EGBERTO, Codice di
Evangelistario databile tra il 980 e il 990 conservato a Treviri (Stadtbibl., 24), che prende il nome dal committente E., arcivescovo di Treviri dal 977 al 993.Il manoscritto consiste di centossessantacinque carte di pergamena finissima, in ventuno quinterni, vergate in minuscola carolina su ventidue righe e presenta sessanta pagine decorate con miniature e ornamenti in foglia d'oro. L'immagine dedicatoria (c. 2r) mostra E. come committente - identificato dalla scritta: "Egb(er)tus / Treveror(um) Ar / chiep(iscopu)s" -, al quale i monaci Keraldus e Heribertus della Reichenau offrono un codice ciascuno. È andata perduta l'originaria legatura di lusso, per la quale tuttavia può costituire termine di riferimento artistico la coperta del Codex Aureus Epternacensis (Norimberga, Germanisches Nationalmus., K.G. 1138), prodotta dalla medesima bottega.Insieme a un epistolario (Berlino, Staatsbibl., Theol. lat. fol. 34) e certamente anche a un sacramentario, il codice costituiva un ornatus liturgico. Un salterio dell'arcivescovo E. si trova oggi a Cividale (Mus. Archeologico Naz., CXXXVI).Uno dei più antichi cicli cristologici miniati dell'arte occidentale - intenzionalmente ordinato secondo una narrazione storica piuttosto che in funzione liturgica - costituisce con le sue sessantuno scene la parte più rilevante del codice. Sia dal punto di vista iconografico sia da quello stilistico emergono chiaramente elementi tardoantichi, paleocristiani e anche carolingi; un'analoga sequenza di immagini è già documentabile, nel sec. 9°, in Italia settentrionale, nell'altare d'oro di Vuolvinio (Milano, S. Ambrogio). Fra le diverse mani che miniarono il manoscritto particolarmente significativa è quella del Maestro del Registrum Gregorii, il più importante della 'bottega di E.', cui possono essere ascritti anche altri capolavori dell'arte figurativa ottoniana. Caratteristiche nella sua opera sono le reminiscenze anticheggianti nella rappresentazione dei corpi delle figure e nella resa atmosferica dello spazio. Dal punto di vista storico-artistico i rapporti del codice con l'arte ottoniana della Reichenau e con quella di Treviri e di Echternach restano tuttavia ancora problematici.
Bibl.: F.X. Kraus, Die Miniaturen des Codex Egberti in der Stadtbibliothek zu Trier, Freiburg im Brsg. 1884; H. Schiel, Codex Egberti der Stadtbibliothek Trier, Basel 1960; G. Franz, F.J. Ronig, Codex Egberti. Teilfaksimile-Ausgabe des Ms. 24 der Stadtbibliothek Trier, 2 voll., Wiesbaden 1983; H. Westermann-Angerhausen, s.v. Egbertwerkstatt, in Lex. Mittelalt., III, 1986, col. 1603.V.H. Elbern