Civita Castellana
. Cittadina in provincia di Viterbo; sorse in età non precisata nel sito dell'antica Falerii, distrutta dai Romani nel 241 a. C. Fece parte dei domini della Chiesa dal secolo VIII al XLV, quando fu data in vicariato ai Savelli. È ricordata in VE I XIII 2, assieme a Perugia, Orvieto e Viterbo (De Perusio, Urbe Veteri, Viterbio, nec non de Civitate Castellana...), come una delle città delle quali propter affinitatem quam habent cum Romanis et Spoletanis, nichil tractare intendimus, che non possono cioè essere prese in considerazione per la ricerca del volgare illustre, a causa della parentela coi bruttissimi volgari dei Romani e degli Spoletani, condannati in precedenza (I XI 2-3).
Per il Poletto (il quale, inoltre, intende Civitavecchia invece di Orvieto), si tratta non di C.C., ma di città di Castello. A parte il fatto che alcuni cronisti, come Salimbene (Cron., ediz. Scalìa, Bari 1966, 53, 776) e G. Villani (IX 226 e 253, X 51, XI 37 e 63) riportano il toponimo ‛ Città de Castello ' o ‛ di Castello ', e non si vede quindi perché in D. dovrebbe mancare il ‛ de ' (o il ‛ di '), si può osservare con il Marigo (il quale si rifà a Flavio Biondo Italia illustrata, Basilea 1559, 249) che tutte e quattro le città nominate appartengono alla ‛ Tuscia ' (una delle dextri regiones di VE I X 7), in quanto si trovano a destra del corso del Tevere. Città di Castello, invece, è sulla sinistra del fiume, nella zona ove questo esce dalla piana di Sansepolcro.
Bibl. - G. Poletto, Dizion. dant., Siena 1885; G. Crocioni, Ragguaglio dell'Enciclopedia dantesca di G.A. Scartazzini, in " Rivista Bibliogr. Ital. " II (1897) 10-11; D.A., De vulg. Eloq., a c. di A. Marigo, con appendice di aggiornamento a c. di P.G. Ricci, Firenze 1957, ad l.
civitade. - Il sostantivo ha un'unica occorrenza, in Cv IV IV 13, ove Roma è detta civitade imperatrice, che ebbe da Dio... spezial nascimento, e... spezial processo.
Dal contesto, e particolarmente da quanto prima D. aveva detto sull'origine divina del popolo romano, si deduce che c. vale per D. non tanto " città " nel senso di urbs, quanto di civitas, se non addirittura di stato o nazione; infatti il nascimento e il processo di Roma non sono certo la " fondazione " e il successivo " ampliarsi " della città, bensì il sorgere della stirpe dei Romani e la loro storia, entrambi interpretati come oggetto di un disegno di Dio. V. anche CITTÀ.