Vedi CNIDO dell'anno: 1959 - 1994
CNIDO (Κνίδος, Cnidus)
Antica colonia spartana sulle rive della Caria (Asia Minore), all'estremità della penisola dello stesso nome (Chersonesus Cnidia), davanti all'isola di Coo. Per quanto la sua storia possa esser fatta risalire al VII sec. a. C., è certo che lo sviluppo edilizio della città risale al V sec., al tempo dell'egemonia di Atene, avendo C. aderito alla federazione attica. Su iniziativa dei suoi abitanti, verso la metà di quel secolo Polignoto decorava di pitture, che si visitavano con ammirazione ancora al tempo di Pausania, la Lesche detta degli Cnidî a Delfi (v.). La località semiabbandonata, per quanto munita di un duplice, sicuro porto naturale (orientale e occidentale), conserva, più o meno visibili, numerosi avanzi della città antica e greco-romana, avendo C. goduto di una notevole floridezza anche in età romana. La disposizione urbanistica di C. era quella di una città fortificata, recinta di mura dalla parte del mare e lungo il crinale delle colline, sulle cui pendici l'abitato si sviluppava, completando il sistema fortificato con un'alta acropoli (m 284 s. m.). Dentro i limiti di un poligono irregolare, sviluppato con l'asse principale da E-N-E a O-S-O, la città si estendeva con le sue strade tracciate regolarmente secondo tale asse o normalmente al medesimo, in modo da formare tante insulae rettangolari. In seguito a scavi condotti nella prima metà del secolo scorso, si sono potuti identificare taluni principali edifici della città: a N il grande teatro addossato alla collina, a S un teatro più piccolo e un odeon presso il mare, a O un mercato, un gymnasium o palestra, e, qua e là, tracce di varî templi (tra cui quelli di Dioniso, di Demetra, delle Muse, o ritenuti tali), oltre a resti di edifici civili, di men facile identicazione.
Per quanto gli scavi condotti sino ai tempi nostri non abbiano portato alcuna particolare luce sull'argomento, è certo che a partire dalla metà circa del IV sec. a. C., la città andò largamente famosa per un suo già noto santuario dedicato ad Afrodite, e per il simulacro della dea che ivi si ammirava come il capolavoro di Prassitele (v.). Mentre oggi non è più dato di accostarci al capolavoro prassitelico se non per la mediazione di copie di età ellenistico-romana, le testimonianze storicamente e topograficamente più prossime all'originale rimangono le riproduzioni del simulacro, impresse sulle monete locali, a partire dalla fine del IV secolo. Altra pregevole immagine di culto locale è la statua di Demetra seduta, di tipico stile scopadeo, rinvenuta a C. nel 1858, e conservata nel British Museum: opera già attribuita a Skopas e recentemente riferita a Leochares.
Bibl.: L. Bürchner, in Pauly-Wissowa, XI, 1921, c. 914 ss.; A. von Gerkan, Antike Staedteanlagen, Berlino 1924, passim; B. V. Head, Hist. numorum, Oxford 1911, p. 614 ss. Per la storia degli scavi, v. A. H. Smith, Catal. of Sculpture Brit. Museum, II, Londra 1900, p. 200 ss.; B. Ashmole, Demeter of Cnidus, in Journ. Hell. Stud., LXXI, 1951, pp. 13-28, tavv. 1-16.