CLEISTOGAMIA (dal gr. κλειστός "chiuso" e γάμος "nozze")
Così si chiama la presenza in certe piante di fiori cleistogami ossia chiusi, i quali, anziché aprirsi come gli ordinarî fiori detti casmogami (v. casmogamia) per richiamare l'attenzione dei pronubi, rimangono permanentemente allo stato di bottoni fiorali, sicché in essi, che sono ermafroditi, l'impollinazione e la conseguente fecondazione è forzatamente diretta od autogama. I fiori cleistogami sono piccoli, mancano naturalmente di colori, di odori, di nettare, i loro petali sono rudimentali o del tutto abortiti, gli stami e pistilli ridotti di numero e di dimensioni e i loro sacchi pollinici, poveri di polline, non deiscono cosicché i budelli pollinici crescono attraverso la parete dell'antera chiusa per raggiungere lo stigma (fiori cleistanteri). Ciò nonostante essi sono fecondi e producono frutti e semi ben conformati, spesso in quantità maggiore che non i fiori casmogami della stessa pianta. Raramente la pianta ha soli fiori cleistogami (Polycarpon tetraphyllum); per lo più li produce in compagnia dei fiori casmogami, o prima (Ononis), o dopo (Viola, Oxalis), o concomitantemente ad essi (Acanthus) e il loro sviluppo dipende dalle condizioni dell'ambiente, precipuamente da insufficienza di nutrizione e di luce. La cleistogamia s'incontra con particolare frequenza in determinati generi delle piante Dicotiledoni (Ononis, Vicia, Lathyrus, Glycine, Acanthus, Viola, Oxalis, Lamium ecc.) e più raramente nelle Monocotiledoni (Iuncus, Hordeum). Non bisogna confondere coi veri fiori cleistogami quelli di certe piante che, in particolari condizioni di ambiente ostacolanti l'antesi, rimangono chiusi. Tali sono in alcune piante acquatiche (Ranunculus aquatilis, Alisma, Menyanthes) i fiori sommersi che per proteggere le parti interne dal contatto dell'acqua rimangono chiusi, mentre i fiori che si sviluppano sui germogli emersi di queste stesse piante si aprono normalmente.