colla
Dalla natura e dalla chimica, un materiale che non molla la presa
Per riparare un piatto che si è rotto, per fissare le piastrelle del pavimento, o solo per tenere un cerotto attaccato alla pelle: la colla può avere molti impieghi diversi e perciò ne esistono innumerevoli tipi. Ma il principio è più o meno sempre lo stesso. Serve una sostanza che sia prima spalmabile e appiccicosa, per poi diventare dura, resistente e soprattutto adesiva
Tutti noi usiamo normalmente qualche tipo di colla in casa, magari per incollare i cocci di un vaso che si è rotto. Oppure a scuola, per incollare foto, disegni o ritagli di un giornale su un foglio di quaderno e fare un collage. Ma è praticamente impossibile elencare tutti i campi in cui si usa la colla. Nelle abitazioni, serve per fissare al pavimento le assi del parquet, la moquette oppure le piastrelle.
La maggior parte degli oggetti che compriamo e usiamo ha parti incollate tra loro. Anche le pagine dei libri che leggiamo sono tenute insieme e unite alla rilegatura da una colla. È chiaro che a seconda dei materiali da incollare, del peso delle parti da tenere insieme e della durata nel tempo che deve avere la tenuta della colla, si possono usare tipi di colla diversi. In tutti i casi, una colla deve avere due caratteristiche. Quando la si applica, deve essere liquida o comunque spalmabile, in modo da poterla stendere a dovere sulle superfici da unire. Poi deve diventare in fretta solida, molto dura e aderente alle superfici in modo che restino unite.
Alcune colle solidificano quando vengono esposte all'aria, perché in esse è presente una sostanza solvente che a contatto con l'aria evapora, lasciando solo la parte solida. Altre invece si sciolgono quando vengono riscaldate e poi induriscono di nuovo raffreddandosi.
La colla vera e propria, quella che l'uomo produce da più tempo, è un materiale di origine biologica. Si ottiene facendo bollire a lungo cascami di animali, come le ossa o la pelle. Queste parti contengono infatti una sostanza detta collagene, una proteina fibrosa prodotta da una particolare categoria di cellule, i fibroblasti. Con la bollitura il collagene subisce una reazione chimica chiamata idrolisi e dà luogo a diversi tipi di sostanze gelatinose che hanno proprietà adesive. Nell'America Settentrionale, i Pellirosse ricavavano la colla dagli zoccoli dei bisonti.
Oggi, per la maggior parte, le colle in commercio derivano dagli scarti dei mattatoi. Si ottengono cioè con le parti che non mangiamo di animali come bovini, pecore e cavalli. Una colla particolare si ricava facendo bollire alcune parti delle interiora dei pesci, in particolare degli storioni. Si tratta della colla di pesce, che si usa in cucina per per preparare le gelatine alimentari, usate per esempio nei dolci. Altri tipi di colla si possono ottenere dagli organismi vegetali, in particolare dalle resine, quelle sostanze appiccicose prodotte dagli alberi che si possono raccogliere incidendo la loro corteccia.
Esistono però anche molti altri tipi di colla, chiamate con il nome più generale di adesivi, ottenute con altri procedimenti chimici.
Molti adesivi sono prodotti utilizzando gomme sintetiche, ricavate dal petrolio e dai suoi derivati. Si ottengono così colle più resistenti nel tempo di quelle di origine animale o vegetale e in grado di sopportare pesi maggiori. Questi composti, come il mastice, si usano anche in modi diversi dalle normali colle per la carta. Alcuni vanno riscaldati prima dell'applicazione perché si induriscono quando si raffreddano.
Altri adesivi sono basati su una reazione chimica tra due elementi diversi, che vengono tenuti in contenitori separati e mescolati subito prima dell'applicazione. Altri ancora danno luogo alle loro proprietà quando vengono sottoposti brevemente alla luce. È stato possibile anche produrre adesivi temporanei, che permettono di staccare e riattaccare più volte un pezzo di carta su una superficie, come avviene nei fogli adesivi per gli appunti.
E pensare che quest'ultimo, popolarissimo tipo di colla è stato frutto di un… insuccesso: Art Fry, un chimico americano di una grande industria chimica, aveva prodotto, nella metà degli anni Settanta, un tipo di colla che attaccava malamente e non in modo irreversibile. Frequentatore di una chiesa protestante si accorse che questo materiale 'sbagliato' poteva tornare molto comodo se spalmato su piccoli fogli con i quali tenere il segno dei passi della Bibbia letti durante le funzioni.