colletto bianco/blu (ingl. white collars/blue collars)
colletto bianco/blu (ingl. white collars/blue collars) Termine che indica, per il c. bianco, la forza lavoro impiegatizia con funzioni di carattere intellettuale, non direttamente applicata all’attività produttiva ed estranea all’operatività sulle macchine delle fabbriche. Il nome deriva dalla camicia bianca indossata da questi lavoratori. Secondo J. Kock, tale espressione compare per la prima volta nel 1903 per designare un tipo particolare di occupato non manuale, nella fattispecie il disegnatore industriale. Solo dopo la Seconda guerra mondiale, comunque, l’espressione entra stabilmente nell’uso linguistico anglosassone, per indicare la categoria degli impiegati e, all’inizio degli anni 1950, con il libro di C.W. Mills White collar, il tema riceve la prima fondamentale trattazione scientifica. Di fronte all’eterogeneità sociale e professionale degli impiegati, è abbastanza sorprendente che in quasi tutte le società industriali occidentali venga utilizzato il medesimo concetto per designare gli stessi gruppi di lavoratori del settore pubblico e privato, nonostante la diversità di funzioni e di status che li caratterizza. La gamma delle categorie di lavoratori comprese sotto la denominazione di c. bianchi va, infatti, sempre dal manager al semplice commesso.
I c. blu sono invece i lavoratori manuali (operai) i quali, svolgendo mansioni ‘sporche’, indossano il meno delicato c. blu. La suddivisione tra c. bianchi e c. blu viene generalmente utilizzata nelle analisi empiriche sui salari al fine di studiarne il differenziale. La letteratura mostra generalmente che in tutti i Paesi economicamente avanzati i c. bianchi godono, a parità di caratteristiche, di un premio salariale rispetto ai c. blu. Questi ultimi, invece, si caratterizzano per una minore dispersione delle retribuzioni, in parte a causa della loro maggiore sindacalizzazione che porta a dare più peso a obiettivi egualitari. Nelle società post-industriali, in cui molti lavori ‘sporchi’ manuali sono scomparsi, questa distinzione risulta, almeno parzialmente, obsoleta.