CIVITA CASTELLANA (A. T., 24-25-26)
CASTELLANA Cittadina della provincia di Viterbo, situata nell'altipiano che declina dai Monti Cimini verso il Tevere. L'abitato sorge su un banco tufaceo riposante su ghiaie plioceniche (145 m.), che scende a sud con margine ripidissimo, sul torrente Vicano, a N. sul Fosso Maggiore; i due torrenti si riuniscono poi a E. del paese a formare la Treia (Tevere). L'abitato è perciò ben accessibile solo da O., donde vi si arriva per l'antica rotabile Roma-Viterbo; da E. risale una più recente strada, profondamente intagliata per più tratti nel tufo, e oggi percorsa da tramvia. La cittadina, cinta ancora in parte da mura, e alla quale alcuni bei palazzi conferiscono aspetto urbano, ha per centro la piazza Vittorio Emanuele; le viuzze secondarie conservano ancora il loro carattere medievale. Il centro ha (1921) 5054 ab. (ne aveva 2035 nel 1701,2393 nel 1782, 1754 nel 1811, 3350 nel 1853, 4064 nel 1871 e 4737 nel 1901); l'intero comune (83 kmq.) ne ha 5922; esso comprende vaste estensioni coltivate a vigneto e a cereali, e aree pascolative; la popolazione sparsa in campagna è poca (736 ab.). La stazione ferroviaria della linea Roma-Firenze è a 9 km., a Borghetto (fraz. di 132 ab.), ma le comunicazioni sia con Roma sia con Viterbo si effettuano per mezzo della ferrovia secondaria Roma-Civita Castellana-Viterbo.
Monumenti. - Resti di plutei del sec. VII testificano l'antica fondazione della cattedrale, probabilmente ricostruita dopo il Mille, alla quale Iacopo di Lorenzo col figlio Cosma (v. cosmati) costruì (1210) una nuova facciata a grande portico in due ali, con ingresso nel centro a guisa di arco trionfale ispirandosi a motivi classici così da precorrere il Rinascimento. Della stessa epoca sono i plutei della schola cantorum. La rocca fu eretta da Alessandro VI nel 1494, su pianta pentagonale con tre baluardi. Giulio II nel 1512 vi fece innalzare il maschio ottagono da Antonio da Sangallo. Ha decorazioni di Amico Aspertini e degli Zuccari.
Nei dintorni, la chiesa di S. Maria dei Falleri fu consacrata tra il 1143 e il 1186. È costruita con pianta di tipo cisterciense a tre navate, largo transetto sporgente ai lati e cinque absidi sul lato di fondo. L'architettura è ancora del romanico borgognone che usa vòlte a botte sestiacute. Al portale maestro Lorenzo e il figlio suo Jacopo diedero struttura romanica. (Per la città antica, v. falerii).
V. tav. CXXV.
Bibl.: G. Clausse, in Revue de l'art chrétien, 1897, pp. 271-79; O. del Frate, Guida storica e descrittiva della Faleria Etrusca (Civita Castellana), Roma 1898; A. Munoz, in Boll. d'arte, V (1911), pp. 121-34.