MINUSINSK, Civiltà di
Il bacino di M., un'isola delle steppe circondata dalle colline boscose e ricche di minerali della Siberia meridionale, è incredibilmente ricco di reperti sparsi e di monumentali costruzioni sepolcrali (tumuli, cerchi di pietra con colossali menhir). Di conseguenza esso ha attratto in misura crescente collezionisti (come Tovostin) e studiosi (Adrianov, v. Merhart, Tallgren, Tepluchov, Kisëlev).
Nelle collezioni si notano immediatamente oggetti che ebbero affinità con le opere degli Sciti del Ponto, così che talvolta si è potuto ammettere che qui nel cuore dell'Asia sia sorto lo stile scitico di figurazione degli animali. I tentativi sintetici di Tepluchov e Kiselev mostrano ora il seguente sviluppo culturale ed artistico.
Fino a verso la fine del II sec. a. C. la zona di Minusinsk era saldamente in mano a gruppi europidi (civiltà di Afanasevo e di Andronovo). Rappresentazioni plastiche di uomini ed animali sono in questo periodo assai rare.
Intorno al 1000 a. C. si osserva l'irruzione di un gruppo di popolazioni che antropologicamente è vicino ai Tibetani o ai Cinesi del N. Esso sviluppa la Civiltà di Karasuk i cui bronzi sono per la prima volta ornati con piccole plastiche di animali (coltelli con manico a testa di animale).
All'incirca a partire dal VI sec. a. C. inizio del periodo di Tagar, il tipo predominante della popolazione è di nuovo europide. Contemporaneamente si forma, sotto l'influsso di modelli occidentali (pontico-scitici) e meridionali (Shaka), dalla scultura di Karasuk uno stile di figurazione degli animali che corrisponde, dal punto di vista funzionale, a quello scitico e che, a sua volta, ha riavuto influenza nella zona di Ordos, nell'Altai, ma anche nell'occidente, soprattutto sulla civiltà di Ananino. Una serie di caratteristiche lo contraddistinguono da indirizzi stilistici simili, come la preferenza per l'orso e per la pecora e una particolare inclinazione per la fusione del bronzo, di fronte a cui la tecnica della dinamica ritornò completamente indietro. È comprensibile che manchi qualsiasi influsso greco. Come nella Russia meridionale viene impiegato l'animale arrotolato e si tende in generale ad uno sviluppo che conduce da forme naturalistico-monumentali a forme puramente ornamentali (v. animalistico, stile; scitica, arte).
All'incirca nel I sec. a. C. nuovi invasori penetrarono dall'oriente nel bacino di Minusinsk, probabilmente una espansione dello stato dominato dagli Hsiung-nu. Essi si amalgamano con la popolazione di allora e danno all'arte un nuovo aspetto. Rivive una plastica realistica i cui modelli si trovano in Cina, nelle note statuette sepolcrali, ma d'altro canto si diffondono motivi come viticcio geometrico e corno d'ariete, che preannunciano già l'arte artigiana dei popoli che vivono oggi in Siberia. Lo stile di figurazione degli animali, tranne pochi relitti, è vittima di questa evoluzione.
(K. Jettmar)
Bronzi di Minusinsk. - Le antichità di Minusinsk godono di grande notorietà grazie all'eccezionale abbondanza dei singolari manufatti in bronzo, che possono essere attribuiti alla metà del I millennio a. C. Quasi tutti i principali musei di Europa possiedono serie di antichità di questa regione e nel museo della città stessa di Minusinsk si trovano più di 20.000 oggetti della cultura locale.
La stragrande maggioranza di questi bronzi sono stati ritrovati casualmente in lavori agricoli nella seconda metà del secolo scorso. Inoltre fino ad oggi sono state esplorate con scavi alcune centinaia di kurgan (tumuli) contenenti oggetti di questa civiltà, nota anche coi nomi di Cultura dei kurgan o di Tagar, e sono stati scoperti i luoghi degli abitati, che si distinguono, come i kurgan, per un inventano eccezionalmente modesto.
Le sepolture della Cultura di Tagar presentano esteriormente un recinto ad angoli retti fatto di lastre di pietra poste verticalmente; agli angoli di questo recinto si trovano quattro grosse pietre. Assai diffusa è pure la variante, cronologicamente posteriore, che presenta dei recinti con sei, otto o dieci pietre poste verticalmente ai lati del recinto negli spazi vuoti tra le pietre angolari. L'interno del recinto è riempito da un cumulo poco elevato che ricopre le tombe sotterranee. Queste ultime sono formate da fosse ad angolo retto con le pareti a strapiombo, profonde un metro e più. Sul fondo di tale fossa tombale, in una gabbia fatta di travi o di lastre di pietra, giacciono i sepolti in posizione distesa con la testa rivolta a occidente oppure a oriente. Superiormente queste celle tombali sono coperte da lastre di pietra e la metà superiore della fossa è riempita di terra. In ogni recinto si trovano da una a quattro di queste tombe e in ogni tomba da uno a tre e anche più defunti. Nei grandi kurgan di epoca tarda si trovano sepolture collettive contenenti fino a cento e anche più deposizioni.
