Codice da Vinci
Còdice da Vinci. – Romanzo dello statunitense Dan Brown pubblicato nel 2003 negli Stati Uniti, con il titolo The da Vinci code, e nel 2004 in Italia. Tradotto in 44 lingue, ha venduto nel mondo oltre 80 milioni di copie e da esso è stato tratto l'omonimo film diretto da Ron Howard nel 2006. Il percorso narrativo, che si sviluppa intorno alla ricerca del Santo Graal nel corso dei secoli, coinvolgendo argomenti come Vangeli apocrifi, Templari, Priorato di Sion e Opus dei (v. letteratura complottista) e trovando l'acme nella lettura esoterica del Cenacolo di Leonardo, porta alla rivelazione di affermazioni eterodosse. Il Santo Graal non sarebbe un oggetto, ma Maria Maddalena, la vera 'coppa' che ha tenuto in sé il sang réal – il «sangue reale», da cui 'Santo Graal' –, cioè i figli che Gesù Cristo le aveva dato. A Maria Maddalena, inoltre – e non a s. Pietro –, Gesù avrebbe affidato una Chiesa che avrebbe dovuto proclamare la priorità del principio femminile. Sarebbe stato quindi l’imperatore Costantino (280-337 d. C.) a reinventare un nuovo cristianesimo – sopprimendo l’elemento femminile e proclamando la divinità di Gesù –, e a far ratificare queste sue idee dal Concilio di Nicea nel 325 d. C. Ciò presuppone che sia stata occultata la verità su Gesù Cristo e sul suo matrimonio e che la sua discendenza sia stata soppressa fisicamente. Nella premessa l’autore afferma che il contesto del romanzo è storicamente vero poiché si basa su Les dossiers secrets, un documento scoperto nel 1975 alla Bibliothèque nationale di Parigi. In realtà il documento vi era stato depositato nel 1967 da Philippe de Chérisey, Pierre Plantard e Gérard de Sède; in esso si parla della discendenza di Gesù e di Maria Maddalena, dei Merovingi e del Priorato di Sion, il cui ultimo gran maestro – e ultimo dei Merovingi – sarebbe Plantard. Benché persone coinvolte abbiano ammesso che si tratti di un falso compilato nello stesso anno 1967, sulla base de Les dossiers secrets sono stati scritti numerosi saggi e romanzi. Certamente ascrivibile ai romanzi di consumo, il Codice da vinci è rappresentativo della tendenza che caratterizza la nuova produzione destinata all’intrattenimento: trasversalità dei generi, assenza di serialità, contenitore di qualità (rilegato o paperback), distribuzione intensiva nelle librerie e nelle edicole, immediata riduzione televisiva o cinematografica. L’intento è quello di superare la distinzione tra ciò che è da considerarsi letteratura e ciò che non lo è, spostando i limiti del letterario, anzi dilatandoli a dismisura, per puntare sull’accreditamento presso il pubblico: sono i lettori (e dunque le vendite, il ritorno economico) a decretarne il riconoscimento. La critica è, da questo punto di vista, esautorata; possiede armi spuntate che nulla possono di fronte all’evidenza dei numeri.