clock
Circuito che genera una serie di impulsi di sincronismo con determinata larghezza e fissato periodo. L’intervallo di tempo tra i fronti corrispondenti di due impulsi consecutivi è detto tempo di ciclo del clock e può raggiungere negli attuali calcolatori valori inferiori al nanosecondo, cui corrispondono frequenze di clock superiori al GHz (impropriamente dette velocità di clock). L’esigenza di inserire un circuito di sincronizzazione dipende dalla criticità dell’ordine con cui si susseguono gli eventi in molti circuiti digitali. Il clock rappresenta pertanto il circuito di sincronizzazione delegato alla gestione delle relazioni tra i tempi di attivazione e disattivazione dei circuiti digitali. Trattandosi di un aspetto molto delicato, il circuito oscillatore che genera tali impulsi di sincronismo deve essere molto accurato. Tipicamente la stabilità di oscillazione più elevata si ottiene con oscillatori al quarzo. Se più eventi possono accadere all’interno di uno stesso ciclo di clock è necessario suddividerlo in sottocicli, ottenendo così una risoluzione di clock più elevata. Circuitalmente, ciò può essere ottenuto inserendo un circuito di ritardo nella linea del clock principale, il quale genera così un segnale di clock secondario sfasato rispetto a quello principale di una quantità nota e costante. Un qualsiasi evento può essere associato normalmente a una delle due transizioni del segnale di clock (dette fronte di salita e fronte di discesa). Tipicamente i segnali di clock sono simmetrici, ovvero il tempo trascorso nello stato alto è lo stesso di quello trascorso nello stato basso. Si dice in tal caso che il clock presenta un duty cycle del 50%. Se si desidera generare un treno di impulsi asimmetrico, occorre spostare il clock principale con un circuito di ritardo e collegarlo (per es., tramite una porta AND) con quello originario.