ELMO, Cloe
Nacque a Lecce il 9 apr. 1910 da Arturo Gaetano e da Teresa Torsello. Iniziò gli studi musicali presso l'Accademia di S. Cecilia di Roma, nella classe di canto di E. Ghibaudo. Dai programmi dei saggi finali del conservatorio risulta che affrontò, nei primi anni di studio, arie tratte dal repertorio settecentesco e cameristico, ritenute particolarmente formative del gusto musicale.
Diplomatasi nel 1932 con il massimo dei voti e la lode, vinse il primo concorso internazionale di canto a Vienna, e fece il suo esordio sulle scene a Cagliari, al politeama Regina Margherita nel 1934 con l'opera Cavalleria rusticana di P. Mascagni, interpretando il ruolo di Santuzza, una parte che richiede un tipo di voce calda e pastosa nei registri grave e medio e voluminosa ed estesa in quello acuto. Avendo iniziato i suoi studi come soprano e spostandosi successivamente verso il registro mezzosopranile, la vocalità di Santuzza le riuscì particolarmente congeniale.
Segui a questo debutto la partecipazione in un ruolo secondario dell'Orfeo di C. Monteverdi, che andò in scena al teatro reale dell'Opera di Roma il 6 dic. 1934, con la prestigiosa direzione di T. Serafin. Dal 1934 al 1938 affiancò le sue apparizioni nei principali teatri italiani a quelle in diverse città con "Il carro di Tespi" lirico.
Quale Adalgisa debuttò il 31 genn. 1935 nella Norma di V. Bellini ed iniziò ad imporre, incontrastata, la sua presenza alla Scala, che inaugurò il 26 dic. 1936 con il Falstaff di G. Verdi, diretto da V. De Sabata interpretando il ruolo di Quickly.
Il 9 genn. 1937 trionfò nel Tristano e Isotta di R. Wagner, sempre con la direzione di De Sabata, opera che aveva già interpretato al teatro Regio di Torino nella precedente stagione. Nella primavera dello stesso anno cantò nell'opera moderna Notturno romantico di R. Pick Mangiagalli.
Era questo l'inizio di un uso che anche in seguito caratterizzò la sua carriera artistica, quello di affrontare, accanto ad opere del repertorio tradizionale, anche quelle di autori contemporanei italiani e stranieri, presentandole spesso in prima esecuzione.
È il caso di Goyescas di E. Granados (28 dic. 1937) e di Sadkò di N. Rimskij Korsakov (2 febbr. 1938), dirette da G. Marinuzzi, entrambe rappresentate per la prima volta in Italia alla Scala di Milano.
La critica sottolineava in queste due opere l'efficacia interpretativa della E., capace di conferire alla voce sfumature inedite e varie.
Sempre alla Scala la E. cantò in Marta di F. Flotow, diretta da F. Capuana (19 febbr. 1938), Le jongleur de Notre-Dame di J. Massenet, diretta da G. Marinuzzi (9 marzo 1938), e nei Quattro rusteghi di E. Wolf Ferrari ancora con la direzione di Capuana (26 marzo 1938). Il 22 febbr. 1939 fu un'indimenticabile principessa nell'AdrianaLecouvreur di F. Cilea e il giorno successivo un divertente ragazzino nell'Hänsel e Gretel di F. Humperdinck. Al Maggio musicale fiorentino del 1939 partecipò alla prima assoluta dell'opera Re Lear di V. Frazzi in cui sostenne il ruolo di Gonerilla.
Nel 1940 il teatro alla Scala presentò, con la sua partecipazione, alcune tra le opere più celebri ed impegnative del repertorio. Il 17 gennaio debuttava ne La forza del destino di G. Verdi e l'11 febbr. andava in scena Il trovatore dove la E. fu una memorabile Azucena, accanto, tra gli altri, a M. Caniglia e a G. Lauri Volpi.
Dai tempi di Gabriella Besanzoni e di Elvira Casazza non si era più udita nel secondo atto la fatale strega riflettere con tanta forza lo spirito di vendetta nel balenio dei suoni e nella truce gravità delle note cavernose. Primeggiavano allora, tra i mezzosoprani italiani, Gianna Pederzini ed Ebe Stignani, ma la E. sostenne brillantemente il confronto grazie alla forza dell'accento ed alla maggiore aderenza, nel registro grave, al colore ed al volume caratteristici della voce di mezzosoprano. A queste qualità seppe inoltre unire, con un'immediata carica comunicativa, la predisposizione ad accentuare i toni drammatici dei personaggi. Anche senza addentrarsi in sfumature psicologiche, riusciva ad ottenere risultati di sorprendente suggestione, capaci di impressionare gli spettatori amanti delle forti tinte e dello spettacolare.
