Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva
L’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva nasce nel 2002, quale sviluppo istituzionale del Trattato di sicurezza collettiva. Quest’ultimo è un’alleanza militare difensiva stipulata nel 1992 tra alcuni paesi membri della Comunità degli stati indipendenti (Cis), organizzazione regionale cui aderiscono molti dei paesi nati dalla frammentazione e successiva dissoluzione dell’Unione Sovietica. Georgia e Azerbaigian, che sono divenute parti del Trattato nel 1994, vi sono tuttavia uscite assieme all’Uzbekistan nel 1999 con l’ambiziosa prospettiva – frustrata – di fare il loro ingresso nella Nato o di cooperare in alleanze regionali alternative (Guam). Dal 2006 l’Uzbekistan è tuttavia rientrato a far parte del Trattato, e dunque dell’Organizzazione che era stata nel frattempo inaugurata.
Il Trattato, voluto fortemente dalla Russia, riafferma l’impegno dei suoi membri a rinunciare alla minaccia o all’uso della forza nella risoluzione delle controversie tra loro e introduce una clausola di solidarietà in base alla quale un atto di aggressione esterna nei confronti di uno dei paesi sarebbe considerata un attacco a tutti, autorizzando contromisure comuni. Ai firmatari è fatto divieto di partecipare ad altre alleanze militari. Dal 2002 l’Organizzazione si è dotata di organi e di un’infrastruttura militare comune, con una forza di intervento cui tutti i paesi membri si impegnano a contribuire. L’Organizzazione fornisce addestramento, armi e tecnologie alle sue forze, e svolge ogni anno esercitazioni militari congiunte tra gli eserciti dei paesi membri. Nell’ottobre 2007 la Csto ha firmato un accordo con l’Organizzazione per la cooperazione di Shangai (Sco – composta da Cina, Russia e i paesi dell’Asia centrale) per rafforzare la cooperazione su questioni di sicurezza, crimine organizzato e traffico di droga.
A causa di divergenze di vedute tra i suoi membri, dal momento della sua istituzione la Csto non ha mai effettuato interventi collettivi. In seguito alla guerra russo-georgiana del 2008, la Russia ha tentato di rafforzare il versante militare dell’organizzazione. Per questa ragione, nel 2009 il Consiglio della Csto ha approvato la creazione di una Forza di reazione rapida con base in Kirghizistan (cui la Bielorussia ha tuttavia deciso di non contribuire con un suo contingente militare), con l’intento di creare una forza in grado di rispondere in maniera immediata a un ipotetico attacco militare o terroristico. Il momento in cui si è giunti più vicini all’intervento è stato durante i disordini in Kirghizistan del 2010: malgrado intense consultazioni in seno all’organizzazione, la Csto non ha raggiunto il consenso necessario per deliberare in favore dell’azione né quando si è trattato di sostenere Bakiev, il presidente poi estromesso dai moti di piazza, né successivamente per accogliere le richieste della Otunbayeva, l’attuale presidente del paese, che aveva sollecitato l’invio di forze di polizia esterne.
Il principale organo decisionale della Csto è il Consiglio sulla sicurezza collettiva (Csc), cui partecipano i capi di stato e di governo dei paesi membri e che ha il potere di decidere sull’eventualità di un intervento, sulle candidature esterne e sulle sospensioni dei membri. Le decisioni non procedurali del Csc sono prese esclusivamente per consensus: è dunque necessario il non dissenso di ciascun membro perché una proposta possa dirsi approvata. La presidenza della Csto è affidata a uno dei paesi membri dell’Organizzazione a rotazione, a seconda del luogo dove il Consiglio si riunisce.
Accanto al Csc vi sono altri tre consigli specializzati, con funzioni consultive: il Consiglio dei ministri degli affari esteri, il Consiglio dei ministri della difesa e il Comitato dei segretari del Consiglio di sicurezza.
Infine il Segretariato generale svolge le funzioni amministrative ed è guidato da un segretario generale, eletto ogni tre anni e coadiuvato da un Consiglio permanente di plenipotenziari. Il generale russo Nikolaj Bordjuža è segretario generale dell’Organizzazione dall’agosto 2003: prima di ricoprire questa posizione è stato membro dell’esercito russo e del Kgb, oltre a essere stato segretario del Consiglio di sicurezza nazionale russo nell’ultimo anno della presidenza di Boris El’cin (1998-99).
Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan, Uzbekistan.