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VERNA, Claudio

di Rosalba Zuccaro - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1995)
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VERNA, Claudio

Rosalba Zuccaro

Pittore, nato a Guardiagrele (Chieti) il 24 settembre 1937. Dopo alcuni anni trascorsi in Umbria, soprattutto a Foligno ove frequentò il liceo scientifico, nel 1957 si recò a Firenze e s'iscrisse alla facoltà di Scienze politiche, laureandosi in sociologia nel 1961 con una tesi sulle Arti figurative nella civiltà industriale. A questo stesso periodo risale la sua formazione artistica: oltre a frequenti viaggi di studio instaurò proficui rapporti con esponenti dell'"astrattismo classico'' e con i pittori coetanei L. Baldi, M. Fallani, R. Guarneri e P. Masi, con i quali espose nel 1959 alla Galleria Numero di Firenze, sede della sua prima personale (1960). Trasferitosi a Roma nel 1962, si concentrò a precisare gli strumenti e le ragioni del proprio fare: tornò a esporre soltanto nel 1966, avviando una nuova fase di fecondi contatti e dibattiti ideologici con critici (F. Menna, C. Vivaldi, M. Volpi, ecc.) e pittori (P. Dorazio, A. Perilli, ecc.). Numerose si succedono le mostre personali in gallerie private e pubbliche, dallo Studio Arco d'Alibert di Roma (1968) fino alle antologiche al Museo Civico di Gibellina (1988) e al Palazzo Racani Arroni di Spoleto (1994), le assegnazioni di premi e le presenze in importanti esposizioni nazionali e internazionali quali la Biennale di Venezia (1970, 1978, 1980); la Quadriennale di Roma (1973, 1986); Linee della ricerca artistica in Italia 1960-80, Palazzo delle Esposizioni, Roma (1981); L'Italie aujourd'hui, Villa Arson, Nizza (1985); Disegno italiano del dopoguerra, Kunstverein di Francoforte e Galleria Civica di Modena (1987); Astratta, Secessioni astratte in Italia dal dopoguerra al 1980, Palazzo Forti, Verona (1988); Sincronias, Museo d'arte moderna di San Paolo del Brasile e Rio de Janeiro (1990).

Protagonista tra i più autorevoli del rinnovamento della pittura negli ultimi decenni, V. svolge una coerente ricerca artistica, significativamente connessa alla riflessione estetica e dialetticamente attenta ai valori della tradizione, della contemporaneità europea e di certo espressionismo astratto americano. Fin dalla fine degli anni Cinquanta i suoi dipinti, inseribili nell'ambito dell'Informale, si caratterizzano per una gestualità di contenuta tensione energetica e di esplicita valenza cromatica, impostata su toni rossi, gialli, aranciati, grigi, e guizzi di verde. La vocazione primaria di V., tesa a indagare le qualità del colore, si rivela nel 1960-61 in composizioni (Cromoracconto) spazialmente strutturate da pennellate più ampie. Alla metà degli anni Sessanta, dopo una solitaria meditazione sulla pittura in quanto arte e su ipotesi di altri linguaggi, V. sceglie con approfondita convinzione il colore quale mezzo espressivo "tanto affascinante ma così pericoloso" e propone una rigorosa astrazione nella campitura piatta e nell'assetto geometrico della superficie. L'organizzazione di forme elementari, scandite da luminosità regolate, è dinamicamente variata in Iterazioni ambigue con alterazioni di luce che producono scarti percettivi. Lucida e appassionata, l'attività teorica e pratica di V. negli anni Settanta, non totalmente assimilabile alle istanze più programmatiche della cosiddetta Nuova pittura, né circoscrivibile all'esigenza analitica di illustrare la fenomenologia del rapporto idea-esecuzione-opera, riafferma la specificità del linguaggio pittorico e dell'arte come realtà autonoma. In una situazione dominata da freddi azzeramenti e da sofisticate tautologie concettuali, V. investe la superficie di nuove emozioni di colore-luce e prefigura spazialità più aperte (Pittura, 1976; Aegizio '76; Nero Nero, 1977; Cadmium Red, 1978; ecc.). Un ancor più libero articolarsi della pennellata costruisce trame segniche, misurate nel gesto e frante nel ritmo, dove il colore esplode in sapienti accordi a catturare le luci del tempo, della fantasia e del pensiero, a manifestare luoghi di diffuso chiarore, di cupa penetrazione e di cadenzate tonalità, creando immagini di alta qualità formale nella tensione anche del grande formato (Enigma, 1985; Il muro degli uccelli, 1987; Romamor, 1989; Superficie nera, 1990; Senza inizio né fine, 1992). Tra i suoi scritti si ricordano: Quale pittura?, 1973; Pittura, 1976; Fare pittura, 1985. Vedi tav. f.t.

Bibl.: G. Carandente, Claudio Verna, xxxv Biennale di Venezia, 1970; Claudio Verna, a cura di M. Fagiolo, Milano 1979 (con bibl. e antologia critica); G. Appella, Colloquio con Verna, Roma 1982; F. D'Amico, Claudio Verna, pastelli, Galleria Corradini, Mantova 1987; Verna, Opere 1959-1988, a cura di G. Appella, Museo Civico d'arte contemporanea di Gibellina, Roma 1988; C. Cerritelli, Claudio Verna, Galleria Mèta, Bolzano 1990; G.M. Accame, Claudio Verna: natura della pittura, Bergamo 1991 (con bibl.); Claudio Verna, Grandi formati 1968-1993, a cura di M. Meneguzzo, Galleria comunale d'arte moderna, Spoleto 1994; E. Bilardello, Verna, l'eterno ritorno, opere dal 1991 al 1994, Galleria Edieuropa, Roma 1995; Claudio Verna ''La regola inquieta'', a cura di F. D'Amico, Galleria Morone 6, Milano 1995.

Vedi anche
artista Il termine, che definisce chiunque eserciti un’arte, ricorre nella letteratura artistica, dal 14° al 18° sec., parallelamente a quello di artefice (artifex). La definizione di artefice, di origine più antica, comprende il senso della perizia tecnica del mestiere, altrettanto importante dell’idea nella ... Biennale di Venezia Istituzione culturale nata con la prima Esposizione internazionale di arti figurative e applicate (1895). Divenuta ente autonomo nel 1930, la Biennale avviò anche manifestazioni per la poesia, la musica, il cinema, il teatro. Dal 1980 l'architettura è presente in forma autonoma con la Mostra internazionale ... disegno arte Rappresentazione grafica di oggetti della realtà o dell’immaginazione, di persone, di luoghi, di figure geometriche. Momento ideativo o preparatorio di un’opera eseguita con altre tecniche (pittura, scultura) o espressione autonoma, ha come base la linea mediante la quale si fissa l’immagine. ● ... pittura Arte di dipingere, raffigurando qualche cosa, o esprimendo altrimenti l’intuizione della fantasia, per mezzo di linee, colori, masse, valori e toni su una superficie. I procedimenti che permettono di fissare su una superficie (supporto) sostanze coloranti o pigmenti, secondo la volontà e il progetto ...
Vocabolario
verna
verna s. m., lat. [forse voce di origine etrusca]. – Nell’antica Roma, lo schiavo nato in casa del padrone e quindi a lui più familiare e affezionato che lo schiavo comprato.
clàudio
clàudio agg. [dal lat. Claudius]. – Appartenente o relativo alla gente romana dei Claudî (collettivamente gente Claudia, lat. gens Claudia), o in partic. all’imperatore Claudio (10 a. C 54 d. C.): leggi c., leggi dell’imperatore Claudio,...
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