CLORITI (da χλωρός "verde" per il loro colore)
Il gruppo delle cloriti comprende una serie numerosa di minerali, che, analogamente alle miche, cristallizzano nel sistema monoclino, presentando cristalli tabulari di abito pseudo-esagonale o pseudo-trigonale, con perfetta, facile sfaldabilità a lamelle sottili e flessibili secondo la base e con frequente geminazione secondo lo stesso piano. Per composizione chimica sono essenzialmente silicati basici di alluminio, magnesio e ferro in proporzioni variabili. Per spiegare la composizione delle cloriti e darne una classificazione chimica, Tschermak considerò le ortocloriti, o cloriti propriamente dette, più comuni e meglio definite, come miscele isomorfe dei due silicati: H4Mg2Al2SiO9 e H4Mg3Si2O9 con sostituzione parziale di Fe″ al magnesio e talora di Fe‴ o Cr ad alluminio. Il primo tipo di silicato prevale nel termine più basico e alluminifero della serie, l'amesite (At.), mentre l'altro tipo è il silicato caratteristico del minerale serpentino (Sp.), la cui varietà lamellare, antigorite, presenta caratteri di analogia con le cloriti. Secondo tale ipotesi i termini principali della serie isomorfa delle ortocloriti sarebbero i seguenti (negli ultimi termini soprattutto è rilevante la sostitu2ione di Fe′′ a Mg):
Le numerose altre cloriti che non rientrano in questa serie, e che sono generalmente più basiche, più ricche di ferro (bivalente e trivalente), più facilmente fusibili, non tutte di composizione ben determinata, vennero da Tschermak riunite nel sottogruppo delle leptocloriti. La miscibilità fra i due silicati fondamentali Sp. ed At. sembra confermata da recenti ricerche röntgenografiche, che proverebbero la possibilità di sostituzione isomorfogena del gruppo atomico MgSiO3 al gruppo AlAlO3. L'ipotesi di Tschermak, generalmente accettata per quanto insufficiente, fu ripresa e completata recentemente da Winchell, che considera le cloriti come miscele isomorfe dei seguenti tipi teorici fondamentali:
Una nuova classificazione delle cloriti infine fu proposta da Orcel, in base ai valori dei rapporti:
Il peso specifico varia, secondo la composizione, fra 2,6 e 3 nelle ortocloriti, salendo fino ad un massimo valore di 3, 4, in alcune leptocloriti più ferrifere. La durezza è compresa fra 2 e 2 ½. Il potere rifrangente è basso e molto bassa la birifrangenza, specie nel tipo pennina. Il segno ottico delle ortocloriti è positivo, tranne in alcune varietà di pennina. Il piano degli assi ottici è parallelo al piano di simmetria e l'angolo degli assi ottici varia molto da specie a specie e, talora, da cristallo a cristallo: in genere non è grande; nella pennina è quasi nullo, cosicché questa appare uniassica.
Per riscaldamento le ortocloriti perdono acqua in tre distinti periodi di disidratazione successivi, con formazione di un idrato intermedio, stabile fra circa 500 e 700 gradi. Verso i 480°-500° si osserva una trasformazione ottica: le ortocloriti positive divengono negative, con piano degli assi ottici ruotato di 90° dalla posizione primitiva e con aumento della doppia rifrazione.
Le cloriti sono in genere minerali di origine secondaria o metamorfica: si formano per alterazione pneumatolitica di silicati alluminiferi ferro-magnesiaci, quali biotite, orneblenda, augite, granato; sono elementi comuni e diffusi di rocce metamorfiche, diventando in alcune (scisti cloritici) elementi essenziali.
