CLES (A. T., 24-25-26)
Grossa e bella borgata della provincia di Trento, centro principale della Valle di Non, situata su un fertile altipiano alla destra del Noce, a 658 m. s. m. Conta 2462 ab. (1921) mentre il comune di cui è capoluogo ne ha 3552 (1880: 3352 abitanti; 1890: 2754 ab.; 1900: 2690 ab.; 1910: 3165 ab.). È centro eminentemente agricolo, con piccoli stabilimenti industriali fra cui una buona conceria di pelli. L'area comunale (33,81 kmq.) per un terzo è coperta di boschi di conifere, per più di un terzo da pascoli alpini. Fertili i campi e i prati, magnifici i frutteti, poco estesi i vigneti; fiorente la bachicoltura. Il comune comprende anche i piccoli centri di Caltron (219 ab.), Dres (181 ab.) e Maiano (142 abitanti). Da poco è stato incorporato anche il comune di Mechel, (5,37 kmq., 461 ab., di cui 446 nel villaggio). A NO. della borgata si stendono i Campi neri, famosi per la scoperta della Tavola Clesiana. Cles è sulla linea tramviaria Trento-Malè.
Monumenti. - Le campagne intorno a Cles (Campi Neri e Mechel), come quelle di Sanzeno, sono il terreno classico delle scoperte archeologiche del Trentino. Fra i ritrovamenti romani è celebre la Tavola Clesiana, rinvenuta nel 1869 e conservata nel museo di Trento: monumento epigrafico in bronzo, contenente il decreto col quale l'imperatore Claudio concedeva la cittadinanza a varie popolazioni alpine tra le quali gli Anauni (46 d. C.). Il capoluogo, oltre a qualche chiesina coperta di affreschi, conserva tre monumenti che richiamano l'epoca fastosa del cardinale Bernardo Clesio (v.): il castello dei Cles, la chiesa parrocchiale e il palazzo assessorile, con decorazioni a fresco del più puro Rinascimento.
Inoltre a Còredo il palazzo Nero, con curiose storie profane del sec. XV, il castel Braghér, con la cappella affrescata da un artista brissinese, il vetusto romitorio di S. Romedio, appollaiato sulla caratteristica sua rupe, e stufe maiolicate della fabbrica locale di Sfruz; a Flavon la grotta di Castel Corona e gli affreschi romanici della vecchia curaziale di Terres; a Sanzeno la bella chiesa dei martiri, caratterizzata dal portale di un tipo architettonico locale; a Tassullo la chiesetta di S. Vigilio e i castelli di Nanno e di Valèr e l'arditissimo ponte di S. Giustina; e così via.
Bibl.: H. Semper, Wanderungen und Kunststudien in Tirol, I, Innbruck 1894; H. Schmölzer, Kunsttopographisches aus Südtirol, in Mittheilungen d. Central Commission, s. 2ª, XXIII (1897); O. Brentari, Guida del Trentino, IV, Bassano 1902; M. Morizzo, La pieve di Sanzeno, Trento 1903; F. Negri, Memorie di Tassullo, Trento 1910; E. Endrici, Coredo nell'Anaunia, Trento 1911; A. Foratti, Attraverso l'Anaunia, in Rass. d'arte, VIII (1921), pp. 378-85; A. Morassi, Un nuovo ciclo di pittura profana nel Trentino (Coredo), in Bull. d'arte, n. s., V (1925-26), pp. 449-467; id., Escursioni trentine: castel Valer (Vie d'Italia), Milano 1926; J. Weingartner, Burgenfahrten, Innsbruck s. a. La tavola Clesiana fu studiata da Th. Mommsen, in Hermes, IV, 1870, e da parecchi altri poi.
Storia. - Abitato fin dall'età neolitica, fu quindi occupato da genti etrusche o reto-etrusche e galliche. Il cristianesimo vi fu diffuso nel sec. IV dai sacerdoti di Cappadocia: Sisinio, Martirio ed Alessandro, martirizzati nel 397 presso Sanzeno. Dopo le invasioni barbariche Cles entra nella giurisdizione del principato vescovile di Trento, come sede di una gastaldia. Vi acquista importanza la famiglia dei baroni di Cles, dalla quale uscì il cardinale Bernardo Clesio. Il borgo era retto da una Carta di regola; il regolano era uno dei Cles, i giurati eletti dal popolo. Nel sec. XV Cles partecipò alla sommossa dei rustici contro le angherie feudali. Secolarizzato il principato, Cles e l'Anaunia seguirono le sorti del Trentino: sottoprefettura del Regno italico, capitanato distrettuale austriaco, commissariato e sottoprefettura del Regno d'ltalia fino alla soppressione di tali uffici.
Bibl.: V. Inama, Storia delle valli di Non e di Sole, Trento 1905.