CLAVA (lat. clava; fr. massue; sp. clava; ted. Keule; ingl. club)
La clava era in origine di legno e poiché il legno difficilmente si conserva per millennî, se non nell'acqua o in terreni paludosi, pochi dei modelli dell'epoca preistorica sono giunti fino a noi; questi appartengono quasi tutti al tipo dalla testa grossa. Ci rimangono anche alcune clave di ossa di cervo. Più frequenti sono quelle composte di una pietra biconica (generalmente levigata) legata, lungo un solco mediano, mediante le estremità flessibili del manico del legno. Gli eselnplari preistorici appartengono al Neolitico, ma il tipo è ancora in uso presso varî indiani dell'America del Nord (figura 3, n. 3).
Nella sua forma più semplice la clava è un bastone, con a volte una estremità leggermente ingrossata, ed è usata quale arma da getto o da colpo: è la clava-bastone. Si trova ancora in uso presso alcuni popoli, ma originariamente quest'arma deve essere stata inventata in tutti i gruppi primitivi, e nessun gruppo culturale può vantarsi di possederla a escclusione di altri, benché alcuni dei popoli primitivi, i Pigmei, non se ne servano; era invece l'arma tipica dei Tasmaniani i quali ignoravano l'arco. La clava-bastone era in uso specialmente nel sud-ovest dell'Africa (Boscimani, Ottentotti, Damara), nell'Australia (fig. 1, nn. 1-3), e presso alcune tribù del Brasile orientale e del centro dell'America del Sud. Essa ebbe diverse forme: a volte una forma piatta e ricurva (fig. 3, n. 4); e da questa forma doveva nascere uno strumento speciale, il bumerang (v). Tutto il bacino dell'alto Nilo, cioè dal lago Vittoria al Dar Fur, attaverso l'Etiopia, è la regione ove specialmente si trova il bastone a gomito, che ha preceduto il bumerang, e al quale si può dare il nome di paletta da getto. La paletta da getto era già conosciuta dagli antichi Egiziani e si trova ancora qua e là a ovest del bacino del Nilo fino all'Atlantico, non però nelle foreste.
Le clave propriamente dette possono essere divise in due forme principali, le clave a testa grossa e le clave-piatte (vi sono naturalmente anche tipi di transizione). Le ultime mancano quasi del tutto in Africa. Arma caratteristica del sud-est di questo continente (Zulù, Basuto, Matabele) è invece la clava a testa grossa, che serve quale arma da getto e da colpo per la caccia (allora solo arma da getto) e per la guerra (fig. 2, n. 9). Questa clava si trova anche a sud-ovest (per esempio presso gli Herero), benché questo sia veramente il dominio della clava-bastone; dalla Cafreria propriamente detta il dominio della clava a testa grossa risale a est dei grandi laghi e della foresta equatoriale, fino ai terreni paludosi del Nilo, dove gli Scilluk e i Dinca ne possiedono modelli varî. Qui dunque, nell'alto Nilo, esso si trova insieme con la paletta da getto; a ovest queste due armi, benché meno frequenti, coesistono fino alla Senegambia.
Nell'Oceania, la clava a testa grossa si trova specialmente nella parte orientale della Melanesia (Nuova Guinea orientale e Melanesia propriamente detta) mostrando nettamente di appartenere al ciclo culturale chiamato delle due classi. Degna di nota per le sue clave generalmente piatte (quali che ne siano il profilo e gli ornamenti) è invece la cultura polinesiana. Il limite dei due dominî non è netto, cosicché nelle isole Salomone sono numerose le clave piatte (fig. 1, nn. 19-22) e nelle isole Figi, polinesiane sotto molti rapporti, predomina la clava a testa grossa (fig. 1, nn. 11-13, v. però anche fig. 1, n. 14). Nella zona di confine tra la Melanesia e la Polinesia (Nuova Guinea orientale, Nuova Caledonia e Nuova Zelanda) si trova anche una clava, assai variabile nel contorno e nei particolari, caratteristica perché affilata da una parte e tronca dall'altra. L'aspetto generale di queste armi è polinesiano, e tale infatti ne è l'origine; ciò che però dà da pensare, è che esse potrebbero essere state originariamente, a causa della parte affilata e del dorso piatto, riproduzioni di asce di metallo; il metallo però era sconosciuto tanto ai Melanesiani quanto ai Polinesiani. Che forse i Polinesiani abbiano intravisto modelli metallici - che essi non potevano riprodurre in metallo - durante le loro migrazioni dal contiente asiatico verso le isole, o durante le loro navigazioni successive? È pure a queste armi che va ricollegato il secondo tipo delle clave neocaledoniane (il primo tipo è quello a testa grossa, fig. 1, nn. 15-16), tipo la cui lama è formata da una punta imitante il becco di un grande uccello (in alcuni esemplari anche gli occhi degli uccelli sono incisi: fig. 1, n. 18). Infine la Nuova Zelanda ha clave a doppio taglio, simili nei particolari ornamentali a quelle a un solo taglio; bisogna d'altra parte riavvicinare queste clave a doppio taglio a quelle della Nuova Caledonia, chiamate talvolta asce ostensorie; la testa di queste è un disco a taglio circolare attaccato al manico in un punto della periferia (fig. 1, n. 17).
