CLEOPATRA VII Filopatore (Κλεοπάτρα Φιλοπάτωρ)
Ultima regina della dinastia tolemaica prima della definitiva occupazione dell'Egitto da parte dei Romani. Nata nel 69 a. C. da Tolomeo Aulete, salì al trono nel 51 a. C. insieme al fratello Tolomeo. È la più nota delle regine tolemaiche, e le sue vicende sono entrate nella leggenda e nel dramma.
Cacciata da una congiura di palazzo, seppe valersi della protezione di Cesare, reduce dalla vittoriosa campagna contro Pompeo, per riconquistare il trono ed escluderne il fratello, che fu poi sostituito con il più giovane (Tolomeo XIII), da lei successivamente fatto sopprimere. Dopo la battaglia di Filippi, C. si unì a Marco Antonio, cui era stata affidata la parte orientale del mondo romano. Ottaviano le mosse guerra; sconfitta nella battaglia navale di Azio (31 a. C.), C. si procurò la morte.
Sulle monete si possono seguire per circa una quindicina di anni le trasformazioni del volto di C., dall'epoca, cioè, in cui, ventiduenne appena, C. regnava al fianco di Tolomeo (dracme argentee di Alessandria, 47-46 a. C.) fino agli ultimi anni del regno e della vita, quando si avvicinava ormai alla quarantina (tetradracmi di Ascalon di Giudea, 33 e 30 a. C.): solo la pettinatura a "melone" e il largo diadema ricadente in due lembi sulle spalle rimangono inalterati. Sul confronto con le monete di Alessandria, è stato proposto (Curtius) di riconoscere un ritratto giovanile di C. in una testa, non pertinente alla figura in peplo a cui è applicata, nella Sala a Croce Greca al Vaticano, ed è stata avanzata anche l'ipotesi che possa trattarsi di una copia della statua aurea che nel 46 a. C. Cesare eresse alla famosa regina sua amante, nel tempio di Venere Genitrice (Appian., Bell. civ., ii, 102; Cass. Dio, Hist. Rom., li, 22, 3). Lo Charbonneaux ha proposto di riconoscere C. in una testa velata, più grande del vero, del museo di Cherchell. Più dubbio sembra invece il riconoscimento di un ritratto della regina in una testa del British Museum, databile al 40 a. C. circa, che per il suo modellato impressionistico può essere allineata tra i ritratti di stile alessandrino. Data la celebrità del personaggio, sono state affacciate spesso identificazioni con altri ritratti o anche con statue di tipo mitologico, ma tali proposte mancano di ogni fondamento.
Bibl.: Stein, in Pauly-Wissowa, XI, 1921, c. 750-781, s. v., n. 20. Monete: N. Svoronos, Τὰ νομίσματα τοῦ κράτους τῶν Πτολεμαίων, Atene 1904, vol. III, tav. LXIII, 1-8; tav. LXII, 26; tav. LXIII, 10, 13; tavola LXIII, 22-24; vol. IV, Atene 1908, c. 258 ss.; L. Curtius, Ikonographische Beiträge, in Röm. Mitt., XLVIII, 1933, p. 182 ss. Ritratto della Croce Greca: L. Curtius, art. cit., p. 182 ss., tavv. 25-27. Ritratto del British Museum: I. Noshy, The Arts in Ptolemaic Egypt, Oxford 1937, p. 95, nota 15; L. Laurenzi, Ritratti greci, Firenze 1941, n. 111, p. 135, tav. XLIV; J. Charbonneaux, Portrait de C. VII au Musée de Cherchell, in Libyca, II, 1954, p. 49 ss.