Rains, Claude (propr. William Claude)
Attore teatrale, cinematografico e televisivo inglese, naturalizzato statunitense, nato a Londra il 10 novembre 1889 e morto a Laconia (New Hampshire) il 30 maggio 1967. Esordì sul grande schermo a quarantaquattro anni e, pur senza ottenere quasi mai ruoli principali, divenne ugualmente, tra gli anni Trenta e Cinquanta, uno dei più significativi e inconfondibili interpreti di opere di vario genere, dal film d'avventura al fantastico, da quello storico al melodramma, dal bellico-propagandistico alla commedia. Nonostante la bassa statura e la scarsa avvenenza, furono l'aspetto aristocratico, lo sguardo insinuante, vigile e infido, la voce ben impostata e la dizione suadente a conferirgli un'aria altera, destinata a tradursi quasi sempre in sinistra ambiguità oppure, nei rari personaggi positivi interpretati, in maturità disincantata ma rassicurante. Grazie a questa duplice connotazione interpretativa, ottenne quattro nominations all'Oscar come migliore attore non protagonista: nel 1940 per Mr. Smith goes to Washington (1939; Mr Smith va a Washington) di Frank Capra, nel 1944 per Casablanca (1942) di Michael Curtiz, nel 1945 per Mr. Skeffington (1944; La signora Skeffington) di Vincent Sherman e infine nel 1946 per Notorious (Notorious ‒ L'amante perduta) diretto da Alfred Hitchcock.
Figlio di un attore, fu attivo sul palcoscenico in Gran Bretagna sin dall'età di undici anni, per poi approdare negli Stati Uniti nel 1914. A metà degli anni Venti iniziò a lavorare nelle produzioni del New York Theatre Guild. Grazie all'elegante e perfetta dizione, ebbe molto successo con i personaggi e i dialoghi delle opere di B. Johnson, G.B. Shaw e L. Pirandello. Spesso sul grande schermo avrebbe in seguito interpretato adattamenti teatrali come Caesar and Cleopatra (1946; Cesare e Cleopatra) di Gabriel Pascal, da Shaw, e This love of ours (1945; Questo nostro amore) di William Dieterle, tratto da Come prima, meglio di prima di Pirandello. Anche il debutto cinematografico ebbe una forte impronta teatrale: nell'inquietante The invisible man (1933; L'uomo invisibile) di James Whale l'attore, nel ruolo del protagonista, esibì pressoché esclusivamente la sua preziosa voce, ora lucida ora spietata, mostrando il suo volto soltanto nell'ultima scena. R. rimase di fatto legato al fantastico nell'arco di tutta la sua carriera: lo dimostrano Here comes Mr. Jordan (1941; L'inafferrabile signor Jordan) di Alexander Hall, dove interpreta la parte di un angelo che smista spiriti di defunti, e Angel on my shoulder (1946; Infernale avventura) di Archie Mayo, dove invece è il Diavolo, eminenza grigia ultraterrena. Sul versante horror, impersonò l'anziano padre di Lon Chaney Jr in The wolf man (1941; L'uomo lupo) di George Waggner e l'uomo mascherato nascosto nei sotterranei del teatro in Phantom of the Opera (1943; Il fantasma dell'opera) di Arthur Lubin. Negli anni Sessanta si sarebbe inoltre cimentato con la fantascienza, nella congeniale parte di uno scienziato sia in The lost world (1960; Mondo perduto) di Irwin Allen sia nella produzione italiana Il pianeta degli uomini spenti (1961) di Antonio Margheriti. L'acuta intelligenza è invece uno dei tratti caratteristici dei cinici e controllati assassini interpretati in Crime without passion (1934; Delitto senza passione) di Ben Hecht e Charles MacArthur e The unsuspected (1947; L'alibi di Satana) di Curtiz, nonché del puntiglioso e onesto procuratore antirazzista di They won't forget (1937; Vendetta) di Mervyn LeRoy e del detective di They made me a criminal (1939; Hanno fatto di me un criminale) di Busby Berkeley. Con Curtiz R. recitò in ben undici film, tra cui l'ormai mitico Casablanca, dove offrì la migliore interpretazione della sua carriera nella parte del capitano francese corrotto e collaborazionista, che punzecchia il disilluso protagonista (Humphrey Bogart) con ironica perfidia per stimolarne la reazione patriottica e, a sorpresa, condividerla.
Le sue qualità di attore trovarono adeguato risalto anche nelle produzioni della Warner Bros.: per es. nei due ruoli di psichiatra impersonati nel film drammatico King's row (1942; Delitti senza castigo) di Sam Wood e nel melodramma Now, voyager (1942; Perdutamente tua) di Irving Rapper. Fu quest'ultimo (che aveva già curato i vivaci dialoghi di The adventures of Robin Hood, 1938, Robin Hood o La leggenda di Robin Hood, iniziato da William Keighley ma firmato da Curtiz e interpretato da R. nella parte del principe Giovanni) a offrirgli in Deception (1946; Il prezzo dell'inganno), di nuovo al fianco di Bette Davis e Paul Henreid come in Now, voyager, il personaggio di un celebre compositore, disegnato dall'attore con sensibile intensità, che tormenta, con calcolata e indolente stravaganza, l'ex amante e il suo fragile giovane marito. L'età matura, la recitazione apparentemente distaccata ma a tratti vibrante consentirono a R. di delineare con convincente partecipazione la melodrammatica e ingrata figura di amante non ricambiato di una giovane donna in Phantom of the Opera e nel collettivo Forever and a day (1943; Per sempre e un giorno ancora). Oppure quella del marito tradito, come in Notorious, con Ingrid Bergman e Cary Grant, dove R. lascia affiorare nel suo personaggio, quello di un implacabile capo di una rete di spie naziste, tratti di evidente fragilità, e in The passionate friends (1948; Sogno d'amanti) di David Lean, dove invece il banchiere da lui interpretato scopre in extremis una segreta tenerezza e una disponibilità al perdono, nonché in Mr. Skeffington, ancora al fianco di Bette Davis. Ma fu l'insidioso agone politico una delle ambientazioni più adatte alle sue qualità di attore: in The sea hawk (1940; Lo sparviero del mare) di Curtiz è un ambasciatore spagnolo; in Mr. Smith goes to Washington un senatore sceso a compromessi con il potere, che alla fine, determinando il vero colpo di scena del film, si dimette di fronte all'onestà testarda e ingenua del protagonista (James Stewart); in Lawrence of Arabia (1962; Lawrence d'Arabia) di Lean un politicante inglese. Memorabili furono anche i grandi personaggi storici impersonati, come l'infido Napoleone III in Juarez (1939; Il conquistatore del Messico) di Dieterle, ma anche Napoleone Bonaparte in Hearts divided (1936) di Frank Borzage, Giulio Cesare in Caesar and Cleopatra e infine il malvagio e sardonico Erode, sua ultima interpretazione, in The greatest story ever told (1965; La più grande storia mai raccontata) di George Stevens.
J.T. Soister, Claude Rains: a comprehensive illustrated reference to his work in film, stage, radio, television and recordings, Jefferson (NC) 1999.