Il 25 maggio si registrò al Maggio musicale fiorentino un evento di particolare importanza: diretto da G. Georgesco e nell'edizione originale, andò in scena il Boris Godunov di M. P. Musorgskij. Si trattava di una proposta molto attesa dal mondo musicale italiano, dopo anni in cui era sembrato addirittura impensabile fare a meno della revisione di N. Rimskij Korsakov. La E. riscosse in questa occasione un successo personale nel ruolo di Fjodor, uno dei due figli di Boris.
Negli stessi anni cantava al teatro dell'Opera di Roma insieme, tra gli altri, con G. Cigna, T. Gobbi, P. Silveri, B. Franci, G. Lauri Volpi, B. Gigli e con direttori d'orchestra della portata di V. De Sabata, G. Gavazzeni, G. Santini, F. Ghione, T. Serafin.
Interpretò opere quali Don Carlo (14 ott. 1941), Aida (23 nov. 1943; 28 giugno 1947), Trovatore (17 apr. 1946; 23 ag. 1947; 7apr. 1951; 4 ag. 1951).
Sempre a Roma, nella stagione del teatro Adriano, la E. aveva partecipato nel 1941 all'esecuzione del Requiem di G. Verdi diretto da B. Molinari, con i cantanti B. Gigli, A. Righetti, M. Pedrini.
Nel 1944, nell'ambito delle rappresentazioni della Scala il cui complesso si era trasferito a Como, Bergamo e al Lirico di Milano, la E. fu ancora Quickly nel Falstaff di G. Verdi diretto da G. Del Campo, con un ottimo esito.
Pur non possedendo la linea di canto classica di Ebe Stignani, la E. era dotata di una voce naturale dal timbro affascinante e di una personalità versatile, particolarmente portata al palcoscenico, che le permisero di affrontare, con altrettanto successo, ruoli brillanti e tragici, e di cimentarsi in opere moderne dove l'elemento scenico ha spesso primaria importanza.
A Torino, al teatro Vittorio Emanuele, in prima esecuzione italiana, la E. aveva cantato nella primavera 1942 nel Peer Gynt di W. Egk e nello stesso anno alla Scala nell'opera di F. Ghedini Re Hassan.
Il 29 nov. 1944 ricorreva il ventesimo anniversario della morte di G. Puccini e la Scala programmò in suo onore una stagione lirica che prevedeva la rappresentazione di tutte le opere del grande compositore. Il 24 dicembre andò in scena, protagonista la E., Edgar, opera poco conosciuta dal vasto pubblico, ma che fu comunque accolta con simpatia. Diresse quella edizione A. Votto.
Nel 1947 la E. fu scritturata, con un contratto di due anni, al Metropolitan di New York e nello stesso tempo fu scelta da A. Toscanini per interpretare il già sperimentato ruolo di Quickly sia nelle recite a New York (il 1ºe 8 apr. 1950) sia nell'incisione discografica dell'intera opera, a proposito della quale R. Celletti definì magnifica la sua Quickly con Toscanini. Al Metropolitan la E. cantò ancora nel Trovatore, nel Ballo in maschera, in Rigoletto, Cavalleria rusticana e Gianni Schicchi. Sempre negli Stati Uniti fu apprezzata all'Opera di San Francisco.
Tornò alla Scala nel 1951, dove fu interprete dei ruoli di Baba la Turca nel Rake's progress di I. Stravinskij (8 dic. 1951), accanto ad E. Schwarzkopf e M. Picchi, diretta da F. Leitner; di Marfa Kabanova nell'Uragano di L. Rocca (prima esecuzione italiana, 9 febbr. 1952), direttore G. Gavazzeni; di Proserpina in Proserpina e lo straniero di J.J. Castro (prima esecuzione italiana, 17 marzo 1952), opera, quest'ultima, che aveva vinto il concorso internazionale bandito per celebrare il cinquantesimo anniversario della morte di G. Verdi. Le accoglienze del pubblico, poco favorevole fino dal principio, diventarono ostili al terzo ed ultimo atto dell'opera. Venne discusso il giudizio della commissione che aveva prescelto questo lavoro e che era composta, tra gli altri, da I. Stravinskij, A. Honegger, V. De Sabata, F. Ghedini, G. Cantarella, L. Ronga.
