COL DI LANA
LANA Monte dell'alto Cadore (m. 2464). Si eleva quasi bruscamente alla confluenza del Cordevole col rio Andraz, e domina nettamente e per lungo tratto tutta la zona circostante; gli Austriaci, perciò, ne fecero, nella prima fase della guerra italo-austriaca 1915-18, un caposaldo della loro difesa in quella zona. Fin dai primi attacchi del giugno-luglio 1915 le truppe del IX corpo d'armata (al comando prima del generale Marini e poi del generale Segato) incontrarono una decisa resistenza sui due costoni che dalla cima del monte scendono a sud verso Salesei e ad est verso Agai, denominati rispettivamente dalle truppe italiane "Panettone" e "Cappello di Napoleone"; accaniti, in particolar modo, e molto sanguinosi furono i ripetuti attacchi, tentati dalla 18ª divisione nei primi giorni di agosto. Dopo una parentesi di qualche mese, il 18 ottobre del '15, il IX corpo riprendeva la lotta per l'espugnazione di tutto il sistema difensivo nemico dell'alto Cordevole, di cui la cima Lana ed il Piccolo Lagazuoi erano i due principali pilastri. Il giorno 26 ottobre, dopo reiterati sforzi, una colonna composta di reparti delle brigate Alpi e Calabria, al comando del tenente colonnello Giuseppe Garibaldi, volontario di guerra, riusciva a impadronirsi del Cappello di Napoleone e della sella tra il Cappello e cima Lana. Reparti della brigata Basilicata tentarono, nei giorni successivi, di strappare all'avversario anche il Panettone, e dopo vani, cruenti tentativi, il giorno 28, un battaglione del 91° fanteria piombava sulla posizione inchiodandovi il presidio austriaco (circa 300 uomini). Il 7 novembre, infine, uno scaglione del 60° fanteria, riusciva a piantare la bandiera sulla quota 2464, catturando prigionieri ed armi numerose. Nella notte stessa, però, l'avversario con un improvviso contrattacco poté rinsediarsi sulla cima martoriata, ed ogni nuovo sforzo per ricacciarlo fu inutile. Solo il 18 aprile del 1916, mediante lo scoppio di una formidabile mina, da tempo allestita sotto la vetta del monte, fu possibile impadronirsi di esso, e definitivamente. Vani, però, riuscirono i ripetuti tentativi di estendere l'occupazione verso le contigue alture del Sief e del Settsass, alle quali il nemico si manteneva tenacemente aggrappato, favorito dall'aspra natura del terreno (v. guerra mondiale).