ZHOB, Civiltà dello
Tale denominazione è comprensiva delle località situate nella valle del fiume Zhob che scorre parallelo alla catena dei Monti Toba Kokar a N-E di Quetta, capitale del distretto omonimo nel Pakistan occidentale. Appare agli inizi del III millennio a. C. I centri di questa cultura sono divisi da alcuni studiosi in due gruppi: quello a N, o di Penano Ghundai, comprendente le località di Penano Ghundai e Moghul Ghundai e quello più a S, o di Lorelai, comprendente le località di Lorelai, Rana Ghundai, Sur Jangal, Moghal Kila, Twin Mounds, Kaudani e Dabar Kot.
La prima fase di questa cultura si riscontra solo a Rana Ghundai, che si suppone insediamento di una popolazione seminomade con abitazioni a tende: si notano infatti depositi di cenere di focolari pur non essendo state trovate strutture. La ceramica è fatta a mano e non è dipinta. La cultura materiale è rappresentata da lame di selce, punte d'osso e si è trovato anche un ago con cruna. Sono state rinvenute ossa di animali domestici cioè di pecora, asino, toro gibboso e perfino cavallo.
L'orizzonte culturale cambia nella fase II di Rana Ghundai per il sopraggiungere di una nuova popolazione che costruisce case. La ceramica è fatta al tornio e dipinta con figure altamente stilizzate e molto allungate di tori gibbosi e daini in nero su un fondo rosato o camoscio o terracotta scuro. La forma più comune è quella della ciotola a fondo piatto rotondo o su piedistallo.
Questa facies si ritrova anche a Sur Jangal ed è stata messa in rapporto con la località iranica di Tepe Hissar I.
Il periodo II è di breve durata ed è seguito dal III che invece presenta tre livelli di costruzioni. Questa fase è reperibile in quasi tutte le località che abbiamo citato.
La ceramica è molto curata e dipinta, tra i colori acquisisce il rosso per cui si trova, tra l'altro, una tipica decorazione rosso su rosso. La forma è ancora quella della ciotola cui si aggiunge un tipo di caraffa e, a Penano Ghundai, il bicchiere e la bottiglia su piedistallo. I motivi decorativi sono prevalentemente geometrici: serie di linee dritte o ondulate, quadrati, scacchiere, ma vi si trovano anche caratteristiche rappresentazioni di uccelli volanti. Continuano le lame di selce insieme a qualche punteruolo e ad una cuspide foliata da Penano. Molti i grani di collana in pietra, osso, lapislazzuli e giada. La presenza del metallo non è certa. Oggetti di rame sono stati rinvenuti ma non sono chiaramente attribuibili a questa fase. Il rito funerario era quello della cremazione, come dimostra il cimitero di Sur Jangal dove sono state trovate giare con resti combusti. Il culto è attestato da alcuni simboli della fertilità e dalle figurine femminili di terracotta, di particolare interesse. Viene rappresentato solo il busto che, allargandosi in basso, forma una sorta di piedistallo. Il viso ha gli occhi segnati da buchi circolari, il naso a becco di uccello e la bocca formata da una stretta linea decisa. Una pettinatura alta incornicia la fronte.
Contatti sono attestati tra queste località e la civiltà della valle dell'Indo (v. asia, civiltà dell'; indiana, arte).
Il periodo III di questa cultura sembra aver subito una fine violenta in corrispondenza al cosiddetto periodo delle invasioni. Le ultime due fasi di Rana Ghundai, completamente differenziate dalla precedente, scendono nel tempo fino agli inizi del I millennio.
Bibl.: Sir A. Stein, An Archaeological Tours in Waziristan and Northern Baluchistan, in Mem. Arch. Survey of India, XXXVII, 1929; E. J. Ross, A Chalcolithic site in Northern Baluchistan, in Journ. Near Eastern Studies, V, 1947; S. Piggot, Prehistoric India, Harmondsworth 1950; D. H. Gordon, The Prehistoric Background of Indian Culture, Bombay 1958; W. A. Fairservis, Arch. Survey in the Zhob and Lorelai District, West Pakistan, in Anthropological Papers of the American Museum of Natural History, XLVII, New York 1959; M. Bussagli, Culture protostoriche e arte delle steppe, in Le civiltà dell'Oriente, IV, Roma 1961.