Seyssel, Claude de
Nato a Aix-les-Bains nel 1450 circa e morto a Torino nel 1520. Figlio illegittimo dell’omonimo maresciallo di Savoia, formatosi negli studi giuridici, fu per dieci anni, dal 1487 al 1497, insegnante di diritto civile nello Studio di Torino, ma i forti legami della sua famiglia di origine con i duchi di Savoia lo avevano avviato, fin dal 1492, all’attività di consigliere politico prima con Carlo VIII e poi presso la corte sabauda. Nel 1498 passò al servizio di Luigi XII, che lo destinò in un primo momento alla cura di centri minori e periferici del suo dominio (Tolosa, Milano, Lodi), poi lo tenne stabilmente a corte, impiegandolo sia come consigliere sia come ambasciatore. In tale veste S. fu in Inghilterra nel 1506, per una delicatissima richiesta di alleanza, e poi in Svizzera, nel 1508 e nel 1511, per questioni riguardanti il ducato sabaudo con il quale mantenne solidi legami per tutta la vita. Al seguito di Luigi XII, S. tornò in Italia più volte, accompagnando la corte nella campagna contro Genova (1507) e poi nella più impegnativa e lunga guerra contro Venezia (1509). Fu poi inviato presso l’imperatore Massimiliano (1512) e presso il papa Leone X: a Roma si trattenne due anni, fino al 1514. Nel frattempo era stato nominato vescovo di Marsiglia (1509, ma effettivo nel 1511), e dopo l’avvento al trono francese di Francesco I si dedicò principalmente ai suoi compiti religiosi; mutata infine la sede del suo vescovato con quella di Torino, si riavvicinò definitivamente al suo ambiente di origine, riallacciando i contatti con la corte sabauda e mescolando fino alla morte l’attività di capo della sua diocesi con quella, abituale, di consigliere politico.
Fu scrittore prolifico e si occupò di vari argomenti: da quelli giuridici che risalgono alla sua formazione (lo Speculum feudorum fu stampato a Milano nel 1508), a quelli religiosi che lo impegnaronocome vescovo. È, per es., notevole, a ridosso dell’inizio della riforma luterana, la sua difesa dell’ortodossia nell’opera Adversus errores et sectam Valdensium, che uscì a Parigi nel 1520. Nel campo letterario-umanistico si distinse come traduttore di Senofonte, Giustino e Tucidide, ma le opere per cui è ricordato sono soprattutto quelle politiche, che hanno tutte una caratteristica apologetica della monarchia francese come si era realizzata con Luigi XII: da quelle scritte negli anni del lavoro politico, e a sostegno del lavoro stesso (la Oratio letta alla corte d’Inghilterra nel 1506, o La victoire du roy contre les Veniciens del 1510), a quella, più famosa, scritta nel 1515 come ripensamento della figura e dell’opera del suo re: La grant’monarchie de France, stampata a Parigi nel 1519.
Quest’ultima, dove si esalta in maniera quasi sacrale il potere del legittimo monarca, viene considerata uno dei primi attestati di quella che in seguito si configurerà come ideologia dell’assolutismo, ed è stata più volte accostata al forte individualismo del Principe, anche se, come è noto, l’opera di M. vuole essere la risposta a una situazione di estrema criticità, e chiede la fondazione di uno «stato nuovo», mentre quella di S. è la riconsiderazione descrittiva di un periodo concluso. I due autori sono comunque avvicinabili per l’aver vissuto lo stesso quadro politico, per molti anni, nello stesso modo, cioè come inviati e funzionari politici, e soprattutto per avere sempre affidato alla scrittura, sia negli anni dell’impegno sia successivamente, una importante funzione di accompagnamento e di chiarimento dell’impegno politico stesso.
Bibliografia: La monarchie de France et deux autres fragments politiques, éd. J. Poujol, Paris 1961.
Per gli studi critici si vedano: R. Cegna, Il Tractatus de Divina Providentia di Claudio de Seyssel, «Rivista di storia e letteratura religiosa», 1965, 1, pp. 109-16; J.R. Major, The renaissance mon archy as seen by Erasmus, More, Seyssel, and Machiavelli, in Action and convinction in early modern Europe, Princeton 1969; J.H. Hexter, The vision of politics on the eve of the Reformation: More, Machiavelli and Seyssel, New York 1973; I. Cervelli, Machiavelli e la crisi dello stato veneziano, Napoli 1974; N. Keohane, Claude de Seyssel and sixteenth-century constitutionalism in France, in Constitutionalism, ed. J.R. Pennock, J.W. Chapman, New York 1979; V. Benzo, Claude de Seyssel e l’Italia, Catania 2006; V. Benzo, La monarchia francese di Claude de Seyssel, Catania 2006; R. Boone, War, domination, and the monarchy of France: Claude de Seyssel and the language of politics in the Renaissance, Leiden-Boston 2007; F.A. Goria, Fra rinnovamento e tradizione: lo Speculum feudorum di Claude de Seyssel, Milano 2010.