colare
. L'unica occorrenza che ci presenta un sicuro esempio dell'uso del verbo in D. è quella di Pg XXV 78 il calor del sol... si fa vino, / giunto a l'omor che de la vite cola; ed è un passo che non offre difficoltà ai commentatori, fra i quali si può citare il Vellutello: l'umore della vite " venendo da la terra è di sua natura aqueo, ma... [il] sole lo tira in sua sustanzia, e fassi vino ". Il Tommaseo ricorda che il concetto è di derivazione ciceroniana, e cita un passo del De Senectute.
Potrebbe invece essere forma sia di c. che di ‛ colere ' in If XII 120 Colui fesse in grembo a Dio / lo cor che 'n su Tamisi ancor si cola.
Gli antichi commentatori (fra questi, ad esempio, Iacopo, il Boccaccio, il Buti) interpretano il si cola unanimemente come " Si onora " (latino colere); e ciò è segno evidente che la forma cola per il normale esito ‛ cole ' non doveva essere sconosciuta, o perlomeno non appariva illegittima in rima. Il primo commentatore che esplicitamente si ponga il dubbio se la voce verbale derivi da ‛ colere ' o da ‛ colare ' è l'Anonimo. Ma anche dopo di lui la maggioranza degli studiosi s'è mostrata propensa per l'interpretazione delle chiose più antiche. Il Parodi invece (" Bull. " XII [1905] 9) sembra preferire l'interpretazione della voce come derivante da ‛ colare '. Fra i più recenti commentatori, il Fallani, ad es., è per ‛ colere ', come il Sapegno, che pur rimanendo dubbioso afferma che l'accordo degli antichi " sembra di gran peso ". Il Momigliano e il Grabher sono per c. (più per ragioni artistiche che grammaticali), ma leggono ancor sì cola, credendo impossibile l'uso di un ‛ colarsi ' intensivo per " colare "; il Mattalia è invece per si cola: " ancor ha già in sé quanto si vuol far dire al si accentato, il quale riesce eccessivo e sforzato ". Il Petrocchi, infine, propende per ‛ colere ' (e cfr. perciò ad l.), ed è favorevole a un si medio. Si può notare, per concludere, che la difficoltà dell'uscita in -a di un verbo come ‛ colere ', può essere superata se s'interpreta la voce verbale come un congiuntivo esortativo, che ripeta le parole presumibilmente scritte sul calice contenente la reliquia di Arrigo: commentano, infatti, le Chiose anonime Selmi: " è scritto sopra il calice parole che dice: ‛ questo cuor si cola ' ".