CLAQUE
Vocabolo francese che letteralmente significa colpo dato col palmo della mano. Nel gergo teatrale viene così chiamata, per estensione, un'organizzazione d'individui pagati per applaudire e determinare il successo di autori e attori. La claque si può dire nata con lo stesso teatro, ma il suo primo impiego ufficiale pare si debba a Nerone, che secondo Svetonio (Ner., 20) fece venire dalla Grecia dei maestri specialisti di claque. Gli applausi si distinguevano in bombi, che imitavano il rumore sordo e continuo del ronzio delle api, imbrices, che risuonavano come la pioggia sulle tegole, e testae, il cui suono era quello di un vaso di creta che si rompe. Le persone addestrate erano chiamate iuvenes, i capi curatores. Erano 5000, e la loro paga annua era di 40.000 sesterzî. Nel sec. XVIII in Francia certe rivalità di attrici fecero rinnovare il costume di pagare degli spettatori incaricati di applaudire; ma solo durante il primo Impero la claque si organizza stabilmente. Ogni teatro ha allora un suo capo claqueur e da allora il costume si è conservato in quasi tutti i teatri moderni. Nel Settecento il posto della claque era la platea, in cui non v'erano un tempo che posti in piedi; attualmente è il loggione - per quanto una claque ben organizzata abbia cura di disseminare quasi in ogni categoria di posti i suoi agenti.