COCCHI (Cochius, Cocus), Claudio
Nacque a Genova, probabilmente nella seconda metà del sec. XVI. Entrato nell'Ordine francescano dei minori conventuali della città natale, vi ricevette anche la prima educazione musicale. La sua vita artistica, di cui egli parla nella prefazione dell'opera Ghirlanda sacra de Salmi del 1632, si svolse in vari luoghi, con tappe in Italia e all'estero: "Chi ha girato più di me nel servitio de' Principi, in carica di maestro di capella, cioè dell'eminentissimo... Cardinale Dietrichstain in Germania, della cattedrale di Trieste, e di San Severino nella Marca, di Avignone in Francia, di Assisi nel Sacro Convento..., et al presente di Milano...".
La permanenza ad Olomouc in Moravia (in tedesco Olmütz) al servizio del card. Franz Dietrichstein è confermata dalla pubblicazione degli Armonici Concentus (1º luglio 1626). Ma questo soggiorno, a causa della dilagante guerra dei Trent'anni, non deve esser stato troppo piacevole, se l'anno seguente il C. si rifugiò a Trieste (come ricaviamo dalla prefazione al libro di Messe) "come in porto sicuro dopo haver scorso mille e mille pericoli e di venti, e di procelle e di scogli...".
Durante il periodo triestino, che si protrasse dai primi mesi del 1627 al 10 marzo del 1630, egli coprì la carica di maestro di cappella nella cattedrale di S. Giusto, dimorando nel convento del suo Ordine, annesso alla chiesa di S. Francesco (ora S. Antonio Vecchio), e pubblicò (7 apr. 1627) un libro di Messe a cinque voci concertate col basso per l'organo. La dedica di quest'opera "alla Gran Madre di Dio", fa pensare alla soluzione di un qualche voto per scampato pericolo. Forse grazie a questa pubblicazione, come documentano S. Rinaldi-R. Casimiri "eo quia opera tua typis demandata fuere"), i suoi superiori dell'Ordine della nativa provincia di Genova lo insignirono, con lettera patente del 16 marzo 1628, del titolo di "magister musices". Uguale dichiarazione gli venne rilasciata alla fine dell'ufficio nella cattedrale triestina (Bologna, 5 apr. 1630), con la facoltà di esercitare liberamente il magistero dove fosse stato richiesto ("ubi requisitus fuerit").
Sembra che il C. ne abbia approfittato se, stando alla dichiarazione su riportata, egli continuò a mutare continuamente di sede. Fu infatti a San Severino nelle Marche, ad Avignone e ad Assisi. Questi soggiorni, che non risultano altrimenti documentati, furono certamente brevi, perché già nel 1632, com'è provato dall'opera a stampa Ghirlanda sacra de Salmi, egli è presente, con l'incarico di maestro di cappella in S. Francesco di Milano. Mancano totalmente notizie sulla durata della permanenza nella capitale lombarda, allora appena uscita dalla rovinosa peste del 1630, come pure di qualsiasi altra sua ulteriore attività o spostamento, per cui le notizie biografiche si arrestano al 1632, anno in cui egli si fregiava del titolo di "Accademico Arrischiato detto l'Allegro".
L'elenco delle opere, che dovrebbero essere almeno una decina, visto che nel 1632 egli era giunto all'opus 10, comprende, allo stato attuale delle ricerche, soltanto tre pubblicazioni: Armonici Concentus quinis cum organo vocibus stilo moderno exprimendi compraehendentes omnia vespertina Psalmodia,quatuorque una cum Litaniis Deiparae Virginis Mariae Antiphonas..., Venetiis, apud Alexandrum Vincentium, 1626. Dedicata al cardinale Franz Dietrichstein di Olomouc, al cui servizio egli era allora addetto, questa raccolta è introdotta da alcune avvertenze ai musici, non "così perfetti nell'arte", di non intraprendere l'esecuzione delle sue composizioni, senza "dargli prima un'occhiata. Si come ancora con tutte le viscere del cuore raccomando la diligente osservanza de numeri alli Signori Organisti...". Ne viene una conferma del costume esecutivo dell'epoca: pochi cantori di professione, in grado di leggere a prima vista, mentre l'organista realizzava sulla tastiera il basso continuo. Messe a cinque voci concertate col Basso per l'Organo di C. Cocchi da Genova,maestro di capp. della nobilissima Catedrale di Trieste... Consacrate alla Gran Madre di Dio Maria…, in Venetia, apresso Alessandro Vincenti, 1627. L'indice comprende: Missa prima sexti toni; Missa secunda octavi toni; Missa tertia secundi toni; Te Deum laudamus. Delle tre messe, particolarmente espressiva la terza nel secondo tono, mentre il Te Deum è concertato, con eleganti passi a voce sola. Ghirlanda sacra de Salmi concertati a quattro con l'Ave Maris Stella di C. Cocchi da Genova maestro di cappella in S. Francesco di Milano Accad. Arrischiato detto l'Allegro... con il basso per l'organo. Libro secondo. Opera decima, in Milano, appresso Giorgio Rolla, 1632. Dedicata al suo superiore religioso Marc'Aurelio Buonamico, in quest'opera lo stile moderno, cui già si accenna nel titolo degli Armonici Concentus, èqui maggiormente sottolineato dalla inclusione di strumenti: l'inno mariano infatti è scritto "per doi canti e doi violini". Alcune composizioni, non meglio specificate, sono segnalate dall'Eitner nel Codice Lechler della Biblioteca del monastero benedettino di Kremsmünster (Austria).
Del C. non esistono edizioni moderne a stampa. Le musiche pervenuteci illustrano soltanto testi liturgici della messa e dell'ufficio. Condotte con mano sicura, sono modellate sul respiro del periodare verbale, ora in piana scrittura armonica verticale, ora in ritmi rapidi di note ribattute e di magistrali imitazioni a stretto. Il barocchismo è presente nello stile concertato, nelle frequenti inserzioni solistiche ed in qualche effetto di eco.
Il basso continuo per l'organo procede anche con movenze indipendenti dalla parte vocale più grave, lasciando così maggior libertà all'andare delle voci. Buona la numerica e generalmente esatta è la collocazione delle stanghette.
Fonti e Bibl.: G. Gaspari, Catal. della Bibl. del Liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1905, pp. 57, 202 s.; S. Rinaldi-R. Casimiri, Musicisti dell'Ordine francescano dei minori conventuali del secc. XVI-XVIII, in Note d'arch. per la storia della musica, XVI (1939), pp. 192 s.; R. Giazotto, La musica a Genova nella vita pubbl. e priv. dal XIII al XVIII sec., Genova 1951, pp. 163, 316 s.; G. Radole, Antiche stampe della cappella di S. Giusto, in Pagine istriane, s. 3, V (1954), pp. 35 ss.; Id., Musicisti a Trieste sul finire del Cinquecento e nei primi del Seicento, in Archeografo triestino, s. 4, XXII (1959), pp. 157-160; Id., La Civica Cappella di S. Giusto in Trieste, Trieste 1970, p. 21; J. Sehnal, Hudba na dvoře Olomouckìch biskupă od 13. do poloviny 17. stol. (La musica alla corte dei vescovi di Olomouc dal XIII sino alla metà del XVII sec.), in Časopis Vlastivĕdné společnosti muzejní v Olomouci, 1970, pp. 76 ss.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, XV, coll. 1522 s.; R. Eitner, Quellen Lexikon der Musiker, I, pp. 475 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 353.