CLOROMICETINA (App. II, 1, p. 631)
La c., il cui nome generico è "cloramfenicolo", ha assunto una particolare importanza nella storia dell'antibiosi perché rappresenta il primo antibiotico a "vasto spettro" utilizzato in clinica, attivo, oltre che sui batterî, anche sulle rickettsie e sui grossi virus, e perché successivamente al suo isolamento dallo Streptomyces Venezuelae è stata preparata per via sintetica: essa, cioè, è anche il primo antibiotico la cui sintesi sia stata realizzata su scala industriale.
Lo spettro antibatterico della c. è molto esteso, comprendendo parecchi batterî gram-positivi (sui quali però l'azione è un po' inferiore a quella della penicillina) e, sovrattutto, quelli gram-negativi; inoltre l'antibiotico è attivo contro le rickettsie e anche contro alcuni virus (psittacosi, omitosi, polmonite atipica); non è invece attivo contro funghi e protozoi.
La resistenza verso la c. insorge molto lentamente: anche lo stafilococco resistente agli altri antibiotici si dimostra ad essa sensibile in una elevata percentuale di casi. La c. è abbastanza ben tollerata: gli unici disturbi di una certa importanza che può dare sono quelli a carico del sistema emopoietico, che possono arrivare sino all'anemia aplastica ed alla granulocitopenia; tali disturbi non sono però frequenti, si manifestano in genere in corso di cure prolungate e sono facilmente reversibili.
L'antibiotico può essere somministrato per via orale, per via endomuscolare ed endovenosa e per via rettale; l'assorbimento è più rapido che non con le tetracicline, però con la stessa prontezza esso viene metabolizzato: donde la necessità di somministrare le singole dosi a brevi intervalli di tempo (per bocca 250 mg ogni 4 ore). Il cloramfenicolo ha un potere diffusivo veramente elevato: lo si ritrova infatti in concentrazioni alte nei liquidi organici e pure nel liquor. L'eliminazione della c. avviene prevalentemente attraverso i reni e quasi interamente sotto forma di nitrocomposto.
La c. ha molteplici indicazioni cliniche, stante il suo spettro di azione così esteso, tuttavia la malattia per la quale costituisce sempre l'antibiotico di scelta è la febbre tifoide e le altre infezioni da salmonelle; la c. è inoltre particolarmente indicata nella brucellosi, nella pertosse, nelle rickettsiosi e nelle infezioni da stafilococchi resistenti ad altri antibiotici.