Proserpina e lo straniero, diretto dalla stesso autore, critiche a parte, si valse di una compagnia di canto dal valore indiscutibile: si ricordano oltre alla E., E. Barbato, G. Simionato, R. Carteri, G. Guelfi, per la regia di G. Strehler.
Tra le altre interpretazioni della E. si ricordano Deborah e Jaele di I. Pizzetti, diretta da A. Votto (Scala, 6 maggio 1952), Les noces di I. Strawinskij diretta da C. M. Giulini (Scala, 28 genn. 1954), Giovanna d'Arco al rogo di A. Honegger, diretta da G. Gavazzeni con la regia di R. Rossellini (27 apr. 1954), Il festino e La favola del figliocambiato di G. F. Malipiero (Bergamo, teatro delle Novità, 1954).
Temperamento versatile e dotata di una notevole musicalità, la E. partecipò anche alla riscoperta di opere del repertorio secentesco e settecentesco: Il ritorno di Ulisse in patria di C. Monteverdi (Firenze, 23 maggio 1942), diretto da M. Rossi nella revisione di L. Dallapiccola; Jefte di G. Carissimi, oratorio diretto da B. Molinari (Roma, teatro Adriano, 5 dic. 1943); Rinaldo di G. F. Haendel (Torino, RAI, 1949); Ercole amante di A. Vivaldi (Venezia, teatro La Fenice, 1952).
In Voci parallele G. Lauri Volpi afferma che la E. "mostrava il centro di gravità psichico nella voce, così piena di energia mascolina nelle note gravi di cui si compiacque profondamente, danneggiando col tempo le note dei settori superiori. Finché fu giovane il suo corpo tollerò lo squilibrio della gamma, poi, maturandosi, cominciò a risentire di quell'incoerenza che tanto nuoce al tessuto vocale, posto che l'omogeneità è un pregio essenziale che la pedagogia dei suoni dovrebbe avere in particolare considerazione. Peccato davvero, giacché in questi ultimi anni la sua è stata l'unica voce di mezzosoprano di buona lega che abbia avuto il teatro italiano".
Negli ultimi anni la E. insegnò al conservatorio di Ankara, città in cui morì il 24 maggio 1962.
Fonti e Bibl.: necrologi in Tempo, 25 maggio 1962; 30 maggio 1962; Musica d'oggi, V (1962), 4-5, p. 203; G. Lauri Volpi, Voci parallele, Milano 1955, pp. 104 ss.; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte, Milano 1964, I, pp. 377, 379, 383, 404, 417, 421, 425, 427, 449; II, pp. 98, 105, 108 s., III, 114, 124, 126, 129 s.; L. Pinzauti, Il Maggio musicale fiorentino, Firenze 1967, pp. 79, 136, 280, 288, 301, 347, 356; A. Mazzonis, Il teatro Regio di Torino, Torino 1970, pp. 148, 151, 250; R. Celletti, Il teatro dell'Opera in disco, Milano 1976, pp. 470, 475; V. Frajese, Dal Costanzi all'Opera, IV, Cronologia, Roma 1978, pp. 167, 185, 189, 198, 211, 215 s., 230, 232, 235, 238, 249; J. Tognelli, Cinquant'anni del teatro dell'Opera, Roma 1978, p. 285; P. Cattaneo, Il belcanto, Milano 1978, p. 146; V. Cervetti-C. Del Monte-V. Segreto, Il teatro Regio di Parma, Parma 1980, p. 84; M. Pedrini, celebre soprano di Brisighella, Brisighella 1985, pp. 28 ss., pp. 52, 54 s., 59, 61, 66; A. Della Corte-G. M. Gatti, Diz. di musica, Torino 1959, p. 207; Enc. della musica Ricordi, II, p. 127; Enc. dello spett., IV, coll. 1418 ss.; Diz. encicl. della musica e dei musicisti. II, Le biografie, p. 649; The New Grove dict. of music and musicians, IV, p. 140.