BUFFIER, Claude
Gesuita, nato a Varsavia da genitori francesi il 25 maggio 1661, morto a Parigi il 17 maggio 1737. Nominato insegnante di teologia a Rouen, venne in urto, per un suo opuscolo di Difficultés teologiche (s. l. 1696), con l'arcivescovo N. Colbert; e, condannato lo scritto, dové andare a Roma a giustificarsi. Assolto e ritornato a Parigi, collaborò dal 1701 al 1731 al Journal de Trévoux, pubblicando inoltre un numero notevole di opere di argomento religioso, filosofico, storico e letterario.
Tra queste opere, sono specialmente notevoli quelle filosofiche, la più importante delle quali è il Traité des premières vérités et de la source de nos jugements, ecc. (Parigi 1724: nuova ed. a cura di Fr. Bouillier, Parigi 1843). In bilico tra Descartes e Locke, il B. difende, a proposito di questo problema, una posizione che, se non partecipa di alcuna intenzione modernizzante e dà con ciò ragione ai difensori della sua piena ortodossia cattolica, si muove di fatto nel senso della critica all'innatismo e dell'analisi empiristica della conoscenza. Non afferrando propriamente il valore del cogito di Cartesio, il B. interpreta il suo principio dell'"evidenza" delle verità nel senso della loro fondazione sul consenso degli uomini, che è per lui il "senso comune". Da questo punto di vista, egli può dirsi, nonostante la sua relativa superficialità filosofica, un precursore della scuola scozzese del "senso comune": e di fatto egli fu largamente apprezzato e utilizzato dal vero fondatore di quella scuola, il Reid, ed esercitò anche influenza sulla genesi del pensiero di Lamennais. S'intende così, anche, come questo cattolico sia stato giudicato da Voltaire "l'unico gesuita che abbia dato un sistema ragionevole di filosofia", e come pagine intere del suo vasto Cours général et particulier des sciences sur des principes nouveaux et simples (di cui il Traité faceva parte) possano essere state letteralmente trascritte, naturalmente senza citazione d'autore, nella prima edizione dell'Enciclopedia francese.
Bibl.: Un elenco e un'analisi abbastanza minuta delle opere, con gli ulteriori rimandi, può trovarsi in P. Bernard, nel Dict. de théol. cath., II, i, coll. 1167-1173. Per quel che concerne la valutazione è più adeguato A. Bertrand, nella Grande Encyclopédie, VIII, p. 371; e cfr. Fr. Bouillier, Histoire de la philosophie cartésienne, parigi 1868, I, p. 587 segg., e nell'introduzione alla sua edizione, G. Sortais, a pagg. 77-85 del suo Le cartésianisme chez les jésuites français au XVIIe e au XVIIIe siècle, Parigi 1929, cerca di escludere gli elementi cartesiani dal pensiero del Buffier.