CLUB
. Vocabolo inglese di etimologia incerta, che sta a significare, genericamente, un'associazione purchessia, ma che in tempi recenti ha indicato in modo particolare un tipo di sodalizio a scopo di ritrovo. Queste associazioni volontarie, sviluppatesi mediante la cooptazione di nuovi membri, trovarono il loro clima classico in Inghilterra, fra l'altro per l'antica consuetudine delle classi dirigenti di abitare in campagna, convenendo in citta solo per la trattazione degli affari economici e politici. Luoghi di ritrovo furono dapprima le taverne dell'epoca shakespeariana, indi le botteghe da caffè, diffusesi nel Settecento, che fu il momento caratteristico dei club letterarî, come quelli gravitanti nell'orbita del celebre dottor Johnson. Solo nel sec. XVIII furono fondati a Londra e nelle città di provincia i club foggiati sul tipo costante che si è poi sempre mantenuto, di riunione fra appartenenti a una medesima classe sociale, essenzialmente la gentry (cioè i discendenti dagli antichi cavalieri delle contee), per lo più raggruppati secondo le tendenze politiche. Così il White's Club era frequentato dai Tories, il Brook's dai Whigs; ma non mancarono club come il Boodle's, fondato nel 1762, che riunì i gentiluomini di campagna, indipendentemente dal loro partito. Nei club pertanto questi signori venivano a mangiare, a dormire, a leggere, a scrivere, a conversare e, spesso, anche a trattare, come si è detto, dei comuni interessi politici. Da duecento anni circa buona parte dell'attività cittadina delle alte classi inglesi si è svolta entro i club. Di questi si ebbe una vera fioritura all'indomani della vittoria dell'Inghilterra su Napoleone, quando ufficiali, marinai e diplomatici rimpatriarono dopo un ventennio di lotte estese a quattro continenti. Nel 1815 fu fondato l'United Service Club; nel 1819 il Traveller's; nel 1824 l'Athenaeum, ove Walter Scott chiamò a raccolta mecenati, artisti e letterati. Nel 1830 ebbe origine l'Oxford and Cambridge Club che raggruppò i laureati delle due storiche università. Risale al tempo della grande contesa per la riforma elettorale la fondazione dei due massimi club politici di Londra; al 1832 quella del Carlton, conservatore, e al 1837 quella del Reform, liberale. Nel 1857 fu fondato il St. James's Club, che è il più internazionale, accogliendo i diplomatici residenti nella capitale. Tra i numerosissimi club londinesi ve ne sono pure di femminili e di aperti ai due sessi. La maggior parte dei club inglesi si reclutano col voto segreto, collocato nel bussolo, dandosi maggiore o minore efficacia alle palle nere di annullarne un certo numero di bianche; ma non mancano gli esempî di circoli che hanno affidato a una commissione direttiva la scelta dei nuovi soci. Secolare e caratteristico era il privilegio riconosciuto dalle leggi inglesi ai club di regolarsi con piena autonomia; la legislazione recente contro le bevande alcooliche ha sottoposto anche i club a una sorveglianza della polizia, sancita dal Licensing Act del 1902. Secondo il modello dei club inglesi ne furono fondati alquanti anche sul continente. Primeggiarono fra essi la Grande società dell'Aia, fondata nel 1748, e il Club anglais di Pietroburgo, sorto nel 1770. In Italia risale alla medesima epoca la fondazione, nelle principali città, di Casini dei nobili imitati talora da Casini dei negozianti e spesso affiancati ai teatri sociali. Il Casino dei nobili di Girgenti risale al 1747; la Grande conversazione della nobiltà di Palermo, nella quale le dame erano ammesse e che fu il germe dell'attuale Circolo Bellini, s'iniziò nel 1769. Nel 1805 fu fondato in Messina il Circolo della borsa per iniziativa dei commercianti inglesi che erano allora numerosissimi nell'isola. In generale si può affermare che la Sicilia fu di tutte le terre italiane quella in cui maggiore si manifestò l'influenza inglese sullo sviluppo dei circoli. Il Casino della nobile società, che esisteva a Milano accanto al Teatro alla Scala fino dall'epoca dell'imperatrice Maria Teresa e che il conte Federico Confalonieri riuscì a trasformare per un momento in un focolare di patriottismo, è in un certo senso il progenitore dell'attuale Società dell'unione, ciò che accadde pure al Casino dei nobili di Ferrara. La Società del Whist di Torino, fondata nel 1840 sotto gli auspici del ministro di Carlo Alberto, conte di Pralormo, servì spesso al Cavour per la propaganda nazionale. Il Circolo nazionale di Napoli fu fondato il 10 gennaio 1861 da gentiluomini di parte liberale, contrapponendosi per lungo tempo alla borbonica Società del Whist, e a Roma il Circolo della caccia, sorto nel 1869, ebbe pure il carattere di un centro di parte bianca in opposizione a quello degli scacchi di parte nera.
La voga attuale dei club nei paesi anglosassoni e in particolar modo negli Stati Uniti d'America. è dovuta indubbiamente al progressivo dissolversi dell'unità familiare e all'impossibilità per i più di procurarsi con mezzi proprî tutt'una serie di distrazioni. Il grande club inglese, e ancor più quello nordamericano, è un surrogato dell'abitazione individuale: il socio vi trova sale da pranzo, camere da letto, sale di ginnastica e di giuoco, bagni, posta e telegrafo.
A. Griffiths, Clubs and clubman, London 1907.
I club in Francia nel periodo della Rivoluzione. - Se però i club hanno avuto origine in Inghilterra, in nessun altro paese essi hanno raggiunto un'importanza politica pari a quella dei club sorti a Parigi tra il 1789 e il 1792. L'usanza di radunarsi in club si era diffusa in Francia già prima, verso il 1780; ma occorre notare che qui i salons, così diffusi e frequentati e ormai parte integrante della vita sociale, toglievano ai club molte possibilità di fortuna. La loro importanza crebbe però con l'aggravarsi delle condizioni interne della Francia, sino a quando nel maggio 1789 fu fondato quello che doveva essere il più importante e il più noto di tutti, il Club dei Giacobini (v. giacobini), detto allora Club Breton, poi dalla fine dell'anno - dopo una breve interruzione - Société des amis de la constitution e infine, dal 22 settembre 1792, Société des Jacobins, amis de la liberté et de l'egalité. Sulla fine del 1790 venne fondato il club dei Cordeliers; e seguirono varî altri - generalmente però sotto il nome di société, come la Société de la Section de la bibliothèque, la Société de l'égalité, la Société des élèves de la constitution, la Société fraternelle du Palais Cardinal, la Société fraternelle des Halles ecc.; più tardi, dal 1793, il Club Massiac, il Club électoral ou de l'Évêché, ecc. Ancora sotto il Direttorio troviamo vivi e operanti varî club, repubblicani e monarchici, giacobini e conservatori; finché, dopo varî e alterni provvedimenti che proibivano e poi nuovamente permettevano i club, l'avvento di Bonaparte al potere (novembre 1799) fece cessare definitivamente i club.
L'importanza di simili associazioni, specialmente nel primo e più burrascoso periodo della Rivoluzione, dal 1789 al 1793, era stata grandissima. Non soltanto servirono da palestre oratorie per i più notevoli uomini della Rivoluzione; non soltanto diedero a questi uomini un appoggio diretto - il che condusse naturalmente a rivalità acerrime tra i varî club -; ma a un certo punto, sotto la Convenzione, assunsero la fisionomia e l'autorità di veri e proprî enti pubblici, influendo sull'attività del governo.