L'indagine sugli abitati dell'epoca tagarica attesta che la popolazione della valle di Minusinsk conduceva, in quell'epoca, vita sedentaria. Le case erano di legno, tagliato con la scure. Vi sono anche dati che indicano l'esistenza di iurte (tende) ricoperte di feltro. Una delle occupazioni principali era l'agricoltura, e ciò si deduce dal fatto che si trovano avanzi di impianti di irrigazione e una notevole quantità di falci di bronzo. A quell'epoca si sfruttavano solo i terreni più favorevoli all'agricoltura nella striscia di steppa sulla riva destra dello Ienissei. Un posto importante occupava anche l'allevamento del bestiame. In tutte le sepolture si sono trovate ossa di grandi e piccoli animali cornigeri e in minor quantità anche di cavalli. Pure la caccia aveva il suo posto. E a giudicare dai perfetti ami di bronzo e dalle lenze di tendine trovate nelle tombe, si può asserire che le popolazioni di Tagar si occupavano anche di pesca. Assai poco sappiamo del loro modo di vestire. In base ad alcuni insignificanti resti trovati nelle tombe, possiamo tuttavia concludere che il materiale principale con cui erano confezionati gli abiti erano le pelli e le pellicce degli animali. Caratteristico è il fatto che tanto gli uomini quanto le donne portavano alla cinta, in fodere di pelle, dei piatti coltelli di bronzo e delle lesine dal taglio quadrato, come pure, in fodere di pelle e pelliccia, degli specchi di bronzo. Gli uomini portavano inoltre nei foderi di pelle attaccati alla cinta martelli a punta, in bronzo (scuri da guerra), mentre le donne avevano artistici pettini in osso o in corno e spilloni di zanne di mòsco (cervide muschiato). In qualità di amuleti portavano zanne di lupo e di volpe forati alla radice. I vestiti erano ornati con ogni sorta di placche di bronzo. Avevano orecchini, anelli e svariatissime collane. Poco sappiamo dei loro mezzi di locomozione. Si può solo affermare che il cavallo era usato come cavalcatura. Le briglie e i loro ornamenti erano analoghi a quelli scitici e altaici e avevano morsi di bronzo in due pezzi terminanti con asole a forma di staffa e con anelli.
I numerosi manufatti artistici in bronzo attestano l'alta tecnica raggiunta dalla fusione. Nella valle di Minusinsk all'epoca tagarica la metallurgia comincia ad assumere l'aspetto di una particolare branca della produzione e le opere in bronzo di questa cultura si diffondono ampiamente nella Siberia occidentale e orientale. La specializzazione dei fonditori e l'uso delle loro opere per lo scambio sono attestati dalla grande quantità di opere marcate con contrassegni degli artigiani. In bronzo venivano eseguiti non solo i massicci utensili e gli oggetti dell'armamento, ma anche i minuscoli aghi usati per cucire con fili di tèndini.
Le ceramiche erano prodotte in serie. In ogni tomba si trovano immancabilmente recipienti di argilla a forma di barattoli con una strisciolina di ornamento sull'orlo del collo. Nonostante la mediocre qualità dei vasi di argilla è evidente che essi erano tenuti in gran conto. Molti recipienti trovati nelle tombe sono rotti o incrinati, e poi riparati con cura; molti vasi hanno bordi rotti e sono stati poi accomodati in modo da diventare delle scodelle basse. Si trovano anche vasi di legno.
L'armamento era costituito dagli archi con le frecce, dai pugnali e dai già ricordati martelli a punta. Le punte delle frecce sono molto varie. Le punte di bronzo, per lo più a tappo, sono di due tipi: piatte, a forma di foglia, e triangolari. Le punte di osso si distinguono per la loro grossezza e per la varietà delle forme. Alcune sono a tappo e ripetono le forme di quelle di bronzo, altre sono a gambo. La grande varietà di tipi e aspetti delle punte delle frecce sembra dimostrare che non vi erano artigiani specializzati nella loro fabbricazione.
Nell'epoca esaminata la popolazione di Minusinsk era evidentemente organizzata in una forma di primordiale comunità e non vi erano differenziazioni in base al censo con preminenza delle famiglie ricche e nobili, come le conosciamo invece nella Scizia e presso le popolazioni montane dell'Altai (v.). Ciò si spiega con l'assenza di una grande economia di allevamento. Dal livello medio comune emergevano solo gli artigiani grazie all'eccezionale sviluppo della metallurgia.
