clanismo
s. m. Prevalenza degli interessi di un gruppo su quelli di un’intera collettività.
• Ségolène [Royal] (alla quale ha fatto eco un altro sconfitto delle presidenziali, François Bayrou ‒ «[Nicolas] Sarkozy è il portavoce di un clan, non il presidente di una nazione») usa con disinvoltura l’arma che fino ad oggi ha effettivamente indebolito il rivale: l’attacco all’immagine e ai comportamenti, accreditando una deriva di onnipotenza e di clanismo, essendo spuntate quelle della critica al programma riformatore e della mobilitazione popolare e sindacale. (Massimo Nava, Corriere della sera, 11 luglio 2008, p. 1, Prima pagina) • Mohamed A. Mohamed, anche detto «Farmajo», poeta e professore dell’Università di Buffalo, ha tentato ‒ dice l’ong Migrare ‒ di superare il tradizionale clanismo della società somala facendo intravedere, a generazioni che non hanno mai conosciuto la normalità e la pace, un’inizio di amministrazione normale: dalla sanità alla scuola, dall’illuminazione alle pensioni. (Unità, 30 novembre 2011, p. 34, Mondo) • Per dare voce a chi l’ha perduta occorrono ambizioni che possono essere coltivate a patto di mettere da parte personalismi ed egoismi. Il clanismo e il tribalismo politico hanno già fatto troppi danni al nostro Paese. (Gennaro Malgieri, Tempo, 26 novembre 2012, p. 12, Lettere & Commenti).
- Derivato dal s. m. inv. clan con l’aggiunta del suffisso -ismo.
- Già attestato nella Stampa del 10 novembre 1919, p. 3, Cronaca cittadina (Leonardo Coen).