RULHIÈRE, Claude-Carloman de
Scrittore francese, nato a Bondy, presso Parigi, nel 1735, morto a Parigi nel 1791. Nella sua famiglia era tradizionale la carriera militare, a cui il giovane fu avviato dopo i primi studî. Nel 1758 era aiutante di campo del maresciallo L.-F.-A. Richelieu, a cui rimase legato da vincoli d'amicizia, specialmente con la figlia, la contessa d'Egmont, che esercitò sul suo spirito una particolare influenza, persuadendolo alla composizione di alcune opere letterarie e storiche che altrimenti non sarebbero state forse attuate. Divenuto segretario del barone di Breteuil, quando questi fu fatto ministro plenipotenziario presso la corte russa, il R. lo seguì a Pietroburgo, dove poté assistere alla rivoluzione del 1762, che, di ritorno in Francia, volle narrare nei suoi più minuti particolari e con quella viva adesione che gli derivava dall'osservazione diretta: l'Histoire ou Anecdotes sur la revolution de Russie en 1762 fu terminata nel 1768, come risulta dalla lettera di dedica alla contessa d'Egmont, che lo aveva indotto a quella fatica; ma l'opera, diffusa largamente in manoscritto, poté essere pubblicata solo nel 1797, alla morte di Caterina di Russia, che aveva usato la lusinga e la minaccia per impedirne la diffusione. Puramente occasionale è la genesi dell'Histoire de l'anarchie de Pologne et du démembrement de cette république (rimasta incompiuta, edita soltanto nel 1807, in 4 volumi), che gli fu commessa nel 1768 ad usum Delphini, del futuro Luigi XVI; l'opera va fino al 1770, ed è anch'essa di natura aneddotica, più che propriamente storica.
Intanto il R. acquistava larga notorietà negli ambienti intellettuali della capitale, specie con poesie, racconti, épîtres, di cui la più celebre è quella delle Disputes, inserita dal Voltaire nel suo Dictionnaire philosophique. Per desiderio del Breteuil, il R. scriveva gli Éclaircissements historiques sur les causes de la révocation de l'édit de Nantes et sur l'état des protestants en France jusqu'à nos jours (di fatto, sino al 1788), con lo scopo di dimostrare che la revoca dell'editto fu determinata da intrighi estranei ai motivi propriamente religiosi. Anche quest'opera toccava argomenti assai delicati e suscitava accese polemiche, tanto che rimase inedita al pari delle altre. Il R. così si veniva atteggiando a storico delle rivoluzioni, senza però riuscire a risalire al di là della cronaca e a cogliere gli aspetti più profondamente spirituali del fenomeno storico. Scoppiata la rivoluzione francese, non tardò ad assumere una posizione negativa: e infatti, per quanto il R. avesse mostrato di aderire all'ideologia filosofica del suo tempo, non pensava che a riforme parziali ed evolutive, giammai a una azione così violenta, che veniva a sconvolgere le stesse basi della vita civile e dei valori sociali, a cui egli si sentiva legato. Il R. era entrato nel 1787 all'Académie française.
Ediz.: Le sue opere sono per la maggior parte postume: la produzione poetica fu raccolta nel 1801, nel 1808 e infine nel 1819.