GEERTZ, Clifford James
Antropologo culturale statunitense, nato a San Francisco il 23 agosto 1926 e morto a Filadelfia il 30 ottobre 2006. È considerato uno dei più influenti antropologi culturali della seconda metà del 20° sec. e il capostipite dell’antropologia interpretativa, nata negli anni Sessanta del Novecento all’Università di Chicago, dove G. ebbe la cattedra di antropologia dal 1960 al 1970.
Laureatosi in inglese e filosofia all’Antioch College di Yellow Springs (Ohio), fu allievo dell’antropologo Clyde Kluckhohn e del sociologo Talcott Parsons ad Harvard, dove nel 1956 conseguì il PhD in antropologia. Nel corso della sua carriera insegnò nella stessa università e presso altri prestigiosi istituti nordamericani. Dal 1970 fino all’anno della sua scomparsa insegnò (dal 2000 in veste di professore emerito) alla Scuola di scienze sociali dell’Institute for advanced studies di Princeton. Svolse ricerche etnografiche in Marocco e in Indonesia dagli anni Cinquanta alla fine degli anni Novanta e ricevette numerosi premi e onorificenze per l’apporto etnografico e teorico dato alla disciplina (Shweder 2010, pp. 16-18).
Secondo G., l’antropologia culturale consiste in un’attività di «interpretazione delle interpretazioni» (The interpretation of cultures. Selected essays, 1973; trad. it. Interpretazione delle culture, 1987) che gli attori sociali fanno delle proprie azioni e di quelle altrui all’interno del contesto a cui appartengono: il «mondo concettuale» (trad. it. 1987, p. 64) in cui sono immersi come in una «ragnatela di significati» da loro stessi co-costruita (mutuandola dal sociologo ed economista tedesco Max Weber, G. utilizzava questa metafora per riferirsi al concetto di cultura che guidava la sua epistemologia etnografica). L’antropologia culturale, piuttosto che una «scienza sperimentale in cerca di leggi» è «una scienza interpretativa in cerca di significato» (p. 41) e l’etnografo è quindi impegnato prima ad accedere e quindi a decodificare – alla stregua di un filologo alle prese con l’esegesi di un testo – una stratificazione di significati condivisi ed espressi attraverso azioni simboliche. L’antropologo produce una «descrizione densa» (G. introdusse questo concetto nel suo volume del 1973, mutuandolo da quello espresso dal filosofo inglese Gilbert Ryle in un saggio del 1968 intitolato The thinking of thoughts. What is ‘Le penseur’ doing?) degli eventi di cui è stato testimone, ossia un’etnografia che sappia rappresentare la «ragnatela di significati» intersoggettivi in cui gli attori sociali sono immersi, ovvero rendere esplicite le interpretazioni che i protagonisti danno alle proprie e alle altrui azioni in quei contesti.
L’esempio più noto di «descrizione densa» fu proposto da G. in un saggio del 1971 dal titolo Deep play. Notes on the Balinese cockfight, ripubblicato nel volume del 1973. Qui, nel descrivere la rilevanza simbolica che l’evento in questione assumeva per i partecipanti, G. ne mostrò l’essenza di «gioco profondo», un concetto espresso dal filosofo inglese Jeremy Bentham che G. utilizzò per fare riferimento alle profonde implicazioni in termini di status che i partecipanti associavano al combattimento tra galli, inteso come drammatizzazione di temi culturali fondamentali e tramite dell’articolazione delle relazioni sociali tra i partecipanti.
Dopo G., l’etnografia ha cessato di poter essere pensata come un neutro insieme di tecniche, strategie e strumenti finalizzati alla raccolta di dati ‘oggettivi’ per mostrarsi come processo interpretativo, riflessivo e dialogico applicato a un sapere intersoggettivo. L’enfasi che G. ha posto sulla qualità interpretativa della produzione antropologica ha anche contribuito (in particolare con Works and lives. The anthropologist as author, 1988; trad. it. 1990) a evidenziarne le dimensioni retoriche e autoriali e quindi a condurre la disciplina verso il profondo ripensamento teorico e metodologico che la interessa ancora oggi. Tra le altre sue opere, da ricordare: Islam observed. Religious development in Morocco and Indonesia (1968; trad. it. Islam. Analisi socioculturale dello sviluppo religioso in Marocco e in Indonesia, 1973); Local know ledge. Further essays in interpretive anthropology (1983; trad. it. Antropologia interpretativa, 1988); After the fact. Two countries, four decades, one anthropologist (1995; trad. it. 1995); Mondo globale, mondi locali. Cultura e politica alla fine del ventesimo secolo, 1999; Available light. Anthropological reflections on philosophical topics (2000; trad. it. Antropologia e filosofia. Frammenti di una biografia intellettuale, 2001).
Bibliografia: R.A. Shweder, Clifford James Geertz, 1926-2006. A biographical memoir, Washington D.C. 2010.