clorofilla
Pigmento verde delle foglie capace di assorbire l’energia luminosa e di permettere alle piante di realizzare la fotosintesi. Nelle cellule vegetali la clorofilla si trova in organuli cellulari detti cloroplasti. La sua struttura consiste in un anello porfirinico contenente al centro un atomo di magnesio e intorno quattro atomi di azoto circondati da atomi di carbonio; una lunga catena di idrocarburi è attaccata all’anello porfirinico e serve ad ancorare la molecola di clorofilla alle membrane tilacoidi dei cloroplasti. Le piante superiori contengono clorofilla sotto due forme: la clorofilla a gioca un ruolo fondamentale nella fotosintesi; la clorofilla b è associata alla a nel meccanismo di assorbimento della luce ed è un pigmento accessorio. La differenza molecolare tra la clorofilla a e b riguarda la sostituzione di un gruppo metilico (−CH3) con un gruppo aldeidico sull’anello porfirinico. La clorofilla è verde perché riflette la luce verde (tra 500 e 600 nm) e assorbe principalmente nella parte rossa (662 nm) e blu (430 nm) dello spettro. Quando i pigmenti assorbono luce, gli elettroni, all’interno delle loro molecole, vengono spinti a livelli di energia superiori. Nella maggior parte dei casi, gli elettroni ridiscendono quasi immediatamente ai loro livelli energetici di partenza e l’energia liberata può: (a) essere assorbita da una molecola vicina, i cui elettroni vengono spinti a livelli di energia più alti; (b) essere dissipata come calore; (c) essere riemessa come energia luminosa di lunghezza d’onda maggiore, un fenomeno detto fluorescenza. In altri casi, invece, l’energia assorbita innesca una reazione chimica. L’energia assorbita dal pigmento spinge gli elettroni fuori dalla molecola, che pertanto si ossida, e questi elettroni ad alta energia sono immediatamente accettati da un’altra molecola, che perciò si riduce. Se avverrà o meno una reazione chimica dipende non soltanto dalla struttura di quel particolare pigmento, ma anche dalle sue relazioni con le molecole vicine.