Particolare attenzione merita l'arte figurativa di M. e, in primo luogo, la raffigurazione degli animali, sia in rilievo sia in opere di scultura. I motivi principali erano: il cervo con le corna lunghe e le gambe piegate sotto il corpo come nel salto; il montone di montagna e il caprone, la tigre e un animale rapace della famiglia dei felini arrotolato su se stesso in forma di anello; più raramente il cinghiale, l'alce, il lupo, il cavallo e la testa del grifone. Assai caratteristico per gli artisti di M. era l'uso di ornare con immagini di animali i manici dei pugnali e dei coltelli, le imbracciature degli scudi, i martelli a punta e le asce. L'arte figurativa di Minusinsk, il suo cosiddetto stile animalistico (v. animalistico, stile), viene di solito messo in rapporto con l'arte scitica o con quella delle genti della Siberia meridionale della stessa epoca. Vi si era soliti vedere un riflesso degli antichi legami scito-siberiani degli abitanti di M. con l'occidente. Dopo gli scavi eseguiti nei kurgan di epoca scitica trovati nell'Altai, si vede che vi sono legami incomparabilmente più stretti tra l'arte di Minusinsk e l'arte scito-sassanide. Nonostante l'alto grado di realismo insito nelle raffigurazioni degli animali e il loro indubbio valore artistico, i motivi delle opere d'arte di Minusinsk sono più poveri di quelli delle opere scitiche e, in particolare, di quelle dell'Altai (v.).
Nasce spontanea la domanda come mai, essendo così modesto l'inventario funebre delle tombe a kurgan, vi sia una tale abbondanza di ritrovamenti casuali di opere di bronzo di M., ritrovamenti che sono, per di più, di solito concentrati in luoghi determinati e di area limitata. Questo si spiega con l'esistenza del rito del secondo seppellimento. Gli studiosi dei kurgan hanno notato più di una volta che scheletri di persone giacenti in tombe certamente non manomesse erano incompleti. Spesso in tali tombe mancano singole parti dello scheletro, in particolare mancano le estremità o il cranio, mentre le altre ossa si trovano in ordine rigidamente anatomico. In alcuni casi le ossa dello scheletro erano ammucchiate. Da ciò si è dedotto che da principio i cadaveri venivano messi temporaneamente, con tutto l'inventario funebre, in speciali cimiteri sulla superficie della terra e solo in seguito, trascorso un certo periodo di tempo, venivano sepolti nelle tombe sotterranee. Lo stato degli scheletri nelle tombe riflette lo stato di conservazione dei cadaveri al momento del secondo seppellimento. Una parte notevole dell'inventario funebre rimaneva sul posto dove era stato inizialmente deposto il defunto.
Si calcola, per analogia con simili oggetti scitici, che l'epoca della cultura del bronzo di Minusinsk abbracci i secoli VII-III a. C. Mentre in occidente in quest'epoca predominano già i manufatti in ferro, nella valle di Minusinsk essi non sono ancora diffusi. Negli ultimi secoli prima dell'età cristiana vi appaiono pugnali e coltelli di ferro e oggetti eseguiti contemporaneamente in bronzo e in ferro.
L'appartenenza etnica della popolazione della valle di Minusinsk nell'epoca esaminata non è ben nota. Il suo tipo fisico, un europide chiaramente definito, senza alcuna mescolanza di componenti mongoloidi, è geneticamente collegato al tipo della popolazione della Siberia meridionale dell'epoca precedente. È molto probabile che si tratti di quegli europidi che sono noti dalle fonti cinesi con gli appellativi di o din lin.
(S. I. Rudenko)
Bibl.: T. R. Martin, L'âge du bronze au Musée de M., Stoccolma 1893; V. Radlov, Sibirskija drevnosti (Antichità siberiane), in Materialy po archeologii Rossii, 3, 5, 15, 27, Pietroburgo 1888-1902; A. M. Tallgren, Collection Tavostine des antiquités prehistoriques de M., Helsingfors 1917; S. A. Tepluchov, Opyt klassifikacii drevnych metalličeskich kul'tur Minusinskogo kraja (Tentativo di classificazione delle antiche culture metalliche della regione di M.), in Materiali etnografici, IV, 2, Leningrado 1919, p. 41 ss.; G. v. Merhart, Bronzezeit am Jenissei, Vienna 1926; S. A. Tepluchov, Drevnemetalliceskie kul'tury Minusinskogo kraja (Culture metalliche antiche della regione di M.), in Priroda, 6, 1929, p. 539 ss.; M. P. Griazynov, Drevnjaja bronza minusinskich stepej (Antichi bronzi delle steppe di M.), in Trudy otdela istorij pervobytnoj kul'tury, I, (Gosudarstvennyi Ermitaž), Leningrado 1941, p. 238 ss.; H. Gaul, Observations on the Bronze Age in the Yenisei Valley, in Papers of the Peabody Museum, Cambridge Mass. 1943, XX, p. 149 ss.; K. Jettmar, The Karasuk Culture and its South-Eastern Affinities, in The Museum of the Far Eastern Antiquities, Bull. n. 22, Stoccolma 1950, p. 83 ss. La migliore sintesi in: S. V. Kiselev, Drevnjaja istorija-Južnoj Sibiri (Storia antica della Siberia meridionale), 2° ediz., Mosca 1951.
(K. Jettmar - S. I. Rudenko)