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COLLIRIO

di Alberico Benedicenti - Enciclopedia Italiana (1931)
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COLLIRIO (dal gr. κολλύριον)

Alberico Benedicenti

Si dicono collirî i medicamenti che s'adoperano per la cura delle malattie oculari e sembra che il loro nome derivi dalla sostanza collogena che gli antichi usavano per impastare i farmaci e farne poi bastoncini appuntiti coi quali si toccavano i margini palpebrali o la congiuntiva per medicarli. I collirî possono essere liquidi, e si tratta allora di soluzioni che o servono a lavare gli occhi con apposito bicchierino detto occhiarolo, ovvero s'instillano a gocce nel sacco congiuntivale; molli, e sono costituiti dalle pomate oftalmiche; secchi, e sono formati dalle polveri che si insufflano nell'occhio e dai dischi oftalmici fatti da sottilissime lamelle di gelatina che s'introducono nel sacco congiuntivale e che sono preparate in vario modo e titolate. Oggi però il nome di collirio è, nella pratica, riservato esclusivamente alle soluzioni.

Gli antichi conoscevano un gran numero di collirî. Negli scritti di Tralliano sono enumerate a decine queste preparazioni, fra cui il collirio Spongiaria, il collirio di Teodatio, di Massimiano, di Polideuco, ecc. Celebri erano il collirio di Settimo Soterichiano contro le vecchie cicatrici degli occhi e quello di Gaio Dedena contro la debolezza visiva. Il Garnier e il Marchant hanno descritto dei sigilli coi quali gli antichi oculisti romani timbravano le scatole che contenevano i collirî da loro preparati.

I collirî più comunemente adoperati sono quello astringente giallo (di Horst), i collirî astringenti al solfato di rame, solfato di zinco e protargolo, allume, tannino, ecc.

Vedi anche
congiuntiva Esile membrana mucosa che riveste la superficie posteriore delle palpebre per ripiegarsi poi a ricoprire la parte anteriore del bulbo oculare, formando un fondo cieco ( fornice o sacco congiuntivale). Si distinguono pertanto tre parti della c.: la c. palpebrale, la c. bulbare e la c. dei fornici. La ... glaucoma Malattia oftalmica dovuta ad aumento della tensione endoculare (10-21 mmHg) per ostacolo al deflusso dei liquidi endoculari con progressivo danneggiamento a carico delle fibre nervose del nervo ottico. È una delle cause più frequenti di cecità acquisita, che può essere prevenuta soltanto attraverso una ... cataratta (o cateratta) In oculistica, patologia degenerativa a carico del cristallino oculare, caratteristica dell'età senile (c. primaria) oppure secondaria a patologie sistemiche (diabete ecc.). Attraverso un processo di progressiva opacizzazione del cristallino, la c. può portare alla cecità; la terapia, di ... oculistica (o oftalmologia) Ramo specialistico della medicina che studia la patologia dell’organo della vista e dei suoi annessi. Le origini dell’o. sono assai antiche e corrispondono alle prime osservazioni di anatomia dell’occhio: la descrizione della cavità orbitale, del globo oculare, della pupilla e dei nervi ...
Tag
  • CONGIUNTIVA
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  • OCULISTI
  • TANNINO
  • COLLIRÎ
Altri risultati per COLLIRIO
  • collirio
    Dizionario di Medicina (2010)
    Forma particolare di medicamento, usata sin dall’antichità, contro le affezioni oculari. I c. sono costituiti per lo più da soluzioni acquose, non irritanti, da instillare nel sacco congiuntivale dell’occhio. Contengono disciolte sostanze che sono farmacologicamente attive (antibiotici, cortisonici, ...
  • collirio
    Enciclopedia on line
    Soluzione acquosa, non irritante, da instillare nel sacco congiuntivale dell’occhio. In genere contiene disciolte sostanze farmacologicamente attive (antibiotici, cortisonici, vasocostrittori ecc.). al fine di prevenire o curare manifestazioni patologiche oculari.
Vocabolario
collìrio
collirio collìrio s. m. [dal lat. collyrium, gr. κολλύριον, «unguento, collirio»]. – Forma particolare di medicamento, usata sin dall’antichità contro le affezioni oculari: c. liquido, per istillazione a gocce nel sacco congiuntivale; c....
abrina
abrina s. f. [der. di abro]. – Alcaloide presente nei semi di abro: è una sostanza molto tossica, irritante, usata in passato come collirio nella cura del tracoma.
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