coco-bond
(CoCo bond), loc. s.le m. Obbligazione ibrida convertibile: tipologia di obbligazioni bancarie che possono essere convertite in azioni.
• La banca [Bbva] ha annunciato di voler emettere dei coco-bond e ha voluto sottolineare la solidità del proprio patrimonio di base con il core capital ratio che ha toccato a marzo del 2013 quota 11,2 per cento. (Fabio Pavesi, Sole 24 Ore, 27 aprile 2013, p. 27, Finanza & Mercati) • Sempre a lui [Marco Carrai] si fanno risalire gli incontri con Tony Blair e Angela Merkel, negli anni scorsi. E, soprattutto con Davide Serra, il patron del fondo d’investimenti Algebris, di casa alle Cayman. In cui poi l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze (tra gli azionisti di Intesa Sanpaolo e nel cui board siede sempre Carrai, indicato da Mps) ha investito 10 milioni di euro di CoCo bond, strumenti definiti dalla stessa Borsa italiana «a rischio». (Sonia Oranges, Secolo XIX, 21 marzo 2014, p. 6, Radar) • Come i «credit default swaps» dieci anni prima, i CoCo bonds sembravano l’elisir della stabilità. [...] I CoCo si sono rivelati sicuri come scudi ricoperti di tritolo. Per questo la Bce la settimana scorsa ha dovuto allentare i requisiti patrimoniali vincolanti delle banche, in modo da allontanare la soglia d’innesco del panico. (Federico Fubini, Corriere della sera, 3 gennaio 2017, p. 25, Analisi & commenti).
- Espressione inglese composta dagli agg. contingent ‘condizionato’ e convertible ‘convertibile’ e dal s. bond ‘titolo, obbligazione’.
- Già attestato nel Corriere della sera del 22 maggio 2011, p. 26, Economia (Victor Massiah intervistato da Sergio Bocconi).