CLISTENE di Sicione
Tiranno di Sicione, tra l'ultimo quarto circa del sec. VII e il primo trentennio del VI. Apparteneva, secondo le notizie di Aristotele, alla famiglia degli Ortagoridi, e il fondatore della tirannide sarebbe proprio Ortagora; la genealogia data da Erodoto non fa peraltro menzione di questo Ortagora.
La tradizione erodotea, secondo la quale C. avrebbe per dileggio di Argo cambiato i nomi alle tribù doriche, si riferisce all'inimicizia di Sicione con Argo, contro cui C. stesso infatti combatté. C. di Sicione prese parte inoltre alla guerra santa che terminò con la fondazione dei giochi pitici (582). C. avrebbe bandito una gara per le nozze della figlia Agariste, forse intorno al 570 e avrebbe scelto per genero Megacle che aveva molte aderenze in Atene. Non sembra che C. abbia avuto eredi maschi e l'ultimo dinasta della sua famiglia, Eschine, figlio di Isodamo, venne cacciato per opera degli Spartani. C. fu certo una personalità molto spiccata; egli assicurò a Sicione il prestigio di grande potenza.
Bibl.: Oltre le storie generali, v. Lenchantin, Il nuovo storico di Sicione e la dinastia degli Ortagoridi, in Atti della R. Acc. delle scienze di Torino, LI, pp. 290-305; De Nicolai, La genealogia dei tiranni di Sicione, ibid., LI, p. 1219 segg.; V. Costanzi, Paralipomena, in Rivista di Storia Antica, VII, fasc. 1°; id., La Tirannide degli Ortagoridi alla luce di un nuovo documento, in Rivista di filologia, XLIV (1916), p. 369 seg.; Kahrstedt, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl.; A. Gitti, Clistene di Sicione e le sue riforme, in Memorie dell'Acc. nazionale dei Lincei, s. 6ª, II, p. 537 segg.; Ch. H. Skalet, Ancient Sicyon with a Prosopographia Sicyonia, Baltimora 1928, p. 52 segg.