cognizione incarnata
cognizióne incarnata locuz. sost. f. – Dall’inglese embodied cognition, l’approccio allo studio della cognizione basato sulla teoria della mente incarnata (v. embodiment). Diversamente dagli indirizzi del cognitivismo della seconda metà del 20° secolo, nei quali si privilegia lo studio dei processi cognitivi mediante modelli computazionali, e diversamente dalle filosofie della mente fondate sull’ipotesi del linguaggio del pensiero (J. Fodor, The language of thought,1975) o su quella della mente modulare, le ricerche del nuovo cognitivismo integrano la tesi che ogni cognizione sia incarnata e che anche le cognizioni superiori, che comportano un maggior grado di astrazione, siano l’elaborazione di esperienze corporee. Sviluppando, anche in direzioni innovative, le teorie della mente estesa (A. Clark, D. Chalmers,The extended mind, in Analysis, 58, 1997, pp. 10-23) incentrate sul ruolo dell’ambiente nell’attività mentale, negli studi sulla c. i. si è privilegiata la teoria della mente incarnata (F. Varela, E, Thompson, E. Rosch, The embodied mind,1991), ossia nei processi cognitivi oltre alle connessioni con il cervello si ritiene costitutiva la dipendenza dalle caratteristiche fisiche del corpo dell’agente (per una presentazione delle diverse teorie dell’embodiment, L. Shapiro, Embodied cognition, 2011, pp. 51-69). Nelle teorie della c. i. si ritiene che il corpo abbia un ruolo sia causale sia costitutivo nella cognizione. Il corpo di un agente può infatti esercitare funzioni vincolanti, agevolando o ostacolando tale o talaltra cognizione; funzioni di distribuzione del carico computazionale e rappresentativo tra le strutture neurali e non-neurali; funzioni di regolazione delle attività cognitive nello spazio e nel tempo, garantendo la coordinazione fra cognizione e azione (gli indirizzi di ricerca si differenziano proprio nel conferire un diverso peso a ciascuna di tali funzioni). Secondo la prospettiva dell’embodiment si orientano anche alcune ricerche delle neuroscienze e della neurofenomenologia, che considerano la natura incarnata dell’agire cognitivo (F.J. Varela, Neurophenomenology. A methodological remedy for the hard problem, in Journal of consciousness studies, 3, 1996, pp. 33-49; trad. it. in Neurofenomenologia. Le scienze della mente e la sfida dell’esperienza cosciente, a cura di M. Cappuccio, 2006, pp. 65-93; anche nello stesso volume, V. Gallese, Corpo vivo, simulazione incarnata, intersoggettività. Una prospettiva neuro-fenomenologica, pp. 293-326). L’attenzione rivolta non soltanto al corpo ma anche all’ambiente circostante nel determinare i comportamenti e i processi cognitivi è centrale nello studio della cognizione incorporata (embedded cognition), mentre una maggiore attenzione agli aspetti sociali e culturali della cognizione, a integrazione di quelli ambientali, caratterizza gli studi sulla cognizione situata (situated cognition; The Cambridge handbook of situated cognition, ed. M. Aydede, P. Robbins, 2009).