Il clinocloro è il termine forse più diffuso delle ortocloriti: per il tipo più magnesifero, di composizione SpAt, cioe: H8Mg5Al2Si3O18, si avrebbe teoricamente, in peso %: SiO2 = 32,5; Al2O3 = 18,4; MgO = 36,1; H2O = 13,0. Più comunemente si ha una leggiera prevalenza del silicato amesitico e una piccola percentuale di ferro. Si presenta talora in cristalli distinti monoclini; costanti cristallografiche a : b : c = 0,577 : 1 : 2,277; β = 89° 40′; forme più comuni: {001}, {112}, {225}, {101}, {112}, {043}, ecc. Abito in genere pseudoesagonale o pseudotrigonale, più o meno tabulare secondo la base. Frequenti aggregati cristallini in pile, talora contorte, di lamelle. Color verde carico o verde-azzurro con distinto pleocroismo da verde a rossiccio bruno; leggiera colorazione e pleocroismo appena sensibile in sezione sottile. È frequente come elemento di cloritoscisti. In bei gruppi cristallizzati nelle litoclasi di rocce verdi metamorfiche, assieme a granato e diopside oppure a titanite, apatite, ecc., si trova in Val d'Ala e in Val Devero (Piemonte), nella Valle di Vizze (Pfitscher Tal, Alto Adige), nella Zillertal (Tirolo), ad Achmatovsk (Urali), ecc. Grossi cristalli a West Chester (Pennsylvania).
La pennina, più ricca di silice e di magnesio, con abito più spesso tipicamente trigonale, con colore e pleocroismo simili a quelli del clinocloro, ma con birifrangenza bassissima e angolo degli assi ottici quasi nullo, è pure frequente come elemento di scisti cloritici. Bei cristalli provengono dalla regione di Zermatt (vallese), dalla val d'Ala, dalla val Malenco (Valtellina) e dalla Zillertal. La proclorite, in cui è sempre il silicato amesitico, più o meno ferrifero, che prevale, è raramente in cristalli, ma per lo più in gruppi lamellari a pile contorte, vermiformi, o in aggregati scagliosi pulverulenti. Accompagna quarzo, adularia, titanite in rocce gneissiche del Gottardo, di Val Devero, dei Grigioni, dell'Alto Adige, ecc., costituendo talora un vero riempimento di geodi o litoclasi mineralizzate. Bei cristalli furon raccolti nei serpentini del M. Rosso di Verra (Aosta). Le ripidoliti sono procloriti ferro-magnesifere, mentre sono considerate procloriti magnesifere le grochaniti. La corundofilite, più basica, pure ferrifera, accompagna il corindone nel Chester (Massachusetts). Fu trovata anche in Val Devero (Ossola) con titanite. L'amesite, notevolmente ferrifera, quasi uniassica, proviene dal Chester, ove si associa a diasporo.
Una clorite tipica, bianco-giallognola, quasi priva di ferro, di composizione intermedia fra pennina e clinocloro, è la leuctembergite. Proviene da Zlatoust (Urali), da Amity (New York), da Midongy (Madagascar).
Ortocloriti cromifere, di color rosso violaceo, sono la kotschubeite (Urali merid., California) di tipo clinocloro, e la kämmererite (Texas, California, Urali) di tipo pennina.
Fra le leptocloriti (Tschermak), la dafnite, la chamosite, l'afrosiderite sono essenzialmente silicati basici di Fe″ e Al: la diabantite, la delessite sono silicati ferro-magnesiaci alluminiferi, mentre lo stilpnomelano è costituito in prevalenza da silicato ferroso con poco Mg ed Al. La cronstedtite è, come si è visto già, un silicato molto basico di ferro, sia ferroso sia ferrico, con piccole quantità di Mg e Mn, e da questa si differenzia la turingite per una parziale sostituzione di Al al Fe‴.
Alcune di queste leptocloriti nella classificazione di Orcel vengono considerate come procloriti ferrifere. Un gruppo di minerali, mal definito ancora, di tipo analogo alle cloriti, derivati in genere da alterazione di minerali micacei, è quello detto delle vermiculiti. Una varietà di vermiculite è la kenite di S. Piero in Campo (Elba).
Bibl.: Oltre ai trattati generali di Mineralogia, v.: G. Tschermak, in Sitzungsb. d. k. Akad. d. Wiss., Vienna 1890 e 1891; J. Orcel, Recherches sur la composition chimique des chlorites, in Bull. Soc. Franc. de minér., 1927; A. Bianchi e F. Carpanese, Studi sulle cloriti, in Atti Ist. veneto sc., lett., arti, LXXXVII (1927-28) e in Rend. R. Acc. Lincei, 1929; A. N. Winchel, Chlorite as a polycomponent system, in Amer. Journ. of Sc., XI (1926).