coherer
coherer 〈kohìërë〉 [s.ingl. "che mette in coesione"] [STF] [EMG] [ELT] Nome dato da O. J. Lodge, che se ne servì nelle sue esperienze e ne diffuse grandemente l'uso, al rivelatore di onde elettromagnetiche a limatura metallica da lui realizzato nel 1888 e il cui principio di funzionamento era stato scoperto da T. Calzecchi Onesti nel 1884. È costituito da un tubetto di vetro con due elettrodi fra i quali è un po' di fine limatura metallica (v. fig.); presenta una resistenza relativamente alta (qualche centinaio o migliaio di ohm), che diminuisce di molto, e resta bassa, se il c. è investito da onde elettromagnetiche; tale effetto viene spiegato in base allo scoccare di microscintille fra i granuli di limatura, con la formazione di microgiunzioni semiconduttrici (il c. diventa equivalente, nell'insieme, a un diodo); per ripristinare le condizioni normali e di grande sensibilità (alta resistenza) occorre scuotere il c. (provvedevano a ciò appositi dispositivi meccanici, eccitati dalla corrente stessa che si stabiliva nel c. se esso era collegato a una pila). Dimensioni e forma della parte terminale degli elettrodi e, soprattutto, natura dei metalli della limatura e granulometria di quest'ultima influivano ampiamente sulla sensibilità di questo rivelatore. A esso apportò notevoli perfezionamenti G. Marconi, che se ne servì sia nelle sue prime esperienze, sia nei suoi primi apparati commerciali, sino alla sua invenzione (1902) del rivelatore magnetico (→ detector); la successiva generale adozione, come rivelatori, di diodi termoelettronici (1904) fece rapidamente cadere in disuso questo dispositivo.