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COCCONATO

di Armando Tallone - Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)
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COCCONATO

Armando Tallone

. Primi ad assumere il titolo di conte di C. furono i Radicati, che presero il nome dal distrutto luogo di Radicata, situato un tempo in provincia di Torino, sulla sponda del Po insieme col suo porto che corrispondeva a quello odierno di S. Sebastiano da Po. Vi è discordanza tra gli studiosi nel determinare l'origine dei Radicati, ritenendoli alcuni di stirpe manfredingica (v. manfredingi, XXII, p. 112), e discesi direttamente da un manfredo di Bròzolo vivente nel 1014; altri di stirpe anscarica, discesi, benché con riattacco poco sicuro, da un fratello del re Arduino. Nel 1178 compare per la prima volta nei documenti un conte di Radicata, Giovanni, e poco dopo un suo cugino, Oberto il Grasso, col titolo di conte di C. Questo luogo era stato tolto ai Radicati da Ottone III nel 999 perché fautori di re Arduino e dato al vescovo di Vercelli; più tardi ricompare tra i loro possessi; ma i marchesi di Monferrato, in base anche all'investitura avuta dal Barbarossa il 5 marzo 1164, esercitarono sempre sui C. una superiorità feudale, che fu confermata dall'imperatore Carlo IV con l'investitura del 2 febbraio 1355 e con l'ingiunzione fatta l'11 maggio seguente ai Radicati e ai C. di prestare al marchese Giovanni II la fedeltà, mentre invece essi tendevano a ritenersi dipendenti direttamente dall'imperatore, se non proprio per il diploma di investitura del Barbarossa del 5 marzo 1186, ora ritenuto falso, per quello del 3 novembre 1248 (non 1249), col quale Federico II investiva, senza citare alcun altro diploma precedente, Alemanno, il fratello di questo, e gli altri conti di Radicata, di questa contea e delle sue pertinenze, tra cui figurano Cocconato, Bròzolo, Marmorito, Passerano, Primeglio e molti altri. I C., con gli altri rami della famiglia Radicati, costituirono un grande consortile (retto da proprî statuti, che avevano già avuto una prima approvazione da Federico II col citato diploma), il quale, posto in mezzo a Milano, Savoia e Monferrato, che aspiravano ad assoggettarlo, cercò di destreggiarsi abilmente fra essi. Così ebbero una lunga controversia a mezzo il sec. XV con casa Savoia alla quale finirono poi con assoggettarsi. Il consortile rimase diviso in tre parti, detti colonnellati, di Bròzolo, di Robella e di Casalborgone, nei quali alla fine del sec. XVI cominciarono ad avere compartecipazione altre famiglie come gli Appiani, i Balbo, i Galeani Napione, ecc., prendendo il titolo di conti di C. o dei conti di C. pur senza appartenere alla famiglia dei Radicati.

Oltre Alberto e Annibale (v. radicati, XXVIII, p. 680) sono da ricordare un Uberto, che fu tra i governatori che ressero il marchesato di Monferrato durante la prigionia di Guglielmo VII; un Guido, capo del partito ghibellino dopo la morte del marchese Giovanni I di Monferrato; un Bonifacio, valente capitano al tempo di Giovanni II, nonché, tra le famiglie aggregatesi, lo scrittore Galeani Napione (v., XVI, p. 265). Ora sopravvivono, conti di C., i Bròzolo e i Marmorito; dei conti di C., i Primeglio e i Talice.

Bibl.: E. Rocca, Cenni storici, produzione agricola e mercati di C., 3ª ed., Torino 1912, confrontato con la recens. di F. Gabotto, in Boll. stor. bibl. sub., XVII, 1912; L. Borello, in V. Spreti, Enciclopedia nobiliare it., V, Milano 1932; D. Promis, Monete dei C. e dei Mazzetti, Torino 1860; id., Sigilli italiani illustrati, in Misc. di st. it., IX, Torino 1870; E. Durando, Un settennio di storia del comitato di C., in Boll., cit., I, 1896; F. Cognasso, I diplomi di Carlo IV per Giovanni II di Monferrato, in Boll. Soc. Pavese di st. patria, XXII, 1922. Per Alberto aggiungere: F. Saraceno, Il manifesto del conte Radicati di Passerano, in Curiosità e ricerche di st. sub., I, Torino 1874; M. Gasco, Adalberto Radicati conte di Passerano e il suo "Recueil de pièces curieuses sur les matières les plus intéressantes", in Ann. Ist. Sup. di Magistero del Piemonte, V, Torino 1931. Per Galeani Napione, aggiungere: U. Valente, Una mem. ined. del Conte di C., Pinerolo 1912; A. Fossati, Il pensiero economico del Conte G. F. Galeani-Napione (1748-1830), in Bibl. Soc. st. sub., CLVIII, Torino 1936.

Vedi anche
Gian Francesco Galeani Napióne di Cocconato Letterato (Torino 1748 - ivi 1830); entrò nella carriera amministrativa quale impiegato delle Finanze e ricoprì varî uffici (intendente nel 1779, consigliere di stato nel 1796, generale delle Finanze l'anno seguente, si dimise da tale carica per incompatibilità con le superiori autorità); sotto i Francesi ... Radicati, Alberto, conte di Passerano e Cocconato Scrittore politico (Torino 1698 - L'Aia 1737). Entrato nella corte di Vittorio Amedeo II fin dal 1707, fu suo consigliere nella politica ecclesiastica durante il periodo di aspra tensione del re con la Santa Sede; migliorati i rapporti tra le due corti, andò esule a Londra (1726), anche a causa della ... Carlo IV di Lussemburgo imperatore Figlio (Praga 1316 - ivi 1378) di Giovanni il Cieco, conte di Lussemburgo, e di Elisabetta, sorella di Vence slao III, re di Boemia e Polonia, ultimo della dinastia dei Přemyslidi. Ebbe un'educazione raffinata alla corte francese; sposò Bianca di Valois. Vicario imperiale in Italia (1331) passò poi in ... feudalesimo Insieme di legami personali e politici e poi sistema socioeconomico che caratterizzò l’Europa occidentale medievale. Le sue componenti fondamentali furono l’istituto del feudo e il vassallaggio (➔). Le origini Elementi ‘prefeudali’ si colgono nel Basso Impero romano dove si costituirono, per la progressiva ...
Tag
  • GIOVANNI II DI MONFERRATO
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  • FEDERICO II
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Vocabolario
coccóne
coccone coccóne s. m. [adattam. del settentr. cocón «cocchiume»], ant. – Tappo di legno che serviva un tempo a chiudere la riserva delle polveri oppure la bocca delle artiglierie.
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