HAWKINS, Coleman
Tenorsassofonista statunitense di jazz, nato a St. Joseph (Mississippi) il 21 novembre 1904, morto a New York il 19 maggio 1969. Compiuti gli studi musicali al Washburn College e poi a Chicago, a diciassette anni entrò nel complesso della cantante di blues Mamie Smith, con la quale incise il suo primo disco (1922).
Due anni dopo fu scritturato nell'orchestra di F. Henderson, in cui figurava anche L. Armstrong. Nel 1934 si trasferì in Europa contribuendo in maniera risolutiva alla conoscenza del jazz nel vecchio continente; suonò con l'orchestra dell'inglese J. Hylton e col quintetto dell'Hot Club de France diretto dal chitarrista gitano Django Reinhardt, con cui nel 1937 incise Honeysuckle rose, Crazy rhythm, Out of nowhere e Sweet Georgia Brown. Tornato negli Stati Uniti (1939) incise il suo più grande successo, Body and soul, e la versione di When lights are low con il complesso di L. Hampton.
La fine degli anni Trenta e la prima metà degli anni Quaranta rappresentano il periodo aureo della carriera di H., con una serie di esecuzioni registrate con grandi esponenti del jazz: il pianista Eddie Heywood, il bassista O. Pettiford, il batterista Sh. Manne, il trombettista R. Eldridge, il pianista T. Wilson.
Stimolato dalle nuove conquiste armoniche e ritmiche dei boppers, H. suonò e incise con loro, cercando di rinnovare il suo linguaggio classico; nacquero così (1944-46) esecuzioni con D. Gillespie, M. Roach, H. McGhee, F. Navarro, J.J. Johnson, M. Jackson e Th. Monk. Nel 1945 entrò nel Jazz at the Philarmonic dell'impresario N. Granz, per la cui casa discografica incise dischi importanti (The essential, 1948; The genius of C.H., 1957, col quartetto di O. Peterson).
Dopo un periodo di relativo appannamento, a partire dal 1954 tornò al successo con una serie di dischi, tra cui spiccano Monk music (1957, con Monk e Coltrane), The high and mighty Hawk (1958), Hawk in Germany (1960, con un trio formato da B. Powell, O. Pettiford e K. Clarke), Duke Ellington meets C.H. (1962), Sonny meets Hawk (1963, con S. Rollins), Sirius (1966).
H. è stato il primo grande tenorsassofonista della storia del jazz, elaborando un linguaggio fortemente espressivo e rapsodico. La sua sonorità ampia e voluminosa, il suo fraseggio virtuosistico hanno influenzato gran parte dei tenorsassofonisti swing e hanno suggestionato strumentisti di scuola moderna come Rollins, Coltrane e A. Shepp.
Bibl.: C. Hawkins: a documentary (intervista in due dischi), Los Angeles 1956; N. Shapiro, N. Hentoff, The Jazz Makers, New York-Toronto 1957; A.J. McCarthy, C. Hawkins, Londra 1963; J.E. Berendt, Das Jazzbuch von Rag bis Rock, Francoforte 1973 (trad. it., Milano 1979); A. Polillo, Jazz - La vicenda e i protagonisti della musica afro-americana, Milano 1975; J. Evensmo, The tenor saxophone of C. Hawkins, 1929-1942, Oslo 1975; A.J. Mc Carthy, C. Hawkins, in AA.VV., I grandi del jazz, Milano 19792; B. James, C. Hawkins, Turnbridge Wells 1984; J.-F. Villetard, C. Hawkins, 1922-1944; 1945-1957, Amsterdam 1984-85.