Tardenoisiano il più recente, presso di noi, e precede nel tempo i focolari pre-campigniani. Ma si tratti dell'Aziliano, del Tardenoisiano, o dei termini intermedî, sempre dobbiamo cercare verso il sud, in un punto del bacino mediterraneo, l'origine di queste industrie microlitiche. Il Breuil suppone che le popolazioni neolitiche abbiano cacciato davanti a loro successivamente le diverse tribù, che abitavano le contrade invase, e le abbiano respinte verso il nord-ovest; fors'anche altre popolazioni venivano respinte verso il sud, e andavano a colonizzare l'interno del continente africano poiché nella Mauretania (Capo Bianco), nel Sudan, nell'Africa meridionale, appare l'industria microlitica geometrica. Secondo l'Obermaier, la civiltà aziliana non nacque in Francia, ma nella regione cantabrica, perché sono parecchie le caverne spagnole della provincia di Santander e delle Asturie, che la presentano in forme veramente caratteristiche. La Francia dovette ricevere tanto il Capsiano finale (cioè il Tardenoisiano), quanto l'Aziliano dalla Spagna, dando luogo così alle stazioni intermedie "azilio-tardenoisiane". Dalla Francia l'Aziliano si sparse a nord nelle isole britanniche; nell'Europa centrale prevalgono gli elementi tardenoisiani. Forse nella Russia meridionale si svolse dal Capsiano orientale un'analoga civiltà.
Bibl.: Ed. Piette, Études d'ethnographie préhistor., in L'Anthropologie, VI (1895); VII (1896); XIV (1903); H. Müller, Sur les stations aziliennes des envir. de Grenoble, in Congrès d'arch. et d'anthr. préh., sess. de Genève, 1912; J. Anderson, Notice of a cave rec. discovered at Oban, in Proceedings of the Society of Antiquaries of Scotland, XXIX, 1895; W. Turner, On human and anim. remain at Oban, ibidem; R. Munro, On the transition between the paleolit. and neolit. civilisations in Europe, in Archeolog. Journ. LXV (1908); H. Breuil, Les subdivisions du paléolithique super., in Congrès d'arch. et d'anthr. préhist., sess. de Genève, I (1912), p. 165 segg.; M. Boule, Les hommes fossiles, 2ª ed., Parigi 1921; H. Obermaier, El hombre fósil, 2ª ed., Madrid 1925.