coagulazione intravascolare
Condizione patologica, anche molto grave, che si verifica quando il sangue inizia a coagulare in modo incontrollato in tutto l’organismo. Il meccanismo patogenetico è legato all’equilibrio dinamico che l’organismo sano riesce a mantenere di continuo tra i processi di fibrinolisi e coagulazione, tra loro concorrenti. Rompere questa condizione di equilibrio causa, inizialmente, un processo trombotico diffuso, con rischi di ischemie e di ipoperfusione degli organi. I trombi si ingrandiscono progressivamente, attirando sempre più fattori di coagulazione e piastrine; in questo modo si verifica la cosiddetta coagulopatia da consumo, con piastrinopenia e importanti episodi di emorragia. La formazione di trombi inoltre attiva in modo eccessivo il processo di fibrinolisi che la contrasta. Ciò implica il potenziale esaurimento degli elementi con funzione anticoagulante. Il quadro della coagulazione intravascolare diffusa è quindi caratterizzato dalla contemporanea esistenza di formazione di trombi e di processi emorragici. Come detto, la condizione è causata dall’attivazione generalizzata del processo di coagulazione. Tale attivazione può essere dovuta a diversi fattori patogeni: (a) l’infezione settica da batteri gram-negativi (per es., meningococchi); (b) il morso di alcune specie di serpenti; (c) forti traumi e danni tissutali; (d) shock; (e) trasfusione con sangue non compatibile o di grandi volumi di sangue; (f) patologie epatiche; (g) sindromi tumorali. La causa più comune di coagulazione intravascolare diffusa è comunque legata a complicazioni ostetriche, come eclampsia o altre situazioni in cui fluidi dall’utero o dal sacco amniotico si riversano nel flusso sanguigno della madre. La terapia della coagulazione intravascolare diffusa consiste, quindi, principalmente nel rimuovere la causa prima del disturbo, e nel riequilibrare il sistema della coagulazione. Si dovrà dunque controllare la sintomatologia emorragica, infondendo sangue, plasma fresco e fattori di coagulazione. Si dovranno eliminare inoltre eventuali trombi utilizzando molecole anticoagulanti (eparina).