Classe (Chiassi)
Nel Due-Trecento è assai diffusa la forma ‛ Chiassi ' del toponimo C. (latino Classis), dato in età augustea a un porto situato a circa 6 chilometri a sud di Ravenna, in cui riparava la flotta romana operante nell'Adriatico.
Sulla traccia dei primi chiosatori della Commedia (e in particolare di Benvenuto), di solito attenti ai richiami autobiografici del poema, gli studiosi di D. legati alle esperienze romanticopositivistiche del nostro Otto-Novecento - e tra essi un gruppo di letterati romagnoli e ravennati che si richiamava all'esempio di Corrado Ricci - hanno voluto riferire necessariamente all'itinerario dell'esilio dantesco anche il passo della seconda cantica relativo alla selva alla sommità del Purgatorio: tal qual di ramo in ramo si raccoglie / per la pineta in su 'l lito di Chiassi, / quand'Ëolo scilocco fuor discioglie (Pg XXVIII 19-21). Ciò si è fatto sulla base di una cronologia delle tre cantiche della Commedia e dell'itinerario di D. esule che oggi appare totalmente inaccettabile: cioè posticipando arbitrariamente al 1317 c. il tempo di composizione degli ultimi canti del Purgatorio e anticipando la venuta di D. a Ravenna allo stesso 1317. Ora che si è potuto stabilire con buona approssimazione che gli ultimi canti del Purgatorio risalgono agli anni 1312-1313, e che, d'altra parte, D. si trattenne a Ravenna con ogni probabilità solo negli ultimi anni di vita, si ha una volta di più motivo di dubitare della validità di quegli accostamenti fra persone, fatti e luoghi degli scritti di D. e la sua biografia esteriore; mentre ora quegli elementi vengono, assieme ad altri, vagliati e utilizzati per ricostruire l'itinerario spirituale e la storia poetica di Dante. Per cui alla critica d'oggi non interessa forse tanto sapere se e quando D. possa essere stato a Ravenna e nella vicina pineta di C., quanto piuttosto cogliere dai suoni e dalle vibrazioni silvestri, dall'atmosfera edenica espressa dal poeta il particolare significato religioso e artistico di un momento ben preciso dell'itinerario dantesco nell'oltretomba.
La rievocazione della pineta in su 'l lito di Chiassi non deve essere pertanto isolata nella sua mera significazione autobiografica, ma va considerata nel contesto poetico degli ultimi canti del Purgatorio; essa vuole essere intesa come contributo al ripristino di una mitica atmosfera di primitività edenica nella foresta del Purgatorio e forse anche come preparazione al sacro mistero della Chiesa trionfante, per quel tanto di suggestione sacrale che C., terra bagnata dal sangue dei primi testimoni del cristianesimo ravennate, poteva ispirare al poeta.
Bibl. - C. Ricci, L'ultimo rifugio di D., Ravenna-Faenza 1965, 65, 102, 103, 196; P. Zangheri, La divina foresta di D. nella storia, nella scienza, nel paesaggio, in D. - Atti della giornata internazionale di studio per il VII centenario - Ravenna 6-7 marzo 1965 (Società di Studi Romagnoli), Faenza 1965, 35-59; A.E. Quaglio, Il canto XXVIII del Purgatorio (in Lect. Scaligera II 1047-1048).