CLAUDIANO (Claudius Claudiānus)
Fu l'ultimo grande poeta latino nutrito di ideali classici. Visse alla corte di Arcadio e Onorio sotto la protezione di Stilicone (notizie dal 370 al 404 d. C.). La sua iconografia si basa su uno splendido dittico eburneo del tesoro del duomo di Monza (v. vol. i, tav. a colori a p. 944), interpretato da K. Weitzmann e St. Schultz. Nel pannello sinistro del dittico una Musa, dal chitone altocinto e avvolta alla vita dallo himàtion, suona la cetra che poggia su una colonna corinzia, sullo sfondo architettonico di un portico a due piani. Nel pannello di destra, dall'analogo sfondo prospettico, siede il poeta, dal cranio forte e dai piccoli occhi vivaci, avvolto nel mantello e con in mano un rotolo. Il dittico è uno squisito capolavoro di intaglio, impregnato di motivi pagani per quanto riguarda il soggetto e di classicismo nella concezione artistica. Motivi stilistici della statuaria greca del IV sec. e dell'ellenismo si fondono ecletticamente, soprattutto nello studio della ponderazione e dei panneggi. La testa del poeta conserva i forti caratteri della ritrattistica romana. Questo avorio si allinea con tutta una serie di dittici eburnei della fine del IV sec. d. C. e del principio del V, ispirati a un classicismo eclettico in armonia con la rinascita di ideali classici dopo l'età di Teodosio, fra i quali il dittico di Stilicone e Serena (Monza), il dittico "delle sacerdotesse" (diviso fra Londra e Parigi) o quello di Asklepios ed Igea (Liverpool). Probabilmente il nostro dittico è da assegnare al 400-402 d. C., nel periodo di maggior fortuna di Claudiano. Tuttavia l'identificazione del personaggio raffigurato sul dittico col poeta C., per quanto sostenuta con buoni argomenti, rimane pur sempre puramente ipotetica.
Bibl.: K. Weitzmann-St. Schultz, in Jahrbuch, XLIX, 1934, p. 128 ss. (con tutta la bibl. precedente); K. Schefold, Bildnisse der antiken Dichter, Redner und Denker, Basilea 1943, p. 184.