In America si trovano, come arma da colpo e da getto, la clava-bastone, la clava-paletta a gomito, la clava a testa grossa e la clava piatta, ciascuna delle quali mostra la tendenza a concentrarsi in regioni particolari. La clava-paletta a gomito, spesso scolpita e ornata, si trova presso gl'Indiani delle praterie e i loro vicini dell'America del Nord (fig. 3, nn. 2-4); la clava a testa grossa presso gli Indiani del Gran Chaco; la clava bastone è sparsa in tutta l'America del Sud con una maggiore frequenza per il Brasile orientale; infine la clava piatta occupa principalmente il centro dell'America del Sud. La clava si trova raramente nella regione delle Ande e non si trova affatto presso i Fuegini, i quali si differenziano perciò notevolmente, in questo punto, dagli Australiani. La scuola etnologica dello Schmidt ha voluto ravvicinare le clave del centro del Brasile, le quali presentano un' estremità allargata, alle clave a testa grossa, e attribuirle perciò alla cultura delle due classi che esse accompagnano in Oceania; secondo questa scuola, la civiltà delle due classi sarebbe in America scesa dalle Ande verso le foreste. È facile convincersi però, vedendone i modelli (fig. 3, nn. 5-16), che questa clava sudamericana somiglia, più che a qualunque altra, alla clava piatta polinesiana. Carattere differenziale delle clave piatte americane e oceaniche (almeno di quelle qui raffigurate) è il seguente: le clave piatte oceaniche hanno il centro più grosso della periferia e gli orli a cresta, le clave americane sono invece completamente piatte sulle due facce, e gli orli sono in esse tagliati, rispetto alle superficie maggiori, ad angolo retto (v. specialmente fig. 3, nn. 5, 6, 8, 10, 16). Un gruppo particolare di clave piatte in pietra dura e polita, rinvenute in varî luoghi dell'America del Nord (Michigan, California, Washington, Arkansas, Messico) e del Sud (Argentina, Perù), riproduce esattamente il tipo dei patu o mere della Nuova Zelanda, ed è considerato come una prova della penetrazione precolombiana della cultura polinesiana nell'America (Imbelloni).
Quanto all'Asia, l'analisi di ciò che in questa rimane della clava, è meno facile, specialmente perché si tratta solo di avanzi. L'Asia centrale e meridionale posseggono clave in modo sporadico, ma assai varie di forma. In Arabia si trovano esemplari a testa grossa che ricordano quelli dell'Africa; nell'Indocina e nell'Insulindia si hanno, fra gli altri, tipi che alla semplice forma della clava-bastone uniscono punte o rivestimenti metallici d'influenza indù.
Bibl.: v. armi. Inoltre J. Imbelloni, Einige konkrete Beweise für die ausserkontinentalen Beziehungen der Indianer Amerikas, in Mitt. der Anthrop. Gesellsch., LVIII, Vienna 1928.
Gli scrittori latini indicarono col nome di clava un grosso bastone, rozzamente tagliato. La clava era uno strumento per gli esercizî di scherma, e anche un'arma da combattimento, adoperata non dai Romani, ma da reparti di truppe ausiliarie; nonché l'arma primitiva di pastori e di cacciatori. Essa è principalmente l'attributo preferito di Ercole (v.), il quale se ne serve come di unica arma in tutte le sue principali fatiche. È anche l'attributo di Teseo (v.). La clava di questi eroi mitici è un bastone nodoso, assottigliato all'impugnatura e notevolmente ingrossato all'estremità opposta.
Nel Medio Evo la clava primitiva si trasformò, come arma terribile nel combattimento corpo a corpo, in mazza ferrata e martello d'armi; e diede anche origine allo scettro e al bastone di maresciallo, simboli di comando. Oggi clave di legno si usano comunemente quali attrezzi di ginnastica.