NORDICHE, CIVILTÀ
. Sotto questo termine si comprendono le civiltà preistoriche, svoltesi intorno al Mare Baltico. Appartengono a questo territorio la Danimarca, la Svezia, la Norvegia e la Germania settentrionale. La preistoria dell'Europa settentrionale comincia più tardi di quella delle altre regioni europee, e si può riconoscere, almeno in forma di stazioni stabili, soltanto in epoca posteriore alla scomparsa degli ultimi ghiacciai scandinavi, allorché il Baltico fu liberato dai ghiacci. I primi ritrovamenti, relitti naturali dell'epoca glaciale, costituiscono i prodromi della civiltà megalitica, caratterizzata dalle tombe costruite in grandi blocchi di pietra. Questa antichissima civiltà nordica si rivela sempre più autonoma rispetto a quella dell'Europa occidentale, qualunque possa essere stato l'influsso proveniente dall'Ovest e dal Sud.
Alla fine del Paleolitico, e poi durante il Mesolitico (in un'epoca che si aggira intorno all'8000 a. C.), le trasformazioni climatiche e geofisiche del Baltico - dapprima mare aperto salato (epoca della Yoldia), poi mare chiuso (epoca dell'Ancylus), infine ancora mare aperto (epoca della Litorina) - crearono le condizioni esterne sotto la cui ferrea necessità la razza nordica costituì il proprio carattere particolare fisico, psicologico e sociale. Sotto l'impero dell'ambiente, caratterizzato dai bruschi cambiamenti di clima, si giunse nell'Europa settentrionale all'invenzione di uno dei più importanti utensili dell'umanità, l'ascia, per opera di quegli abitanti delle dune, che in origine erano stati pescatori e cacciatori. Nell'età della pietra più recente - caratteristiche della quale sono la sedentarietà, l'economia agraria e l'aratro, i principî dell'ordinamento sociale, dell'industria e del commercio, la ceramica e il penfezionamento degli utensili litici mediante la levigazione - la razza nordica, tendente all'espansione, raggiunse un alto livello culturale nella forma di una comune civiltà indo-europea, la quale sembra sussistere, nonostante la mancanza di tracce archeologicamente accertabili di una popolazione primitiva indo-europea, che avrebbe avuto la sua sede originaria nella Scandinavia.
Se anche il territorio nordico non è stato nel periodo neolitico così unitario come O. Montelius ammetteva in passato in base ai tipi di asce e di tombe, e se anche le indagini compiute in Germania hanno messo sempre più in chiaro la presenza di sviluppi particolari, quali la civiltà delle tombe individuali, che sta in relazione con la ceramica a cordicella (Schnurkeramik) della Germania centrale, e che si è diffusa dallo Jütland occidentale, e la civiltà delle anfore sferiche (Kugelamphorenkultur) a est del Harz, tuttavia sussiste sempre una serie di caratteri comuni del Neolitico nordico, quali specialmente le tombe megalitiche, tra le quali si susseguono cronologicamente i dolmen, i "letti dei giganti", le tombe a corridoio e le tombe a sarcofago di pietra; nonché la ceramica a ornamentazione profondamente graffita e a struttura rigidamente tettonica, con numerose varietà; le armi e gli strumenti stupendamente lavorati in selce levigata, asce da lavoro e da combattimento in pietra di roccia; finalmente l'uso e la lavorazione frequente dell'ambra, "l'oro del nord", che ha ivi la sua patria, e sulla quale più tardi si fondò il commercio del mondo antico, servente allo scambio di materie prime e di merci.
La relativa continuità della civiltà nordica dal Neolitico fino ai tempi storici, al principio dei quali sono colà stabiliti i Germani, dà il diritto di ravvisare negli abitanti dell'area culturale nordica nell'età della pietra i primi Germani. Migrazioni partite da questo territorio hanno portato all'occupazione di un territorio che va dalla Germania orientale fino alla Russia meridionale. Cominciano allora ad aumentare le immigrazioni e gl'influssi stranieri dal Sud e dall'Est. Tuttavia durante l'età del bronzo, col migliorarsi delle condizioni naturali in dipendenza del clima fattosi più asciutto e più caldo durante il 2° millennio a. C., la civiltà germanica settentrionale, aiutata dall'accrescersi del commercio, si sviluppò fino a un'altezza mirabile la quale supera indiscutibilmente per i suoi prodotti, per la nobiltà della forma e il gusto dell'ornamentazione degli oggetti bronzei, la corrispondente civiltà del bronzo della Germania meridionale e occidentale, e attesta l'alto tenore di vita dei suoi rappresentanti. Si costituisce un'industria stabile e altamente progredita della fusione del bronzo, in confronto della quale l'industria della ceramica rimane assai modesta.
