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Chabrol, Claude

di Giovanni Grazzini - Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)
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Chabrol, Claude

Giovanni Grazzini

Regista cinematografico, teatrale e televisivo francese, nato a Parigi il 24 giugno 1930. Redattore della rivista Cahiers du cinéma, ha svolto un'assidua attività di narratore e di critico, rivelando un temperamento estroso e combattivo. Dopo aver prodotto nel 1956 il cortometraggio Le coup du berger dell'amico J. Rivette, è stato il primo fra gli autori della nouvelle vague a cimentarsi nella regia con Le beau Serge (1957), film premiato al Festival di Locarno, in cui viene attentamente analizzato il confronto tra due amici (G. Blain e J.-C. Brialy) dalle personalità opposte sia sul piano morale sia su quello sociale; Les cousins (1958; I cugini), un 'melodramma allegro' sull'ambiente studentesco parigino, ha vinto a sua volta l'Orso d'oro al Festival di Berlino.

Si è rivelato sin dagli inizi grande valorizzatore di attori e soprattutto di attrici, molti dei quali per l'interpretazione dei suoi film hanno ricevuto premi prestigiosi: M. Robinson, vincitore della Coppa Volpi di Venezia nel 1959 per À double tour (A doppia mandata); I. Huppert, premiata a Venezia nel 1988 per Une affaire de femmes (Un affare di donne); S. Bonnaire, premiata a Venezia nel 1995 per La cérémonie (Il buio nella mente). Con Rien ne va plus (1997), interpretato sempre dalla Huppert, C. ha vinto la Concha de oro e la Concha de argento per la regia al Festival di San Sebastian.

Il successo commerciale e il sostegno dello sceneggiatore P. Gégauff (che lo ha affiancato per tre lustri) hanno segnato l'inizio di una carriera che, fra alti e bassi, è proseguita per oltre quarant'anni, e nel corso della quale la tradizione del realismo letterario e dell'analisi psicologica, il senso plastico dell'immagine, la misura della recitazione (C. ha diretto tutti i migliori attori francesi), la cura delle scenografie e dei dettagli, la proprietà dei toni, la mancanza di tempi morti e soprattutto un coscienzioso mestiere produrranno una cinquantina di film, spesso di piacevole svago, talvolta di buona qualità artistica. Intenzionato a "dare il mal di cuore ai borghesi", portando a galla l'ipocrisia che si annida nella società perbenista, C. si è applicato ai generi più diversi, offrendo studi di carattere, satire corrosive, pitture d'ambiente che lo hanno fatto apprezzare. Fra il poliziesco e il film di spionaggio degli anni Sessanta si notano, oltre al citato À double tour: il franco-italiano Landru (1962), ricco di humour nero; la triade La tigre aime la chair fraîche (1964; La tigre ama la carne fresca), La tigre se parfume à la dynamite (1965; La tigre profumata alla dinamite), Marie Chantal contre le dr. Kha (1965; Marie Chantal contro il dr. Kha), nati sulla scia di James Bond; Le scandal (1967; Delitti e champagne); La route de Corinthe (1967; Criminal story). Maggiore impegno, dopo lo scabroso Les biches (1968; Le cerbiatte), C. ha mostrato nel dramma intimista La femme infidèle (1968; Stéphane, una moglie infedele), nei 'gialli-neri' Que la bête meure (1969; Ucciderò un uomo), Le boucher (1970; Il tagliagole), La rupture (1970; All'ombra del delitto), Juste avant la nuit (1971; Sul far della notte); La décade prodigieuse (1972; Dieci incredibili giorni) con O. Welles, Docteur Popaul (1972; Trappola per un lupo), Les noces rouges (1973; L'amico di famiglia). Pagato un esplicito tributo al cinema d'azione denunciando la società dei consumi in Nada (1973; Sterminate Gruppo Zero), C. è tornato al poliziesco con Les innocents aux mains sales (1974; Gli innocenti dalle mani sporche), compiendo poi un'incursione nel fantastico con Alice ou la dernière fugue (1976; Alice o l'ultima fuga) e raccontando nuovi assassini in Les liens de sang (1977; Rosso nel buio) e in Violette Nozière (1978); ha tratto quindi da G. Simenon Les fantômes du chapelier (1982; I fantasmi del cappellaio).

Fra i suoi numerosi film si segnalano inoltre: Le sang des autres (1983; Il sangue degli altri), tratto da un romanzo di S. de Beauvoir, di cui esiste anche una versione televisiva; Poulet au vinaigre (1984; Una morte di troppo), interpretato da J. Poiret nel ruolo di un ispettore di polizia che tornerà anche in Inspecteur Lavardin (1985); Masques (1987; Volto segreto); Le cri du hibou (1987; Il grido del gufo), tratto da un romanzo di P. Highsmith; Jours tranquilles à Clichy (1989; I giorni di Clichy), un film 'piccante' tratto da H. Miller; una versione fedele di Madame Bovary (1991), ancora con la Huppert, e Betty (1992), due profili di donne infelici; L'enfer (1993; L'inferno), un saggio sulla gelosia lasciato incompiuto da H.-G. Clouzot.

Autore anche di numerosi spot pubblicitari, di regie televisive e teatrali, produttore e scrittore (l'autobiografico Et pourtant je tourne, 1976), attore in film propri e di altri, C. è un buon professionista del cinema, un moralista che senza possedere uno stile inequivocabile dà un aspro, sardonico giudizio sulle cose del mondo: "Mi considero - ha detto - un ottimista triste". Vedi tav. f.t.

bibliografia

M. Wood, R. Walker, Claude Chabrol, London 1970.

G. Braucourt, Claude Chabrol, Paris 1971.

A. Moscariello, Claude Chabrol, Firenze 1976.

A. Viganò, Claude Chabrol, Recco 1997; Claude Chabrol, a cura di R. Zemignan, Venezia 1988.

Vedi anche
Nouvelle vague Corrente cinematografica francese degli anni 1960. Si trattò di un fenomeno complesso, costituito da un insieme più o meno circoscrivibile di autori, di avvenimenti, di film, di idee e di concezioni della regia nell’ambito del quale però risulta difficile individuare i tratti comuni profondi che legarono ... cinema Il complesso delle attività artistiche, tecniche, industriali che concorrono alla realizzazione di spettacoli cinematografici (film) e anche l’insieme di questi, come opera complessiva, in quanto concreta espressione d’arte nel campo della fantasia o strumento d’informazione, di documentazione scientifica, ... François Truffaut Regista cinematografico (Parigi 1932 - Neuilly-sur-Seine 1984); critico cinematografico dal 1950, fu tra gli animatori di quel processo di rinnovamento del linguaggio cinematografico che prese il nome di Nouvelle Vague. Esordì nella regia con Les quatrecents coups (1959), narrazione in parte autobiografica ... Eric Rohmer Pseudonimo del regista cinematografico francese Jean-Marie-Maurice Schérer (Tulle, Corrèze, 1920 - Parigi 2010). Personalità tra le più ricche e originali del cinema francese del dopoguerra, fu protagonista della stagione della Nouvelle vague, dapprima come critico, poi come regista. Autore nel senso ...
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