Bow, Clara
Attrice cinematografica statunitense, nata a New York il 29 luglio 1905 e morta a Los Angeles il 27 settembre 1965. Con la sua carica trasgressiva, i caratteri fisici colmi di sensualità (capelli rossi, occhi neri, bocca a cuore), il comportamento disinibito, la B. incarnò sugli schermi il tipo della ragazza emancipata, irruenta e sessualmente disinvolta dei ruggenti anni Venti. Come nel caso delle eroine dei racconti di F.S. Fitzgerald, la sua femminilità sregolata segnò tutta un'epoca e un costume statunitensi, quelli della convulsa e 'notturna' età del jazz, e costituì uno dei primi esempi di sex symbol cinematografici.
La B. ebbe un'infanzia e un'adolescenza difficili, nelle stradine di Brooklyn, immersa in una situazione familiare nevrotica e violenta. Superata l'opposizione del padre al suo desiderio di diventare attrice, approdò al cinema dopo aver vinto, nel 1921, un concorso di bellezza. Trasferì la sua connaturata sregolatezza nella scalata a Hollywood, dove fu al centro di scandali, di passionali e burrascose relazioni amorose, per es. con il regista Victor Fleming, che la diresse in Mantrap (1926; Una maschietta tutto pepe) e in Hula (1927), o con l'attore Gary Cooper, con cui recitò, nel ruolo di una compiacente crocerossina contesa da due aviatori rivali, in Wings (1927; Ali) di William Wellman, il primo film premiato con l'Oscar, nel 1929. La B. fu la versione spregiudicata di quel fascino androgino di cui, nello stesso periodo, Louise Brooks rappresentò il lato torbido e sofisticato. Il suo irresistibile sex appeal si imponeva sugli schermi in scene erotiche anche esplicite, alla vigilia della censura introdotta dal codice Hays (1930). Diede vita così a personaggi conturbanti come quello di Betty Lou Spence, la prorompente commessa di It (1927; Cosetta), da un racconto di E. Glyn, che fu anche il produttore del film diretto da Clarence G. Badger (e, non accreditato, da Josef von Sternberg); film che la rese celebre come la It girl, la ragazza con 'quel certo non so che', idolatrata da folle di ammiratori. Il carteggio intimo e compromettente della B. fu reso pubblico dalla sua segretaria e il rumore che ne seguì la costrinse a lasciare Hollywood. La sua 'stella' tramontò rapidamente, così come era sorta. Nel 1931 aveva sposato l'attore-cow boy Rex Bell (George F. Beldam) e, a seguito di un crollo psicologico, si ritirò con il marito in un ranch. L'insuccesso del breve ritorno sugli schermi nel 1932-33 la convinse ad abbandonare precocemente la carriera, ma rimasero di lei il ricordo dell'effervescenza recitativa, della disinvoltura erotica e la sua immagine di 'maschietta', in film come Kiss me again (1925; Baciami ancora) di Ernst Lubitsch, Children of divorce (1927; I figli del divorzio) di Frank Lloyd, The Saturday night kid (1929; Lui… lei… l'altra…) di Edward Sutherland, Get your man (1927; A caccia di marito) e, suo primo film sonoro, The wild party (1929; L'allegra brigata) entrambi di Dorothy Arzner, dove interpretò ruoli di fanciulle indiavolate, dattilografe, collegiali, commesse, ragazze da marito. Erano personaggi che esprimevano una femminilità ribelle e seduttiva, ma la B. seppe dare credibilità e spontaneità anche a improbabili bellezze esotiche come la figlia del piantatore di ananas in Hula, ambientato alle Hawaii. Nel 1999 le è stato dedicato il documentario televisivo, realizzato con materiali d'archivio da Hugh Munro Neely, Clara Bow: discovering the It girl.