Su suolo nordico è nata la fibula, nonché la spada di bronzo ad antenne, grandi corni (detti Lur), vasi ansati splendidamente ornati, simboli religiosi, dischi d'oro, ruote, svastiche (croci uncinate), e nel Settentrione scandinavo disegni e pitture rupestri. Queste manifestazioni sono per buona parte in rapporto con il culto dei morti, come del resto è caratteristico dell'età del bronzo nordica un intenso culto dei defunti, che si manifesta con imponenti tumuli riccamente decorati, entro i quali, intorno al 1500 a. C., predomina l'inumazione. Quest'età del bronzo nordica presenta una tendenza a forme tormentate ed esagerate.
Le tombe a inumazione, costituite da ampie casse ricavate da tronchi d'albero nelle quali uomini e donne sono collocati con completo abbigliamento e ornamenti, sono seguite cronologicamente da quelle a cremazione, le quali sono fittamente collocate l'una accanto all'altra, in urne fittili. Il tipo più caratteristico e più frequente di tali grandi campi di urne è dato dai cosiddetti Lausitzer Gräber (tombe di Lusazia) della Germania orientale, che si stendono dall'E. dell'Oder fino in Ungheria. Questa civiltà, caratterizzata da un alto sviluppo della ceramica, ma povera di bronzo, non è certamente slava, ma piuttosto illirica; altri la ritengono germanica.
Nell'età del bronzo più recente (circa il 1000 a. C.) il commercio del Settentrione germanico con le regioni del Mediterraneo assunse un forte sviluppo, e numerosi ritrovamenti segnano le vie da esso percorse. A tali relazioni commerciali è dovuta l'abbondanza dell'oro (vasi, anelli, dischi solari, ecc.) dalla quale è caratterizzato in modo del tutto particolare il territorio culturale germanico di quest'epoca. Intorno al 1000 a. C. si trovano le prime tracce del nuovo metallo, il ferro; ma nel territorio nordico propriamente detto esso è introdotto soltanto verso l'800. Ai primordi dell'età del ferro appartengono le urne cinerarie con volto umano, rilevato sul collo; esse sono specialmente particolari del territorio della bassa Vistola e delle sue tombe a sarcofago di pietra. La civiltà dell'età del ferro non è altro che l'ulteriore sviluppo della civiltà dell'antica popolazione germanica sotto l'influsso crescente di civiltà straniere, specialmente della celtica a Sud, dell'illirica a SE.
Sono tuttora in corso le indagini volte a determinare le migrazioni e l'avanzata dei Germani, distinti in Germani occidentali sino al Basso Reno, e Germani orientali sino alla Bassa Vistola, verso O., S. ed E., determinazione che si effettua specialmente sulla base della diffusione delle forme delle tombe e della suppellettile funeraria: a fissare i singoli gradi di sviluppo (provvisoriammte quattro) della civiltà nel periodo dal 750 a. C. all'inizio dell'era cristiana; a stabilire le relazioni di tale civiltà con quelle contemporanee di Hallstatt e di La Tène. È specialmente da rilevarsi il progredire dal Nord delle tombe a incinerazione germaniche di contro alle tombe a inumazione celtiche. Nei territorî di confine sorgono quindi i "castelli", i quali nel territorio propriamente nordico sono di origine tarda.
Più tardi i Romani subentrano ai Celti nella lotta contro í Germani. Dai Cimbri e Teutoni, venuti dal territorio nordico, fino alle stirpi germaniche dell'età più tarda delle migrazioni, l'intera età romana della Germania tra il Reno e il Danubio è piena delle tracce di questa lotta. I prodotti della civiltà classica del Mezzogiorno sono penetrati non solo presso i Germani delle regioni di confine, ma anche più in là nella Germania indipendente, fino al Baltico. Le condizioni della Germania al principio dell'epoca storica, per le quali la Germania di Tacito è una fonte di prim'ordine, e finalmente l'età delle migrazioni germaniche in senso stretto, le quali diradarono fortemente la popolazione del territorio nordico, e soprattutto della Germania orientale, nonché la graduale avanzata degli Slavi a partire dal sec. IV d. C., non rientrano nell'ambito della presente trattazione. (V. germania; germanici, popoli).
Bibl.: M. Ebert, Reallexikon der Vorrgeschichte, s. v. Nordischer Kreis; E. Rosenberg, Kulturströmungen in Europa zur Steinzeit, Copenaghen 1931; H. Güntert, Der Ursprung der Germanen, Heidelberg-Berlino 1934.