CLEOBULO (Κλεόβουλος, Cleobùlus)
Uno dei sette savî della Grecia, nativo di Lindo nell'isola di Rodi. Secondo Diogene Laerzio (I, 89-93), Cleobulo, figlio di Evagora, il quale a sua volta faceva risalire la sua stirpe ad Eracle, avrebbe composto poesie e indovinelli per un totale di tremila versi. Fra questi, Diogene ricorda l'epitafio di Mida, altrimenti compreso nella raccolta degli epigrammi tradizionalmente ascritti a Omero, e il noto indovinello dell'anno, altrimenti attribuito, nell'Anthologia, a sua figlia Cleobulina, anch'essa celebre come poetessa autrice di logogrifi. Diogene Laerzio cita inoltre una lettera di Cleobulo a Solone, che naturalmente è spuria e deriva dalla tarda letteratura epistolografica.
Per i frammenti v. F. G. Mullach, Fragm. philos. graec., I.
Bibl.: Sugl'indovinelli attribuiti a Cleobulo v. U. v. Wilamowitz-Moellendorff, Die Textgeschichte der griech. Lyriker, in Abhandlungen d. königl. Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen, 1900, p. 40, n. 3; su quello di Cleobulina, O. Crusius, in Philologus, LV (1896), p. 1 segg.