coesione
coesióne [Der. del part. pass. cohaesus del lat. cohaerere "essere strettamente uniti"] [FML] Proprietà dei corpi di resistere, più o meno intensamente, a ogni azione che tenda a staccarne una parte dall'altra; si spiega ammettendo che fra le particelle di uno stesso corpo agiscano forze attrattive (forze di c.), sensibili solo se le distanze intermolecolari sono dell'ordine di grandezza del raggio di azione molecolare (minore di 10-8 m); nei gas tali distanze sono molto maggiori e pertanto le forze di c. sono in genere lecitamente trascurabili. ◆ [FML] Energia di c.: l'energia potenziale associata alle forze di coesione. ◆ [FSD] Energia di c. in un metallo: v. metallo: III 787 b. ◆ [FSD] Energia di c. nei cristalli ionici: v. cristalli ionici: II 3 c. ◆ [FML] Pressione di c.: denomin. del termine a/V2 che compare nell'equazione di van der Waals dei gas reali per tenere conto delle forze attrattive fra le molecole. ◆ [BFS] Teoria della c.: si propone di spiegare la capacità della linfa di salire nei vasi xilematici di una pianta vascolare fino alla sommità della pianta stessa, qualunque sia la sua altezza. Se si fa il vuoto in un tubo verticale immerso con la sua estremità inferiore nell'acqua di un bacino scoperto, sotto la spinta della pressione atmosferica l'acqua sale nel tubo per circa 10 m e non oltre; ora, molte piante vascolari superano l'altezza di 10 m e talune, come le Sequoie, possono raggiungere e anche superare l'altezza di 100 m; il fatto che l'acqua, che le radici assorbono dal terreno, possa in ogni caso salire attraverso i vasi xilematici fino alla sommità della pianta, ha sempre costituito un difficile problema fisico per la fisiologia vegetale e ancor oggi molti aspetti della questione attendono una spiegazione. Esclusi contributi apprezzabili di capillarità e pressione osmotica, il fenomeno nelle sue linee generali viene tuttavia oggi spiegato come effetto risultante di un processo di trasporto attivo dell'acqua attraverso le membrane delle cellule radicali che immettono nello xilema, e di una trazione della colonna d'acqua verso l'alto, causata dal fatto che la traspirazione determina una continua perdita d'acqua, attraverso le membrane cellulari, nelle foglie della chioma dell'albero. La teoria della c. spiega questo secondo processo sulla base della resistenza alla trazione dell'acqua, derivante dai legami idrogeno intermolecolari esistenti nel liquido. Sperimentalmente, sarebbe stato dimostrato che una colonna d'acqua può anche sopportare una pressione negativa fino a circa 30 MPa (circa 300 atm) senza spezzarsi. Ciò corrisponde a una resistenza alla trazione dell'ordine di un decimo di quella di metalli come l'alluminio e il rame, resistenza che sarebbe largamente sufficiente per giustificare da sola, in ogni caso, la circolazione della linfa nelle piante. Resta però il fatto, che la resistenza alla trazione dell'acqua dipende molto (oltre che dalla natura delle pareti e dal diametro del vaso xilematico) dai soluti in essa presenti ed è certamente drasticamente ridotta da gas disciolti. Così, se da un lato l'esistenza di una trazione dall'alto della colonna liquida, causata dalla traspirazione, è stata sperimentalmente provata, dall'altro lato questo fenomeno non può, da solo, giustificare la circolazione della linfa.