COLCHESTER (Colonia Victricensis Camalodunum o Camulodunum dei Romani; Colneceaster dei Sassoni; A. T., 47-48)
Città e porto fluviale dell'Essex, situata a circa 84 km. a NE. di Londra, in fondo all'estuario del fiume Colne, all'iilcontro della via di terra con quelle di mare, sulla riva meridionale del fiume, a poco più di 19 km. dal mare. Nel 1901 aveva 38.373 ab.; nel 1911 ne aveva 43.452; nel 1921, 43.393. Ebbe in passato fiorenti le industrie (tessitura della lana) e il traffico marittimo; ora è soprattutto un mercato agricolo (specialmente grano e bestiame), poiché è il centro di un'estesa zona agricola. Lungo il fiume si pescano tuttora le ostriche (Colchester fu lungo tempo famosa per le sue ostriche) che vengono inviate alle riserve di Ostenda. Colchester possiede la Borsa del grano, una biblioteca pubblica, un ospizio e un ospedale. Ha anche notevoli istituti d'istruzione, quali una scuola classica gratuita, fondata nel 1539; un collegio tecnico e universitario; un istitto di letteratura e di medicina.
Monumenti. - La città conserva ancora la pianta romana e la maggior parte delle mura di cinta; un gran cimitero fu scoperto fuori delle sue mura e i monumenti funebri che ne provengono sono raccolti nel museo della città. Del maschio del castello, avanzo di un'importante fortezza normanna, si conservano i due piani inferiori, sede del museo locale, costruiti in pietra e mattoni romani su fondamenti della stessa epoca. I migliori monumenti d'architettura sacra sono le rovine del priorato di S. Botolfo e dell'abbazia di S. Giovanni. Del primo rimane la navata d'una grande chiesa (metà sec. XII) con belli avanzi della fronte occidentale e specialmente del portale principale. L'ingresso all'abbazia di S. Giovanni è un bell'esempio (ma molto restaurato) degl'ingressi a due piani del sec. XV, in riquadri di pietra. Delle molte case medievali la più importante è quella detta del Leone Rosso, con facciata decorata d'intagli gotici in legno (circa 1500); e sono notevoli la Siege House e il Marquis of Granby Inn.
Storia. - La città antica era posta sulla via fra Venta Icenorum e Londinium (Tolomeo, II, 3, 11; Itin. Ant., p. 480, 4; Anon. Rav., 429, 14) sulla riva destra del fiume Colne. La forma Camulodunum ("città di Camulus", il Marte dei Galli e dei Britanni) è la più attestata. La città era la capitale dei Trinovantes e molte monete di Cunobelino, re di quel popolo, portano Camul, Camu, Cam. Claudio s'impossessò di questa città nel 43 (Dione, LX, 21). Dopo 8 anni, nel 51, Ostorio Scapula, legato della Britannia, vi fondò una colonia di veterani (Tac., Ann., XII, 32; Agr., 14) che prese il soprannome di Victrix. Gli eccessi che commisero questi veterani provocarono nel 61 la rivolta dei Trinovantes e degl'Iceni, incitati da Budicea, regina di questi ultimi. La città mancava ancora di fortificazioni, ma possedeva già un gran tempio dedicato al divo Claudio. Un piccolo esercito inviatovi dal procuratore Cato Deciano allo scoppio della prima rivolta fu assediato in quel tempio, che fu preso d'assalto, e la città fu bruciata (Tac., Ann., XIV, 32 seg.). Essa fu ricostruita poi, ma perdette la sua importanza nel sec. II.
La città ebbe la sua prima carta municipale nel 1189 da Riccardo I, che le concesse il diritto di tenere una fiera. Nella guerra civile fu tenuta dai realisti, finché nel 1648, dopo un assedio di 11 settimane, fu catturata dai parlamentari, sotto il Fairfax.
Bibl.: E. Hübner, in Corp. Inscr. Lat., VII, p. 33; id., in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, col. 1448 segg.; J. O. Bevan, The towns of Roman Britain, Londra 1917, p. 30; J. Evans, Coins of the ancient Britons, Londra 1890, pp. 291, 561 segg., tav. ix, 5-13; per il periodo seguente v. Victoria county history: Essex (Transactions of the Essex Arch. Society), dal 1858; sui monumenti della città, T. Cromwell, Historical Description of Colchester, Colchester 1825; Royal Commission on Historical Monuments, Essex, III, Londra 1922.