CLOTARIO II
. Figlio di Chilperico I e di Fredegonda, ereditò, fanciullo, dal padre (584) il trono di Neustria, sotto la tutela della madre. Fu esposto, indifeso, alle mire ambiziose e alle vendette di Brunechilde (v.), che gli suscitò contro il cugino Childeperto II di Austrasia. Battuto a Dormelles (Fontainebleau) nel 600, dovette cedere gran parte delle sue terre. La stessa vicenda stava per ripetersi nel 603-04, quando fu assalito da Teodorico II; ma Teodeperto, fratello di Teodorico, si mise dalla parte di C. e la pace fu ripristinata a Compiègne. Nel 613, Teodorico, ucciso il fratello Teodeperto e istigato da Brunechilde, si preparava a dare il colpo di grazia a C., quando la situazione improvvisamente, si capovolse: la nobiltà dell'Austrasia, capeggiata da Arnolfo vescovo di Metz e da Pipino il Vecchio, fondatori della potenza carolingia, si ribellò a Teodorico e a Brunechilde e stabilì C. come unico re di tutti i Franchi (613). Ma egli dovette venire a patti con la nobiltà di Austrasia e di Burgundia, alla quale doveva la vittoria; la costituzione, solennemente giurata il 18 ottobre 614, significò una diminuzione del potere regio. Il re dovette riconoscere i diritti della aristocrazia locale e dell'episcopato. Negli ultimi anni di regno l'unità del regno franco fu soltanto esteriore: le tre parti del regno (Austrasia, Neustria, Burgundia) ottennero piena autonomia, ognuna con proprî maggiordomi, la Burgundia, dal 623, con un proprio re, Dagoberto, figlio di C. Arnolfo di Metz e Pipino finirono con l'avere un potere effettivo più grande del re. C. morì nel 629.
Clotario III, figlio di Clodoveo II e re dei Franchi dal 656 al 670 e Clotario IV, re di Austrasia (717-719), furono figure insignificanti, del tutto oscurate da quelle dei proprî maggiordomi.
Bibl.: v. clotario i. Per la costituzione del 614, v. Mon. Germ. Hist., Capitularia regum Franc., I, n. 9, e Concilia, I, 185.